Pace vuol dire pane, acqua e lavoro Tutto è pronto per la Perugia-Assisi

Domenica lo storico appuntamento pacifista. In testa al corteo le fabbriche in crisi

«La pace comincia dal basso, si affida alle scelte e ai comportamenti di ognuno di noi. Le dichiarazioni di principio servono a poco se tutti non ci assumiamo la responsabilità di trasformarle in fatti concreti, cioè nella storia delle persone, tutela della loro dignità, strumento di giustizia sociale». Luigi Ciotti non poteva venire e ha affidato alla voce di Tonio Dell’Olio il saluto di Libera all’imminente Perugia-Assisi, il luogo dei luoghi che costruiscono la pace dal basso. Stavolta, però, l’aria è «irrespirabile» quanto mai, avverte Flavio Lotti, coordinatore della Tavola della Pace, promotrice della marcia e dell’Onu dei popoli. Non sarà una scampagnata, sarà un percorso faticoso preparato nei due giorni precedenti da cinquemila ragazzi delle scuole con laboratori, incontri, seminari imperniati su sette parole chiave e sette antidoti: violenza, mafie, paura, censura, razzismo, egoismo e guerra (vedi www.perlapace.it). Alle soglie del cinquantesimo, la marcia capitiniana viene dedicata all’Italia. Anche all’Italia. E alla sua pace perduta. Ricordatevi di un caterpillar, come quelli che a Gaza hanno distrutto le case dei palestinesi o che a Vicenza stanno spianando la terra per la nuova base Usa. Lotti ne ha davanti un modellino giocattolo. «Ci faremo qualcosa domenica», avverte.La Tavola della pace è una coalizione e dentro ci sta un po’ di tutto, sindacati, enti locali, ong, cooperative associazioni grandi come Arci, Agesci, Acli o piccolissime, praticamente gruppi di amici fraterni. «La nuova cultura che vogliamo è in fondo già tutta dentro la Costituzione», dice ancora la lettera di Ciotti e marcia sulle gambe di chi marcia tra Perugia e Assisi. Lo slogan: «Abbiamo bisogno di una nuova cultura».Stavolta l’Arci ne farà l’occasione per la cittadinanza dei nuovi italiani, i migranti, e l’associazione La “Città del fuoco” farà raccontare cento storie da altrettanti giovani «che si sporcano le mani». E l’anno venturo saranno mille, numero non casuale nel 150° dell’Unità d’Italia. Articolo 21, l’associazione per la libertà di stampa, porta a Perugia la sua campagna “T’illumino di più” contro la censura e l’attacco al diritto di cronaca. Amnesty ci verrà con il suo appello per fermare la deportazione dei rom e il piano nomadi di Alemanno che rischia di contagiare altre città e il forum dei movimenti per l’acqua raccoglierà firme per i suoi tre quesiti e marcerà per tenere insieme acqua pace, diritti umani fondamentali eppure negati. Il ritiro dei soldati dalle missioni non è scritto in piattaforma ma è un desiderio che potrebbe prendere forma nel percorso a cui Rifondazione e la Fds hanno aderito. Più esplicita la richiesta di riduzione delle spese militari: «I soldi per gli F35 sono sottratti alla sicurezza», insiste Tonio Dell’Olio di Libera come ha fatto il giorno prima nell’incontro inusuale tra la Tavola e il capo di stato maggiore della difesa (vedi Liberazione.it/Pacifisti e militari: prove di dialogo). Basterebbe il 2,5% delle spese militari per riammodernare tutti gli impianti idrici. Pane, acqua e lavoro chiederà la Cgil con i lavoratori delle aziende in crisi che aspetteranno la Marcia al suo arrivo alla Rocca di Assisi. La crisi è come una guerra. Ci saranno operai di Emicom, Bp Metalmeccanica, Meraklon, Merloni e lavoratori immigrati, precarie del mondo della scuola, dei call center e, inoltre, interverrà Lorena Coletti, sorella di Giuseppe, una delle vittime della Umbria Olii di Campello sul Clitunno. E altre tute blu saranno in testa al corteo, quelli delle acciaerie di Terni. Due presidi verranno organizzati a Ponte San Giovanni e a Santa Maria degli Angeli, dove si incontreranno le due vertenze simbolo dell’Umbria, Merloni e Basell.

Francesco Ruggeri
liberazione-13 maggio 2010

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