Restiamo convinti che la cultura sia una strada da percorrere, promuovere e incentivare.

Noi non temiamo di affermare che gruppi musicali o teatrali, i cantautori o gli artisti in generale siano obbligati a fare beneficenza. Tuttavia, spesso, le associazioni di volontariato domandano agli artisti di esibirsi, possibilmente gratuitamente, con lo scopo finale di finanziare un loro progetto di solidarietà. Ma non solo: l'obiettivo dello spettacolo e' anche quello di raggruppare persone interessate alle varie espressività artistiche e, mediante questo privilegiato canale, sensibilizzarle verso peculiari forme di solidarietà e partecipazione a seconda del ruolo e del campo di intervento dell'associazione proponente.
Nello specifico, associazioni come la nostra credono sia importante organizzare eventi culturali non solo per conseguire proprie mire ma anche per contribuire a mantenere viva l'anima di una comunità. Nel corso del 2010 abbiamo chiesto a chi fa cultura (musica, teatro, libri, poesia,ecc) di mettere la propria arte a disposizione della progettualità in Guatemala. Foss'anche arte dilettante e non sempre di un livello 'professionale' più elevato. Non è questo il punto.
E i risultati, in larga parte positivi, non sono mancati.
Da quest'anno, invece, (ci riferiamo in modo precipuo a San Martino Siccomario, dove siamo residenti) non sarà più possibile battere tale strada. In primo luogo per motivi legati all'aumento dei costi per l'affitto degli spazi che sono lievitati in misura proibitiva. Anche questo è un modo per lasciare morire spazi socio-culturali che dovrebbero essere messi a disposizione della collettività secondo percorsi e proposte di partecipazione ber organizzati. In secondo luogo, forse è l'aspetto che comprendiamo meno,vi è un aumento in termini di 'pretesa' di tanti gruppi, spesso di piccola o insignificante entità, i quali, contrariamente ad uno spirito di collaborazione, chiedono cifre assurde per esibirsi, (il cosidetto 'chacet') non accontentandosi più del semplice rimborso spese.
Ci sembra troppo. Anzi, ci appare quasi che la loro 'arte' sia solo pensata per fare cassa, per guadagnare; e questo è un peccato. Certo, l'arte, per molti è un lavoro. E non si puo' sempre pretendere il gratis ad ogni costo. Sarebbe bello, con cio', che gli 'artisti' (o presunti tali) mettessero a disposizione della solidarietà una quota (annuale) dei loro impegni.
Procedendo sempre 'in direzione ostinata e contraria' (nostro motto) rispetto alla vulgata corrente, Ains continuerà a proporre momenti culturali. Restiamo convinti che la cultura sia una strada da percorrere, promuovere e incentivare. Una strada maestra.
Privilegiando la solidarietà, sempre. E mettendo al bando, quando il caso lo richiede, il tignoso e voluttuoso lucro derivato da un concetto che vede il denaro come fine e non come mezzo.
Hasta pronto!
Giulia Dezza, Elisa Moretti, Andrea Bellingeri, Emanuele Chiodini, don Edo Peviani, Ruggero Rizzini
ains onlus

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