5 dicembre - giornata internazionale del volontariato: cosa c'è da festeggiare?
alice moggi
Il 5 dicembre è la Giornata Internazionale del Volontariato stabilita dalla Nazioni Unite; in questa giornata i volontari di tutto il mondo festeggiano.
Noi ci chiediamo se ci sia davvero qualcosa da festeggiare in un momento in cui i tagli e gli attacchi al sistema del welfare rischiano di minare la stessa esistenza delle organizzazioni di volontariato, che si trovano, da una parte, a dover rispondere a bisogni sempre in aumento, dall’altra abbandonate dalle istituzioni. Ci chiediamo se non sia opportuno, proprio in questa giornata, nata con l’obiettivo di celebrare il grande contributo che i volontari offrono alla società, porre all’attenzione della cittadinanza quello che i tagli comportano nel concreto nella vita di ogni giorno.
Il 5X1000: ad oltre 5 anni dall’annunciata “rivoluzione fiscale” del 5x1000, non solo il provvedimento non è diventato legge (a differenza di quanto successo in altri 12 paesi europei), ma la copertura, nella legge di stabilità, è stata decurtata da 400 milioni di euro a 100 milioni, ovvero del 75%, per di più con effetto retroattivo, quindi andando a colpire quanto già dichiarato nel 2010 sui redditi 2009. Il 5 per mille è ridotto in briciole (diventa così il 1.25 per 1000), le associazioni ridotte “in mutande” e le loro attività a rischio; così come la libertà di scelta di milioni di contribuenti (16 milioni nel 2010).
Il 5 per mille che, davvero, poteva e doveva essere il caposaldo sussidiario della più volte invocata riforma fiscale, si spegne quindi nelle spire della disponibilità di bilancio; lontani sono i tempi in cui Tremonti parlava della restituzione di valore e di risorse al Terzo settore come forma d’investimento per lo Stato e non come voce di costo! Questo però è solo l’ultimo capito, in ordine di tempo, di una regressione che riporta la situazione italiana indietro di qualche decennio.
Le tariffe postali: ad aprile, abbiamo assistito all’aumento delle tariffe postali per il non profit, aumento del 400%; una misura che ha messo a repentaglio la capacità di raccolta fondi e in parte zittito la voce delle associazioni, che utilizzano la spedizione come strumento di comunicazione con i propri soci e sostenitori. Il decreto ministeriale del 30 marzo 2010 diceva addio alle tariffe agevolate per il non profit, con effetto immediato, nessun preavviso, nessuna consultazione, nessuna indagine conoscitiva sugli effetti che una norma del genere avrebbe potuto creare. La grande sommossa delle associazioni e enti del terzo settore aveva portato, a maggio, all’approvazione del decreto "incentivi" che avrebbe dovuto ripristinare le agevolazioni; ad ottobre i 30 milioni che dovevano essere stanziati a parziale copertura delle agevolazioni sono stati negati, e le associazioni sono ancora in attesa del ripristino.
La cooperazione internazionale: Poi la drastica riduzione dei fondi per la cooperazione internazionale (ridotti al 45%); portandoci al record più basso degli ultimi 20 anni.
Il Servizio Civile Nazionale:solo in Regione Lombardia le posizioni di Servizio Civile sono passate da circa 4000 a circa 1300. Il Servizio Civile, oltre a rappresentare un’importante risorsa umana per le organizzazioni del Terzo Settore, è anche un importante momento di crescita professionale e formativa per i giovani, che, spesso per la prima volta, sperimentano momenti di partecipazione e cittadinanza attiva.
A tutto ciò si unisce la persistenza di una forte crisi economica e sociale che riduce i servizi, dal sociale alla scuola, e aumenta i bisogni di coesione e inclusione sociale. I fondi per le politiche sociali passano così dai 1.472 milioni dell’anno 2010 ai 349 milioni previsti per il 2011.
