31 luglio 2010

Fondo di solidarietà post uragano Agatha in Guatemala: aggiornamento al 30 luglio 2010



eccoci arrivati a
9180,90 euro
manca veramente poco per raggiungere quota
10 mila euro

Chi fosse interessato può contribuire versando un’offerta sul conto corrente postale 46330429 intestato ad AinsOnlus.

Causale:
Fondo di solidarietà post uraganoAgatha in Guatemala

25 luglio 2010

Fondo di solidarietà post uragano Agatha in Guatemala: aggiornamento al 25 luglio 2010



siamo a
9.000,90 euro

mancano solamente 1.000,00 euro
per raggiungere i
dieci mila euro


Chi fosse interessato può contribuire versando un’offerta su conto corrente postale
46330429 intestato ad AinsOnlus.
Causale:
Fondo di solidarietà post uraganoAgatha in Guatemala

Infermieri coinvolti a torto nella vicenda


Nessuna pressione e Galeppi è un sindacalista. Con Chiriaco solo rapporti professionali. Ricevo mandati solo dalla direzione sanitaria.

Dispiaciuto e offeso. Sono i due sentimenti che animano Enrico Frisone nella sua duplice veste di dirigente per le professioni sanitarie e assistenziali dell’Asl di Pavia e di Presidente del Collegio Ipasvi provinciale.
“Si, ammetto di essere choccato e credo come tutti coloro che vi operano è tanto il dispiacere di vedere l’Azienda coinvolta – spiega Frisone –
personalmente vorrei ribadire che io ho sempre lavorato su mandati direttamente provenienti dalla direzione generale. Certamente ho avuto anche rapporti professionali con Chiriaco, come è normale che sia tra un direttore sanitario e un dirigente infermieristico. Ma i nostri discorsi sono sempre stati puramente a carattere lavorativo”.
Se in questa sua prima veste Frisone si dichiara dunque dispiaciuto, subentra la rabbia quando indossa i panni del Presidente del Collegio Ipasvi, quindi degli Infermieri.
“Cio’ che è stato scritto sul quotidiano locale “La Provincia Pavese” non corrisponde a verità – commenta infatti Frisoneinnanzitutto Mimmo Galoppi non è un infermiere, bensì un sindacalista e – con il massimo rispetto – non è esattamente la stessa cosa. E sempre dalle colonne del quotidiano ho appreso anche che gli infermieri – o alcuni di loro - avrebbero fatto pressioni per votare certi candidati piuttosto che altri. Escludo categoricamente che questo sia mai accaduto e che ci siano stati infermieri che si siano prestati a giochi di questo genere. Anzi nel periodo elettorale noi come Collegio ci siamo impegnati al massimo proprio per dare spazio a tutte le voci, nel pieno rispetto generale. Addirittura nel convegno organizzato per la giornata dell’infermiere abbiamo impedito a qualche candidato di entrare per distribuire i suoi volantini per evitare di alimentare discussioni in merito alla nostra neutralità come collegio”.

Daniela Scherrer
il ticino, 24 luglio 2010 – pag.10

23 luglio 2010

Fondo di solidarietà post uragano Agatha in Guatemala: aggiornamento al 23 luglio 2010



8.160,90 euro


è la cifra raccolta.


Chi fosse interessato può contribuire versando un’offerta su conto corrente postale


46330429 intestato ad AinsOnlus.


Causale:
Fondo di solidarietà post uraganoAgatha in Guatemala

21 luglio 2010

fondo di solidarietà post uragano Agatha in Guatemala: aggiornamento al 21 luglio 2010



siamo a quota 7.860,90 euro


grazie agli amici dell'associazione
"Amici di Rekko 7" di Ravenna che ci hanno donato 1.500 euro


mancano solo
2,139,10 euro
per raggiungere l’obiettivo di
10 mila euro

Chi fosse interessato può contribuire versando un’offerta su conto corrente postale 46330429 intestato ad AinsOnlus.

Causale:
Fondo di solidarietà
post uraganoAgatha in Guatemala

19 luglio 2010

fondo di solidarietà post uragano Agatha in Guatemala: aggiornamento al 18 luglio 2010



siamo a quota
6.360,90 euro
manca poco per raggiungere l’obiettivo di
10 mila euro

Chi fosse interessato può contribuire versando un’offerta su conto corrente postale
46330429
intestato ad AinsOnlus.

