Magdalena, Gregoria, Teresa e Amparo

Registrazione del 13 ottobre 2010

Magdalena, Gregoria, Teresa e Amparo sono quattro donne concrete che abbiamo incontrato in Guatemala durante l’ultimo nostro viaggio. Vivono nell’aldea El Conacaste e la loro storia è importante per comprendere che anche in un contesto precario come quello del Guatemala, si può, attraverso la progettualità e il microcredito, riuscire a trovare uno stimolo per cambiare e, prendendosi delle responsabilità, costruirsi un’alternativa

Magdalena: “
Il Guatemala è un paese dominato da una mentalità machista, maschilista, e non è facile per una donna avere una propria autonomia e credibilità. Mi chiamo Magdalena, ho 32 anni e 4 figli, un maschio e tre femmine. L’ultimo ha tre anni. Sono stata violentata a 12 anni e la stessa sorte è capitata a una delle mie figlie quando aveva 12 anni. È stata violentata da uno zio paterno che ora si trova in prigione perché l’ho denunciato.
Tutto è successo un giorno che ero fuori casa, nel campo a lavorare la terra. Mia figlia non mi ha raccontato cosa era successo. L’ho scoperto perché era strana, non parlava più, era silenziosa e dopo l’ennesima volta che l’ho trovata in casa a piangere mi sono decisa a chiederle cosa non andava e mi ha raccontato tutto.
I
miei quattro figli sono di due uomini diversi che non mi aiutano in nessun modo per cui devo arrangiarmi e lavorare per i miei figli, per dare loro da mangiare e per mandarli tutti a scuola.
Nonostante tante problemi siamo riusciti a sopravvivere e mi sono creata delle alternative.
Insieme ad altre tre donne, per essere sempre più autonome e indipendenti abbiamo chiesto aiuti economici con il microcredito per creare delle piccole attività commerciali nelle nostre case. Due delle mie amiche (Amparo e Gregoria) hanno figli e i mariti lavorano a città del Guatemala e fanno ritorno solo per tre giorni al mese. Lavorano come cuochi in un grande hotel della capitale. Teresa, invece, ha il marito invalido e deve seguire i figli oltre che lavorare per portare a casa il denaro sufficiente anche per le medicine. In questi anni abbiamo raggiunto dei risultati attraverso un microprestito di 1500 quetzales (circa 150 euro) che ci ha permesso di comperare polli da ingrasso per un allevamento che ora ne conta 100. Fruttano 11,5 quetzales alla libra (poco più
di 1 euro per ½ chilo circa). I polli sono pronti per la vendita dopo circa sei settimane. Un pollo, se alimentato bene, arriva a pesare anche 5 libbre (circa 2,5 chilogrammi) e la vendita si aggira attorno ai 55 quetzales (circa 5 euro) con un guadagno finale di 20 quetzales a pollo (circa 2 euro).
16 mesi fa, insieme alle mie amiche è partito un nuovo progetto di produzione di shampoo, una piccola sfida dopo aver chiesto un credito di 1500 quetzales a testa.
Abbiamo chiesto un prestito ad Alvaro raccontando l’idea che avevamo in testa e, dopo un corso di formazione che ci ha permesso di imparare a lavorare diversi prodotti chimici insieme ad altri prodotti naturali derivati dall’aloe, dalla camomilla e dal bianco dell’uov, abbiamo prodotto shampo. Dopo un anno abbiamo reso il prestito ed ora, con l’interesse mensile che depositato in un conto bancario che abbiamo aperto con Alvaro, abbiamo risparmiato 50.000 quetzales (circa 5 mila euro). ½ litro di shampo lo vendiamo a 15 quetzales ( 1,5 euro circa) con un guadagno a confezione di 2,5-3 quetzales ( 0,25-0,30 euro). Per ogni giornata lavorativa riusciamo ad avere un compenso di 50 quetzales (circa 5 euro). Il resto del guadagno ricavato dalla vendita viene depositato in banca. Lo shampo viene prodotto e venduto a CFCA, l’organizzazione degli Stati Uniti dove lavora Alvaro. Con i soldi risparmiati siamo riusciti a comperare un piccolo terreno e pensiamo di poter costruire una piccola struttura dove lavorare per produrre lo shampo perché ora lo facciamo nella casa di Ampara. Avendo una sede che non sia una casa, come
ci richiede lo stato, possiamo avere tutta la documentazione e il codice a barre per poterlo vendere nei mercati e ai negozi della capitale e dei paesi vicini alla nostra aldea dove viviamo”.
Alvaro: “ Il progetto shampo è un progetto modello che viene portato come esempio per le altre donne che chiedono di avere un prestito per iniziare un progetto produttivo. La loro è una piccola impresa che da lavoro a loro stesse e, quando la richiesta di shampo è elevata, anche ad altre due donne della comunità di Conacaste dove loro vivono”.

La casa di Magdalena è dignitosa e pulita. Le bambine vestite con abiti semplici ma puliti studiano con buoni risultati tranne il più piccolo che ha solo tre anni. Andiamo a visitarla e continuiamo la conversazione.

Magdalena: “ Con il microcredito siamo riuscite a crearci un futuro creando una microimpresa. Con la costruzione di un magazzino dove lavorare pensiamo di poter ampliare il mercato. La costruzione costa 25.000 quetzales (circa 2.500 euro) e pensiamo di poter iniziare i lavori nel 2011”.
Alvaro: “ Sono quattro donne che lavorano molto, con le idee molto chiare e sulle loro spalle l’intera famiglia non potendo contare molto o per nulla, come Magdalena, nella presenza dei loro uomini. Oltre alla produzione dello shampo allevano galline, polli e maiali, comprati anch’essi con il microcredito, ingrassati e venduti al mercato per poterne comprare un secondo. L’ingrasso del maiale e la successiva vendita rende molto bene. Con la vendita dello shampo riescono a creare anche un ulteriore fondo mettendo da parte 25 centavos di quetzales (circa 0,025 euro) che diventa un fondo di solidarietà messo a disposizione della comunità per le necessità urgenti tipo quelle sanitarie come ad esempio l’acquisto di farmaci che alcune donne della comunità hanno chiesto”.


Magdalena: “Come è cambiata la nostra vità? Prima sopravvivevamo andando a vendere i pochi prodotti coltivati, nella poca terra che possediamo, al mercato. Ora lavoriamo a casa, continuano a coltivare anche la terra con fagioli e mais ma davanti a noi vediamo un futuro”.

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