Mezzi pubblici schiavi delle estorsioni

Da Città del Guatemala il racconto della condanna che ogni autista è costretto a sopportare quasi ogni giorno: bande che estorcono loro pizzi salatissimi mettendo a rischio l'incolumità dei passeggeri. Una vera emergenza

Scritto da Paolo Grassi
Città del Guatemala
A Città del Guatemala, come molti intestatari di negozi, imprese, o, addirittura di case private, così qualsiasi proprietario di un mezzo collettivo è un soggetto a rischio estorsione. Non fanno naturalmente eccezione gli autisti dei vecchi bus urbani tuonanti e fumosi, caratteristici di questa capitale.
Il giro d'estorsioni è in mano soprattutto a due pandillas, la Mara Salvatrucha e la Pandilla 18, bande a carattere transnazionale, composte da giovani che si contendono differenti porzioni di territorio urbano.
Le estorsioni sono ottenute attraverso minacce dirette o telefoniche. Uno studio della Polizia Nazionale Civile sostiene che solo nel 2010 il novanta per cento di quest'ultime è stato diretto dall'interno di poche carceri, dove leader attivi delle due gang hanno possibilità di gestire comodamente un enorme giro di affari: "Paga o ti ammazziamo", questa la distorta ragione di scambio su cui si basa la loro strategia economica. Nel 2008 per esempio, 63 sono stati
gli autisti uccisi solo a Città del Guatemala, 255 in tutto il paese, secondo un report sui diritti umani dell'U.S. Departement of State.
I dati a disposizioni sull'ammontare delle somme di denaro richieste sono assolutamente poco chiari. Un articolo del 30 gennaio 2011 apparso su Nuestro Diario, uno dei giornali più popolari del Paese (una sorta di resoconto giornaliero delle morti più spettacolari, condito con foto di bellezze locali e una sezione sportiva) parla di cifre che possono oscillare tra i 100 e i 3.000 Quetzal (13 - 390$), alla settimana o al mese.
Le estorsioni contro gli autisti e i loro aiutanti si trasformano in pericolo per i cittadini. Infatti, oltre agli assalti a mano armata, esperienze ormai abitudinarie sugli autobus di Città del Guatemala, la spirale di violenza è sfociata a volte, purtroppo, in puro terrore: lo scorso 3 gennaio un attacco con una bomba incendiaria ad un bus a tratta extraurbana è costato la vita a nove passeggeri. Chi può permettersi una moto, una macchina o un taxista di fiducia, spesso decide di non utilizzare più i mezzi collettivi.
La municipalità capitolina e il governo guatemalteco hanno preso già da qualche tempo alcuni importanti provvedimenti, ma seguendo due strategie differenti e poco coordinate tra loro, cercando rispettivamente di accaparrarsi consenso politico a proprio favore, consenso dal peso sempre più rilevante in quest'anno di campagna elettorale.
Da una parte il Transmetro, progetto della municipalità di Città del Guatemala, presieduta da Álvaro Arzú. Autobus verdi a corsia preferenziale hanno iniziato a percorrere alcuni tratti urbani. Un sistema comodo, efficiente e, soprattutto, sicuro: accessi con tornelli controllati da personale addetto, videosorveglianza, agenti della polizia municipale.
Dall'altra il Transurbano, progetto del governo di Álvaro Colom: bus di colore blu, usufruibili solamente se muniti di una tessera magnetica ricaricabile. La tessera sostituisce il denaro, diminuendo quindi il pericolo degli assalti. Unica pecca del sistema, il fatto di non possedere una corsia preferenziale e quindi di non poter offrire una reale alternativa al traffico caotico che intasa quasi costantemente la conurbazione più grande del Centro America.
Il Transurbano ha puntato dunque su un'altra strategia, ossia la penetrazione in zone più periferiche. A questo proposito, il 12 febbraio, il presidente Colom in persona ha inaugurato in pompa magna la seconda fase del progetto. Il Transurbano ha raggiunto la zona 18 della città. Zona rossa, area marginale, soggetta ad alti livelli di violenza sociale. Si temono nuovi assalti e attacchi terroristici contro ciò che potrebbe rappresentare un importante affronto non solo al grande giro di affari connesso alle estorsioni, ma anche alla stessa economia legata ai mezzi collettivi già esistenti, che il Transurbano punta gradatamente a sostituire. Il governo, dal canto suo, ha intensificato il numero di agenti della polizia presenti sul territorio, ma la preoccupazione dei residenti non sembra diminuire.

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