Gianmaria Testa, a Pavia c’è un poeta con la chitarra

Gianmaria Testa, classe 1958, è italiano, vive nelle Langhe, in Piemonte, eppure c’è voluta la Francia per scoprirlo. Da quando ha mandato al Festival di Recanati la sua cassetta registrata chitarra e voce, vincendone il primo premio una prima volta nel ’93 e poi di nuovo nel ’94, sono passate un bel po’ di cose: otto dischi (Da Montgolfières nel 1995 all’ultimo Vitamia del 2011), più di duemila concerti in Francia, Italia, Germania, Austria, Belgio, Canada, Stati Uniti, Portagallo, quattro serate tutte esaurite all’Olympia e una lunga teoria di articoli omaggianti sui principali giornali (“Le Monde” in testa). In Italia il percorso è stato un po’ più complicato e difficile perché condotto senza compromessi, con pochissime apparizioni tivù o passaggi radiofonici e nessun tipo di pubblicità. La sua vera forza è stata ed è ancora il passaparola. Chi va ad un suo concerto non riesce a dimenticarlo: l’emozione nasce palpabile e si divide tra tutti; Gianmaria Testa scherza coi suoi musicisti ed è naturalmente comunicativo; i testi sono belli, sono semplici, sono piccole poesie che parlano della vita e che vivono anche al di là della musica; e lei, la musica, insieme ad una voce che si muove tra rauche asprezze e teneri velluti, i testi li trasporta, li puntualizza, li sottolinea. Perché le cose cominciassero a cambiare anche in Italia c’è voluto,paradossalmente, “Il Valzer di un giorno”, quarto disco della sua carriera e il primo di produzione totalmente italiana, che è forse il suo lavoro più “difficile”: canzoni riportate alla loro forma più nuda ed essenziale, due chitarre e voce soltanto.
Domenica sera  Gianmaria Testa ha tenuto un concerto presso l’Aula Magna dell’Università  nell’ambito del Festival Dei Diritti promosso da Centro Servizi Volontariato di Pavia.
Dopo le centinaia di date che hanno portato Gianmaria Testa in tutto il mondo con il suo “Vitamia Tour”, cominciato subito dopo l’uscita dell’omonimo album prodotto da Paola Farinetti, distribuito in Italia da Egea Records e nel resto del mondo da Harmonia Mundi – Le Chant du monde, ora il cantautore piemontese decide di tornare a regalare al pubblico lo spettacolo intimista del “Solo Tour”, accompagnato solo dalla sua chitarra. Può sembrare curioso che proprio Gianmaria Testa, uno degli artisti italiani più aperti alle collaborazioni, agli incontri e ai progetti speciali che mescolano generi e carte (ha collaborato e collabora con Erri De Luca, Paolo Rossi, Paolo Fresu, Gabriele Mirabassi, Enrico Rava, Rita Marcotulli, Stefano Bollani) scelga di tornare ad esibirsi con un concerto in solo, voce e chitarre. Ma a pensarci bene, strano non lo è poi così tanto. Da sempre, infatti, Testa parla di “forma canzone”, di quell’equilibrio perfetto di testo, melodia ed armonia che da solo sa reggere il tutto. Ripete spesso che se le canzoni non vivono ed emozionano da sole, suonate semplicemente alla chitarra, non c’è arrangiamento, non c’è invenzione che le possa salvare.
Ed ecco spiegato il motivo di questa operazione coraggiosa che cerca di guardare alla sostanza delle cose. “Solo dal vivo” è un concerto che restituisce alle canzoni di Testa -alcune delle sue più note- la stessa emozione di quando sono nate, una sorta di grado primo, molto emozionante e intimo, della musica.
 

Commenti

Post più popolari