Causale:Fondo di solidarietà post uraganoAgatha in Guatemala

Ballata delle donne*


Quando penso che il tempo è passato,
le vecchie madri che ci hanno portato,
poi le ragazze che furono amore,
e poi le mogli le figlie le nuore,
femmina penso, se penso una gioia:

pensarci il maschio, ci penso la noia:

quando ci penso, che il tempo è venuto,
la partigiana che qui ha combattuto,
quella colpita, ferita una volta,
e quella morta, che abbiamo sepolta,
femmina penso, se penso la pace:
pensarci il maschio, pensare non piace:

quando ci penso il tempo ritorna,
che arriva il giorno
che il giorno raggiorna,
penso che è culla una pancia di donna,
e casa e' pancia che tiene una gonna,
e pancia è cassa, che viene al finire,
che arriva il giorno che si va a dormire:

perchè la donna non è cielo, è terra,
carne di terra che non vuole la guerra:
è questa terra, che io fui seminato,
vita ho vissuto che dentro ho piantato,
qui cerco il caldo che il cuore non sente,
la lunga notte che divento niente:

femmina penso, se penso l'umano,
la mia compagna, ti prendo per mano.


*da Edoardo Sanguineti, 'Il gatto lupesco' (Poesie 1982-2000) Ed. Feltrinelli

18 luglio 2010

facebook


Carissime e carissimi,

AinsOnlus ha riattivato la propria presenza su Facebook.
Anche questo canale 'virtuale' di comunicazione puo' diventare, per la nostra associazione, un modo in più per far circolare le notizie sul Guatemala e sui progetti di solidarietà promossi e realizzati dal nostro gruppo in questo paese del CentroAmerica.
Di certo non avremo tempo per la chiacchiera...spesso fine a se stessa... che si registra sovente su questo network; con cio', in alcuni momenti ci puo' anche stare e puo' diventare essa stessa momento di conoscenza reciproca.
A questo proposito, siamo ad invitare tutti coloro che avessero già un proprio profilo su Facebook, di inviarci la richiesta di amicizia digitando 'Ains Onlus'.
E, già che ci siamo, se qualcuno/a se la sente, di proporre il nostro indirizzo ai proprii amici già interconnessi.
Accetteremo volentieri tutti i nuovi arrivi, ampliando così la nostra (e la vostra) rete di contatti.
L'importante, come sempre, è che le buone idee e i buoni propositi circolino con coraggio e seminino con giusto vigore saggezza e progresso civile.
Grazie a tutte e a tutti,

Il Gruppo di AinsOnlus

Ruggero Rizzini
Elisa Moretti
Giulia Dezza
Andrea Bellingeri
Emanuele Chiodini

16 luglio 2010

TESTIMONIANZA.IL CORAGGIO DI CAMBIARE

L’amore per il Guatemala è nato a poco a poco. Di fronte all’estrema povertà si è disarmati e ci si interroga “ Io cosa posso fare?”. Poi ci si rende conto che qualcosa si può fare davvero, senza troppe rinunce, senza partire in missione. Basta cambiare il proprio stile di vita per non essere complici di una situazione drammatica, dove il pensiero è rivolto alla giornata, perché è difficile credere in un futuro. È questa la testimonianza di una giovane saronnese, giulia, che ha percorso una strada a tappe, ricevendo lezioni di umiltà, fino a capire che il volontariato può anche iniziare come modo per riempire il nostro vuoto, ma che deve diventare qualcosa fatto per gli altri. Davvero. Come regalare un bel capretto a natale.


