Nobili: «Edilizia e scavi, la mafia è anche qui»

Aula gremita di studenti all’incontro con don Ciotti e i magistrati per il progetto Arci

PAVIA. «La legalità è il rispetto e la pratica delle leggi, la saldatura tra responsabilità e giustizia: non è quindi l’obiettivo, ma lo strumento per raggiungere la giustizia»: questo il messaggio di protagonismo e responsabilità che don Luigi Ciotti, ieri mattina, ha voluto lanciare a un’aula del Quattrocento traboccante di studenti delle scuole superiori di Pavia. «Noi siamo il cambiamento» ha tuonato dal microfono, spiegando perché è così importante il ruolo della società civile organizzata nel contrasto alla mafia, che ognuno deve portare il proprio contributo e informarsi in prima persona, senza limitarsi all’informazione di seconda mano. Nessun posto vuoto, ragazzi di Apolf, Bordoni, Cardano, Cairoli, Copernico, Cossa, Ipsia, Foscolo, Taramelli e Volta anche in piedi in silenzio ad ascoltare gli interventi conclusivi del progetto “Le regole della libertà” promosso dall’Arci insieme ad associazioni e sindacati. Consapevoli che, come ha ricordato il procuratore antimafia Alberto Nobili «Nell’Italia del G8 c’è la presenza minacciosa e intimidatrice delle mafie che hanno fatto saltare in aria con il tritolo chi faceva il suo dovere e si sostituiscono allo Stato». Nobili ha sfatato il mito della mafia come fenomeno meridionale: «Edilizia, scavi, movimento terre, la mafia ha un fatturato stimato oltre i 170 miliardi, l’80% derivanti dal traffico di droga, il resto da attività apparentemente lecite». E ha rilanciato la sfida: «Il contrasto alla mafia in questo paese “distratto” non può essere fatto solo dalle istituzioni, è un problema di tutti: per questo non deve passare il messaggio che chi paga le tasse, chiede la fattura e lo scontrino al ristorante sia il più stupido». Perché, ha rilanciato il professor Vittorio Grevi, «se diminuisce la percezione dell’illegalità, cresce l’area dell’illecito». Jole Garuti, responsabile di Libera Lombardia, ha girato tutti gli istituti: «E’ incredibile che tutte le scuole della città abbiano voluto parlare di mafia, imparando che dove c’è mafia non può esistere libertà». Il sindaco Alessandro Cattaneo ha ringraziato gli organizzatori: «Sono stati usati tutti i modi della comunicazione per creare una cultura di legalità nelle scuole coinvolgendo giovani, commercianti, ex detenuti, musicisti e docenti per parlare di convivenza civile» Tutti i lavori realizzati dai ragazzi saranno raccolti in un libro più dvd e due registi pavesi realizzeranno un film sulla vita sotto assedio di un imprenditore di Lamezia Terme.
(a.gh. la provincia pavese, 16 maggio 2010)

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