5 febbraio 2008

Sabato pomeriggio (25 gennaio 2008)

scritto da Emanuele Chiodini [ins onlus]

Ains e Incontramondi hanno organizzato presso la Biblioteca Comunale di San Martino Siccomario un incontro dal tema: "Una solidarietà intelligente". Si è trattato di un'iniziativa culturale in cui è stato presentato il libro che ha dato origine all'appuntamento. E' stato un momento di approfondimento sui temi della solidarietà, della giustizia e della pace insieme all'autore del libro che era presente in veste di relatore. Il suo è stato un intervento dialogico con il pubblico presente composto - potremmo così definirlo - "da addetti ai lavori"; persone dunque fortemente motivate e interessate circa le tamtiche trattate. Adriano Sella è un missionario saveriano che ha lavorato in Amazzonia per 12 anni e dove è stato anche responsabile della commissione giustizia e pace della conferenza episcopale del nord del Brasile. Nel sub-continente brasiliano è stato assistente spirituale delle comunità di base e ha accompagnato l'impegno del movimento dei senza terra per la riforma agraria. Rientrato in Italia nel 2002, svolge attualmente il suo ministero presso la diocesi di Padova dove è responsabile dell'ufficio per la pastorale sociale del lavoro, giustizia e pace e per la salvaguardia del creato. E' un profondo conoscitore dei temi dell'etica sia in campo sociale che teologico.Una solidarietà per essere intelligente deve sapersi mettere in discussione. Bisogna operare dei cambiamenti nel nostro modo di pensare la realtà che ci circonda, allargare i nostri orizzonti verso un cambiamento radicale negli stili di vita. E' necessario ritrovare nuove coordinate per l'interpretazione del mondo. Chi opera a favore dei più bisognosi, soprattutto se si tratta di popolazioni del Sud del mondo, non può esimersi nel ricercare strategie nuove e efficaci per operare interventi sempre più duraturi e incisivi.Allora bisognerà passare da un concetto di solidarietà intesa come elemosina o assistenza verso un dato generatore di giustizia ed equità. Una solidarietà che riesca a sradicare le radici del male e rimuovendone le cause senza limitarsi ad alleviare solamente le sofferenze; che sappia creare rapporti paritari tra i popoli della terra; che possa un giorno liberarsi dal potere del denaro e valorizzare le risorse locali umane ed economiche. Una solidarietà infine che può divenire una leva per generare nuovi stili di vita. Questi, in estrema sintesi, gli argomenti trattai in un pomeriggio trascorso troppo in fretta.Altri testi di riferimento di Adriano Sella sono: "Miniguida dei nuovi stili di vita" e "La Giustizia", (Monti Editore, per entrambi) quest'ultimo con la prefazione del notissimo missionario Alex Zanotelli. Il quale afferma: " Grazie Adriano per quello che hai fatto e che stai facendo. Sentiamoci in profonda sintonia, perchè stiamo compiendo, tutti insieme, dandoci una mano, quello che il Signore chiede a noi missionari di oggi: essere missionari nei sotterranei della vita e della storia, camminando a fianco dei poveri, ma anche nel cuore delle città del Nord del pianeta, contestando questo sistema, proponendo un'alternativa e creando le reti che porteranno lentamente alla costruzione di un mondo che sia differente da quello che abbiamo fra le mani".Una solidarietà intelligente. Per vivere da cittadini consapevoli e da cristiani responsabili.

27 gennaio 1945-27 gennaio 2008

Per non lasciarsi sopraffare da fenomeni come la rimozione o, peggio, la negazione di ciò che è stato