Con il Guatemala nel cuore
Quando una capretta può fare la differenza
Con uno stile di vita diverso possiamo fare qualcosa perché

un altro modo è possibile


SARONNO (bun) La solidarietà va a dorso di una capretta e partendo da pavia è passata da Saronno per raggiungere i villaggi sperduti del Guatemala. Un gruppo di saronnesi, già volontarie Asvap4, ha deciso, nel Natale del 2007, di non scambiarsi i “soliti” regali e di “investire” in caprette e galline, rispondendo all’invito di un’associazione pavese, Ains, che da anni porta aiuti in Guatemala. L’anello di congiunzione tra la città degli Amaretti e Pavia è costituito da un’altra saronnese, Giulia, che ha incontrato l’amore prima per un uomo, Ruggero un volontario, e poi per un paese, il Guatemala. Mentre quel Natale ormai è un ricordo, i fatti dello scorso maggio hanno riportato sotto ai riflettori la situazione di estrema povertà che è stata peggiorata dal passaggio dell’uragano Agata che ha colpito delle popolazioni già in difficoltà dove opera il sodalizio. L’associazione ha una storia ultradecennale ed è nata dall’iniziativa di tre infermieri e, da allora, sono stati fatti tanti “piccoli” passi che hanno portato a raggiungere mete importanti. “Noi sosteniamo dei micro-progetti – spiega Giulia – sia per le forze messe in campo sia perché più facilmente gestibili. Aiutiamo popolazioni che vivono in estrema povertà in villaggi spesso difficilmente raggiungibili”. Poi svela il “segreto” che permette loro di eseguire interventi mirati: “abbiamo là dei referenti autoctoni – conferma – suora Antonietta e un laico, Alvaro Aguilar Aldana, che ci permettono di conoscere le loro priorità e per noi sono fondamentali. Attualmente – aggiunge la volontaria saronnese – portiamo avanti diversi progetti: di accoglienza delle bambine di strada, sono 48 quelle assistite; di sostegno scolastico di 150 ragazzini; di micro-credito. Solo per citarne alcuni. Il passaggio dell’uragano ha peggiorato la situazione – precisa Giulia – e lasciato senza casa 15 bambini, ma non un’abitazione di quelle che immaginiamo noi. A Pavia abbiamo subito avviato una raccolta di fondi e in poco più di 20 giorni abbiamo raccolto 4 mila euro, adesso speriamo di raggiungere i 10 mila”. Raccogliere i fondi, non è però l’unico obiettivo del sodalizio: “Sensibilizzare e informare va di pari passo con il sostegno economico – aggiunge Ruggero portando la propria testimonianza -. Mi piace andare al supermercato, ma le esperienze di viaggio in Guatemala mi hanno insegnato ad avere più attenzione per il cibo, perché la non si mangia quasi nulla. L’atteggiamento è diverso, possiamo cambiare qualcosa nel nostro stile di vita, cercare un’alternativa alle multinazionali. Alla domanda “un altro mondo è possibile?” io rispondo convinto che un altro modo è possibile. Dai gruppi di acquisto all’equosolidale, sono diverse le occasioni per aiuate “l’altra parte del mondo” senza per forza infliggerci rinunce. Un po’ come nel caso delle capre: “L’ottica è la progettualità – precisa Giulia -.
Il progetto delle capre ha permesso di imparare a nutrire i bambini appena svezzati con il latte, sostituendolo al caffè. È stata anche l’occasione per responsabilizzare i bambini più grandi affidando a loro la cura della capra e anche per garantire l’aiuto reciproco tra le famiglie; infatti chi aveva ricevuto l’animale aveva l’obbligo di regalare il primo capretto nato, innescando una catena virtuosa”. Piccole quantità, ma con continuità: suona quasi come uno slogan l’idea di intervento solidale che hanno i volontari. “Anno dopo anno i risultati si vedono – confermano – e l’ottica sta cambiando, le persone iniziano a progettare il futuro senza limitarsi a vivere alla giornata e questo non è poco”. Ed ecco i micro-crediti che fanno nascere dei gruppi di lavoro tra i contadini e l’obbligo di mandare a scuola i bambini, innescando nuovamente un ciclo virtuoso. “Bisogna stare attenti a non voler dettare le regole – aggiungono -, coltivando invece dei rapporti basati sulla fiducia e tra pari, non il ricco che impone al povero, perché i veri poveri qui siamo noi, che non abbiamo neppure idea di cosa voglia dire vivere nella povertà”. L’uragano ha portato distruzione, forse non ha fatto tanto clamore, ma c’è chi ha perso tutto. La dove quel “tutto” è davvero poco. Poco o tanto, qualcosa si può fare, magari iniziando a conoscere la realtà di questo sodalizio e dei villaggi aiutati, senza per forza aspettare il prossimo natale.


