IRENE, LA PIANISTA...E LA SCATOLA COLORATA

Incontarsi, conoscersi, parlarsi, scriversi. Frequentarsi, vedersi di tanto in tanto. Ascotarsi, tendere l'orecchio ai suoni, educare i sensi alla riconoscibilità degli accenti e delle sfumature. E' una girandola, molto bella, quella della relazione.
Infatti non bisogna mai rinunciare al gusto del sapere e della conoscenza; in questo caso osare la curiosità è elemento di crescita. E' educarsi.
Tanto più quando l'aroma della relazione ti fa conoscere persone straordinarie che arricchiscono il campo della tua storia, del tuo orizzonte quotidiano. E, nel caso specifico, lo sollevano.
Si tratta della Musica, di una persona che sa cos'è la Musica perchè fa parte di se stessa, che conosce i meandri più nascosti di quest'arte 'maggiore', che ne sa dominare le dinamiche ma sa anche lasciarsi trasportare dalle sensazioni che essa crea.
Che sa suonare ad altissimo cielo quella fabbrica di suoni chiamata pianoforte.
Macchina meravigliosa il pianoforte e tutti gli strumenti a tastiera suoi consanguinei.
Suonare, arte e tecnica (per i padri greci la stessa cosa) che si incontrano, esercizio di dura roccia, scalate quotidiane per allenare mente e mani, poesia risolta nello spazio di una sonata o di una ballata, o di una polonaise, notturno, scherzo, anima e cuore, pathos e nostalgia.
Poesia, che traspare dalla mimica facciale e dai gesti aggraziati della pianista.
Non puo' non coinvolgerti; non puoi viaggiare, solo per un attimo, qualche istante almeno, la fantasia, l'immaginazione.
Pensieri che vagano, onde e cirri.
Potenza della Musica e della pianista.
Non 'potere' spesso violento, sinonimo di dominio e sopraffazione: i soldi e le armi.
Potenza, sinonimo di grandezza e capacità di partecipazione dei sentimenti. Potenza dei sensi messi in movimento e ordinati a creare bellezza.
Ordinati a creare 'relazioni'. Alle volte 'solidarietà'.
Irene
ha dedicato parte di se stessa nel corso di due concerti, ad Angera il 15 Dicembre scorso e poi a Sesto Calende il 19 successivo.
Irene e la scatola colorata posta all'ingresso della sala da concerti.
Quella che indicava al pubblico la possibile collocazione di un aiuto.
La Musica, suo tratto distintivo, veicolo di bene e libertà.

La scatola colorata avvolta dalle tinte sgargianti di telaio antico, forgiate in Guatemala, la nostra speranza.
L'impegno, il messaggio, la testimonianza, la Musica di Irene ha fruttato 961 euro. Offerte che il pubblico presente, come atto di generosità, ha pensato di donarci al termine dei due concerti.
Significa poter veder crescere, sostenere nelle loro esigenze per un anno intero, cinque bambine della Casa d'accoglienza di Mazatenango. Significa progredire nella strada maestra della solidarietà a vantaggio della salute e della cultura dei bimbi e delle bimbe del Guatemala.
Segnali importanti che ci incoraggiano ad andare avanti in questo mondo difficile troppo sovente attraversato da crisi e voragini di insensatezza.
La Musica è sovrana. Irene la schioda dal pentagramma e ci viene incontro.
La scatola colorata è piccola epifania di riscatto, possibile oasi di umanità.
Si costruiscono molecole nuove: Irene, la Musica, la Solidarietà, i nostri viaggi in Guatemala.
Tutto si avvolge nell'elica del dna.
Non a caso Irene significa pace.

Emanuele Chiodini e tutto il gruppo di Ains Onlus
www.ainsonlus.blogspot.com
www.ireneveneziano.it

Commenti