lettera al giornale locale

Gentile Direttore,
ci ritroviamo ancora una volta a parlare di Guatemala dalle colonne del suo giornale e, purtroppo, anche in questo caso, non per motivi piacevoli. Sembra un triste ritornello ma da un anno a questa parte il paese del centroamerica nostro amico è colpito incessantemente da una serie di fenomeni sia naturali sia di emergenza sociale.
O forse, cosa non difficile da immaginare, i due fatti sono strettamente correlati.
Povertà che si somma a povertà; emergenza che non conosce limiti nelle sue cause scatenanti.
In questi giorni, sul Guatemala, dopol'uragano "Agatha" di Giugno si sono abbattute nuovamente una serie di tempeste tropicali che stanno causando ulteriori e ingentissimi danni: frane e smottamenti di strade e di vie di comunicazione - tra lealtre anche alcune direttrici importanti da e verso la capitale - inondazioni, ponti distrutti, case abbattute, altre famiglie senza tetto. Prima un lungo periodo di siccità, tra l'estate 2009 el'inverno 2010, sterminatrice di raccolti e prodotti della terra, poi 'Agatha', ora le tempeste tropicali. Non c'è requie per il Guatemala.
E un paese più si trova in uno stato di necessità e di dipendenza dall'esterno più i danni causati dai fenomeni atmosferici o idrogeologici si fanno rilevanti e incontrollabili.
Ad aggravare la situazione provocata dai guasti della natura c'è anche l'emergenza sociale.
Il Guatemala è letteralmente infestato dalle'maras', bande di giovani e giovanissimi che traggono la loro definizione dalle terribili formiche'marabundas'. Il fenomeno di queste bande giovanili dove i segni di riconoscimento sono tatuaggi e piercing disseminati su tutto il corpo, dove la violenza più efferata la fa da padrone, dove al massimo si arriva a 25 anni, dove non c'è speranza di farcela, dove si obbedisce ai padroni del narcotraffico e a spezzoni di forze armate corrotte, tutto questo andrebbe approfondito e studiato con accuratezza anche qui in Occidente. Perche? Perchè i segnali non sono confortanti e atteggiamenti di bullismo -certo non eguali per qualità e quantità rispetto a quelli provocati dalle maras latinoamericane -, si registrano troppo spesso anche qui da noi. Compresa la nostra piccola città di provincia, se è vero come è vero, e come appare da un articolo di qualche giorno fa, che nel 'quadrilatero' del nostro centro storico alcune volte possono fare capolino gruppi digiovani e sconsiderati teppisti e rendere'off-limits' una delle zone più belle del nostro territorio. Forse per noia, forse per mera stupidità, costoro realizzano il loro presente nel disturbare la libertà altrui. E questo non è tollerabile.Vi sono alcuni documenti importanti da cui attingere per meglio comprendere il problema delle bande giovanili,delle maras, e che ci sentiamo di segnalare.Il documentario 'La vida loca' di ChristianPoveda , giornalista francese, assassinato in Salvador nell'Agosto 2009 sotto i colpi della terribile mara'Salvatrucha'. Il recente documentario di Gianfranco Rosi 'Elsicario - room 164' che narra del legame tra narcotraffico, poteri istituzionali corrotti e contigui con la malavita e il ruolo di questi giovani manovali del crimine. Un filmato su you tube dal titolo 'Maras inGuatemala': da vedere per capire cosa ribolle nei bassifondi del centroamerica.
Capire per sperare. Per lottare e sperare.Per sconfiggere questa voragine di male e tornare a sperare. E per non rassegnarsi sotto i colpi diquesto scialbo presente. Come insegna Paul Ricoeur, un filosofo di espressione cristiana come lui amava definirsi:
"La crescente assenza di scopi in una società che aumenta i propri mezzi è certamente la scaturigine profonda del nostro scontento. Nel momento in cui proliferano l'utensile e il disponibile, a misura che vengono soddisfatti i bisogni elementari di nutrimento, di alloggio di svago, noi entriamo in un mondo del capriccio,dell'arbitrio,in quel mondo che di buon grado chiamerei del gesto qualunque. Scopriamo che cio' di cui mancano maggiormente gli uomini e' di giustizia certamente, di amore sicuramente, ma più ancora di siginifcazione"
(da "Histoire eVerité").

Cordiali Saluti,
Andrea Bellingeri, Emanuele Chiodini, Giulia Dezza,Elisa Moretti, don Edo Peviani, RuggeroRizzini.
Ains Onlus

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