La clinica medico-infermieristica San Josè a El Rancho in Guatemala

In un villaggio (El Rancho) di circa 12 mila persone la clinica medico-infermieristica San Josè è l’unico servizio sanitario presente. Vi lavorano un medico (el doctor Danilo), un’infermiera (Aida), una tecnica di laboratorio, una tecnica responsabile della farmacia e madre Roxana che coordina e vigila sul buon operato della clinica dopo che madre Antonieta Leon Coloma è stata inviata a dirigere l’Hogar Santa Maria de Jesus a Mazatenango.Quotidianamente vi sono dalle 30 alle 50 persone che si presentano per essere visitate o per eseguire un esame. Non vi è alcun tipo di strumentazione, tanto meno apparecchi elettrocardiografici o per una radiografia. Ma si fa tutto quel che si può per aiutare le persone a star meglio e nella piccola farmacia inglobata vi sono farmaci che vengono venduti ad un prezzo appena superiore a quello di acquisto. E’ facile allora rendersi conto di quanto importante sia questa struttura in un contesto dove a farla da padrone sono l’isolamento geografico, l’ignoranza delle più elementari forme di cura e la totale non conoscenza delle fondamentali regole di igiene.Una volta alla settimana madre Roxana, che è infermiera, esegue i pap-test: una chance notevole per le donne del posto, anche se quasi sempre non possono poi curarsi adeguatamente. Danilo, il dottore,può infatti prescrivere e dare farmaci per far fronte ad eventuali infezioni. Ma di fronte a lesioni cancerose, purtroppo abbastanza frequenti, non può far altro che consigliare quelle visite specialistiche che vengono rimandate all’infinito per mancanza di denaro. Danilo è il classico medico “tuttologo”, costretto dalla necessità ad improvvisarsi oculista, ginecologo, chirurgo, persino psichiatra. Al suo fianco, costantemente, c’è madre Roxana la cui presenza ha un peso specifico assolutamente determinante, soprattutto a livello morale. E’ lei quasi sempre che aiuta le donne a vincere l’imbarazzo e la vergogna di mostrarsi a un medico. Ed è sempre lei a convincere i pazienti ad affidarsi a quella medicina moderna (almeno per quelle zone) verso cui c’è ancora molto scetticismo.

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