Daniela Busnelli
LA SETTIMANA, edizione della testata “Settegiorni” Saronno, Bassa Comasca, Tradatese e Valle Olona venerdì 9 luglio 2010, pag. 9 - www.lasettimanadisaronno.it












15 luglio 2010

Valore

Considero valore ogni forma di vita, la neve, la fragola, la mosca.
Considero valore il regno minerale, l'assemblea delle stelle.
Considero valore il vino finche' dura il pasto, un sorriso involontario, la stanchezza di chi non si e' risparmiato, due vecchi che si amano.
Considero valore quello che domani non varra' piu' niente e quello che oggi vale ancora poco. Considero valore tutte le ferite.
Considero valore risparmiare acqua, riparare un paio di scarpe, tacere in tempo, accorrere a un grido, chiedere permesso prima di sedersi, provare gratitudine senza ricordare di che .
Considero valore sapere in una stanza dov'e' il nord, qual e' il nome del vento che sta asciugando il bucato.
Considero valore il viaggio del vagabondo, la clausura della monaca, la pazienza del condannato, qualunque colpa sia.
Considero valore l'uso del verbo amare e l'ipotesi che esista un creatore.
Molti di questi valori non ho conosciuto.


Erri De Luca, da “Opera sull’acqua e altre poesie”

L’ERA DELLA CONSAPEVOLEZZA

Oggi non si “uccide“ più solo direttamente, a bastonate o in altro modo.
Oggi non si ruba più solo infilando la mano nella tasca del vicino in metropolitana o svaligiandogli la casa d’estate.
Oggi non si mente solo raccontando bugie alla mamma.
Oggi si fa del male indirettamente, quasi senza rendersene conto.
Ad esempio investendo il nostro denaro in realtà che promuovono guerra e distruzione, che senza alcuno scrupolo sfruttano il lavoro minorile, distruggono l’ambiente o sterminano intere popolazioni inquinando falde acquifere o deviando fiumi e costruendo dighe.
Allo stesso modo, oggi non si fa del bene solo con l’elemosina o aiutando una nonnina ad attraversare la strada.
E neppure accogliendo un minore abbandonato o sostenendo a distanza l’educazione di un bambino.
Lo si può fare anche indirettamente, investendo il nostro denaro in realtà che aiutano popolazioni povere attraverso lo strumento del microcredito o scegliendo un sistema di vita alternativo al modello economico attuale e allo stile di vita consumista e massificato che produce povertà, guerra e distruzione dell’ambiente. Miseria, armi e inquinamento.
Oggi siamo consapevoli delle conseguenze indirette di tutti i nostri comportamenti, delle nostre decisioni, delle nostre scelte.
O le indirizziamo a favore della pace, dello sviluppo dell’umanità, dei poveri, della tutela dell’ambiente e delle nostre comunità… o contro tutto ciò.
O mettiamo al centro tutti (il cosiddetto “bene comune”) o nessuno (al massimo solo noi e “i nostri”).
Oggi è tempo di applicare la responsabilità morale indiretta a ogni nostra scelta, comportamento, a ogni aspetto della vita, a ogni livello.
Soprattutto perché oggi siamo in “tempo di crisi”.
Ci sentiamo vulnerabili, abbiamo paura.
L’analisi delle crisi finanziarie comporta un ripensamento complessivo del nostro modello di sviluppo.
Abbiamo un’opportunità unica anche per ripensare i circuiti del risparmio e del credito, in modo tale da garantire risparmiatori e cittadini, e al tempo stesso non schiacciare i più poveri sotto il peso del debito pubblico.
La questione non interessa solo i flussi economici internazionali e le loro ricadute sui destini del pianeta.
Bisogna anche ridefinire il nostro modo di intendere la realtà, il rapporto tra fede e vita, la capacità di districarci nella complessità delle interdipendenze dei fenomeni.
Grazie alla crisi possiamo ripensare un po’ tutto.
Possiamo anche rivoluzionare culturalmente la situazione in cui siamo finiti.
Molti paiono cedere al relativismo etico o all’inerzia, rinunciando all’analisi e alla comprensione, e in ultima istanza, all’assunzione di responsabilità.
Ciò è sintomatico dell’emergenza educativa necessaria in questo tempo presente.
Di fronte alla complessità, immersi in una sorta di paura di tutto e di tutti, di ostilità e diffidenza, c’è il rischio di vivere in uno stato continuo di guerra fredda, di difesa dei risultati acquisiti dai nemici invasori, immigrati o “altri” che siano.
Occorre pertanto tornare a educare al bene comune nell’era della complessità.
Educarci ed educare alla mondialità, per sentirci tutti responsabili di tutti.
E assumere stili di vita e criteri etici di gestione delle nostre realtà, coerenti con i nostri valori.
La solidarietà verso il povero che “vedo” e la comprensione di meccanismi che “non vedo” sono collegate.
Spetta a noi lavorarci su.
E assumerci, tutti, le nostre responsabilità.
La risposta nuova alle sfide presenti, alle crisi ricorrenti è solo una: assunzione di responsabilità. Ripartire da nuove forme di responsabilità da parte di tutti per cambiare e costruire comunità nuove.
Comincia una nuova era.È la sfida che ci attende.