Cosa significa "Giornata della memoria"? Una semplice ricorrenza da celebrare tutti gli anni il 27 gennaio? Di per sè è stato un grande atto di civiltà politica aver istituito questo "memoriale" da parte delle massime istituzioni italiane. Avere cioè immesso nel calendario delle ricorrenze civili una data in cui viene esercitata la memoria e il ricordo. La data non è casuale: il 27 gennaio 1945 veniva liberato il campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau grazie all'intervento dell'Armata Rossa. In quei frangenti terribili della storia d'Europa l'esercito sovietico, avanzando da est verso ovest, stava concludendo .- insieme agli anglo americani impegnati su altri fronti - la liberazione del Vecchio Continente debellandolo definitivamente dalla follia nazista e fascista.Memoria e ricordo.In più di 60 anni di riconquistata libertà sono stati scritti torrenti di parole , pubblicati testi su testi circa la "Shoah", lo sterminio degli ebrei messo in pratica dal Reich Hitleriano - e molto si è indagato per approfondire le conoscenze della ragione di un male così strutturato e stratificato. Molti studiosi, teologi, filosofi, sociologi, psicologi sono concordi nell'identificare quel particolare periodo storico (tra il 1933 e il 1945) come un abisso dove l'umanità ha raggiunto punti di malvagità difficilmente eguagliabili rispetto ad altri momenti della storia recenti e passati.Rischia così di diventare un discorso di pura retorica tentare di aggiungere altre parole che, in questo contesto, risulterebbero niente affatto nuove e nemmeno efficaci.Siccome la memoria, abbiamo detto, è un esercizio (l'ha ricordato molto bene il 25 Aprile 2005 in piazza Duomo a Milano l'allora Presidente della Repubblica C.A. Ciampi durante le celebrazioni ufficiali del 60° anniversario della liberazione affermando che "un popolo senza memoria è un popolo che langue") vorrei offrire all'attenzione di chi legge alcuni riferimenti, tra i tantissimi, per un approfondimento.Un testo base per capire la natura del nazismo e dei fatti ad esso conseguenti è "La banalità del male" di Hannah Arendt (ed. Feltrinelli). La filosofa tedesca affronta in questo libro, divenuto negli anni un best-seller del pensiero, il processo ad Adolf Eichmann svoltosi a Gerusalemme a partire dall'11 Aprile 1961. <>. (cfr. post-fazione)Due scritti molto più vicini a noi sono invece: "Noi ricordiamo: una riflessione sulla Shoah" di Giovanni Paolo II del 16 marzo 1998. E' il punto di vista del Papa predecessore di Benedetto XVI circa il tema della tragedia dello sterminio con un particolare e scontato riferimento alla storia della chiesa del secolo XX e alle sue responsabilità.Da ultimo segnalo "Sondekommando Auschwitz" di Shlomo Venezia, ed. Rizzoli anno 2007. Una testimonianza veramente angosciante ma lucidissima di un sopravvissuto al più terribile dei lager tedeschi. In questo libro si racconta l'esperienza incredibile degli addetti (ebrei) che le SS utilizzavano per il funzionamento delle camere a gas e dei forni crematori. E' un viaggio in un girone dell'inferno.Ricordare dunque. Per non lasciarsi sopraffare da fenomeni come la rimozione o, peggio, la negazione di ciò che è stato. Ricordare per non omologare e anestetizzare le menti secondo un pensiero superficiale e banale che attanaglia il tempo del presente che tutti noi stiamo vivendo.Ricordare è educare.Noi di Ains cerchiamo, per quanto possibile, di ricordare anche quanto è avvenuto ( e avviene) nel mondo al di là della grande storia del Novecento che ha caratterizzato e cambiato, principalmente, gli assetti e la vita dell'Europa e del Nord del mondo.Ci sono, in giro per il pianeta, tante guerre dimenticate e tanti fatti gravissimi, tra cui genocidi di intere popolazioni che non sono menzionate dall'informazione corrente. Uno di questi è una vicenda che conosciamo da vicino: il tentato genocidio del popolo Maya del Guatemala. Ce lo racconta a chiare lettere in un libro Rigoberta Menchù ("Mi chiamo Rigoberta Menchù" ed Giunti, rist. anno 2007), quel libro che le è valso il premio Nobel per la pace nel 1992. A questa storia noi siamo molto vicini e, in occasione della giornata della memoria, vogliamo dedicare un nostro pensiero anche alle popolazioni del Guatemala che oggi, dopo 36 anni di guerra civile, con fatica ricominciano a sollevare la testa. Ricordare per raccontare.Ricordare per credere che il male, nella storia dell'umanità, non ha futuro.
Emanuele Chiodini [ains onlus]