Non è un’opinione che il volontariato abbia la capacità di moltiplicare le proprie risorse (umane ed economiche), allora perché togliere fondi dove rendono di più?
Noi ci chiediamo se ci sia davvero qualcosa da festeggiare in un momento in cui i tagli e gli attacchi al sistema del welfare rischiano di minare la stessa esistenza delle organizzazioni di volontariato, che si trovano, da una parte, a dover rispondere a bisogni sempre in aumento, dall’altra abbandonate dalle istituzioni. Ci chiediamo se non sia opportuno, proprio in questa giornata, nata con l’obiettivo di celebrare il grande contributo che i volontari offrono alla società, porre all’attenzione della cittadinanza quello che i tagli comportano nel concreto nella vita di ogni giorno.
Il 5X1000: ad oltre 5 anni dall’annunciata “rivoluzione fiscale” del 5x1000, non solo il provvedimento non è diventato legge (a differenza di quanto successo in altri 12 paesi europei), ma la copertura, nella legge di stabilità, è stata decurtata da 400 milioni di euro a 100 milioni, ovvero del 75%, per di più con effetto retroattivo, quindi andando a colpire quanto già dichiarato nel 2010 sui redditi 2009. Il 5 per mille è ridotto in briciole (diventa così il 1.25 per 1000), le associazioni ridotte “in mutande” e le loro attività a rischio; così come la libertà di scelta di milioni di contribuenti (16 milioni nel 2010).
Il 5 per mille che, davvero, poteva e doveva essere il caposaldo sussidiario della più volte invocata riforma fiscale, si spegne quindi nelle spire della disponibilità di bilancio; lontani sono i tempi in cui Tremonti parlava della restituzione di valore e di risorse al Terzo settore come forma d’investimento per lo Stato e non come voce di costo! Questo però è solo l’ultimo capito, in ordine di tempo, di una regressione che riporta la situazione italiana indietro di qualche decennio.
Le tariffe postali: ad aprile, abbiamo assistito all’aumento delle tariffe postali per il non profit, aumento del 400%; una misura che ha messo a repentaglio la capacità di raccolta fondi e in parte zittito la voce delle associazioni, che utilizzano la spedizione come strumento di comunicazione con i propri soci e sostenitori. Il decreto ministeriale del 30 marzo 2010 diceva addio alle tariffe agevolate per il non profit, con effetto immediato, nessun preavviso, nessuna consultazione, nessuna indagine conoscitiva sugli effetti che una norma del genere avrebbe potuto creare. La grande sommossa delle associazioni e enti del terzo settore aveva portato, a maggio, all’approvazione del decreto "incentivi" che avrebbe dovuto ripristinare le agevolazioni; ad ottobre i 30 milioni che dovevano essere stanziati a parziale copertura delle agevolazioni sono stati negati, e le associazioni sono ancora in attesa del ripristino.
La cooperazione internazionale: Poi la drastica riduzione dei fondi per la cooperazione internazionale (ridotti al 45%); portandoci al record più basso degli ultimi 20 anni.
Il Servizio Civile Nazionale:solo in Regione Lombardia le posizioni di Servizio Civile sono passate da circa 4000 a circa 1300. Il Servizio Civile, oltre a rappresentare un’importante risorsa umana per le organizzazioni del Terzo Settore, è anche un importante momento di crescita professionale e formativa per i giovani, che, spesso per la prima volta, sperimentano momenti di partecipazione e cittadinanza attiva.
A tutto ciò si unisce la persistenza di una forte crisi economica e sociale che riduce i servizi, dal sociale alla scuola, e aumenta i bisogni di coesione e inclusione sociale. I fondi per le politiche sociali passano così dai 1.472 milioni dell’anno 2010 ai 349 milioni previsti per il 2011.
Non è un’opinione che il volontariato abbia la capacità di moltiplicare le proprie risorse (umane ed economiche), allora perché togliere fondi dove rendono di più?
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