Tratto da:
L’ERA DELLA CONSAPEVOLEZZA
Giulio Albanese, Paolo Beccegato, Patrizia Caiffa, Alessandro Lombardi
Pag. 107-109, 2010 MESSAGGERO DI SANT’ANTONIO – EDITRICE
Basilica del Santo – Via Orto Botanico, 11 – 35123 Padova
www.edizionimessaggero.it
























fondo di solidarietà post uragano Agatha in Guatemala: aggiornamento al 15 luglio 2010



Per l’appello straordinario di solidarietà lanciato dalla nostra associazione per il disastro dell’uragano Agatha in Guatemala, sono già stati raccolti
6.230,90 euro


L’obiettivo è di arrivare a
10 mila euro

Chi fosse interessato può contribuire versando un’offerta su conto corrente postale
46330429 intestato ad AinsOnlus.

Causale:
Fondo di solidarietà post uragano
Agatha in Guatemala

13 luglio 2010

Disastri, del Guatemala nessuno vuole parlare


Lettera alla Provincia Pavese pubblicata il 13 luglio 2010

Gentile Direttore,
come piccolo gruppo associativo che si occupa da diversi anni della promozione e realizzazione di differenti progetti di solidarietà in Guatemala, vorremmo porre alla vostra attenzione e a quella del variegato mondo associativo, soprattutto di quello che opera all’estero, una serie di brevi questioni sottoforma di riflessioni e domande.
Circa un mese fa il Guatemala è stato violentemente battuto da un uragano denominato «Agatha». Questo impervio fenomeno atmosferico, in estrema sintesi, ha causato danni ingentissimi a persone, cose, abitazioni, vie di comunciazione, servizi di pubblica utilità, eccetera.
Come mai il sistema mediatico mondiale ha praticamente omesso di comunicare la reale entità dell’accaduto?
Come mai, al contrario, il fenomeno del terremoto di Haiti è stato divulgato in ogni modo e in ogni forma?
Niente in contrario al fatto che l’opinione pubblica
del pianeta sia stata informata della sciagura haitiana ma, non si ravvisa, nella comuni situazioni di disperazione una evidente disparità di trattamento?
Come mai la realtà del Guatemala, difficile e non di certo allegra, non appare mai, agli occhi di chi è chiamato ad informare, nei termini concreti e incontrovertibili quale essa è?
Sarà che noi siamo una piccola Onlus (www.ainsonlus.blogspot.com) molto distante dalle dinamiche teorico-pratiche delle grandi organizzazioni; fatto sta che l’impegno verso l’emergenza «Agatha», a quanto ci risulta, è stato promosso a livello italiano, solo dalla nostra Associazione e dagli amici di Ravenna di «Rekko7» e da poche altre piccole realtà credenti nel valore della solidarietà.
Perchè di questo benedetto e dimenticato Guatemala non parla mai nessuno?

Elisa Moretti
Giulia Dezza
Andrea Bellingeri
Emanuele Chiodini
don Edoardo Peviani
Ruggero Rizzini