29 giugno 2010

Solidarietà post emergenza


Sabato 26 giugno 2010, 17:29
Da:
"pippo tadolini" pippotadolini@tin.it
A:
"ains onlus"
ruggerorizzini@yahoo.it

Ciao Ruggero, ciao Giulia, ciao a tutte le amiche e amici del vostro comitato.

Abbiamo fatto l'incontro dell'Associazione mercoledi sera, abbiamo fatto il punto della situazione e naturalmente abbiamo discusso anche dell'emergenza post alluvione.

Fra i vari SOS che abbiamo esaminato, ci è sembrato che il vostro sia quello che ci sta più a cuore.

Innanzi tutto perchè vi conosciamo e aiutare un gruppo di amici è qualche cosa che si fa più volentieri che andare alla cieca.

E poi perchè conoscendo l'impostazione del vostro lavoro, basato soprattutto su "microrealizzazioni", ci sembra che sia più adatto alle nostre possibilità.

Per cui vi prego di inviarmi una nota dei bisogni e dei progetti eventualmente già esistenti, e vedremo come poter intervenire.

Oh, non aspettatevi che noi possiamo tirare fuori bigliettoni a quattro o cinque zeri, però qualcosa riusciremo a fare.

Aspetto vostre sollecite notizie.

Per una bella estate solidale e produttiva.

La lucha sigue...


Pippo
Presidente di “Amici di Rekko 7” (Onlus) di Ravenna

28 giugno 2010

Guatemala sotto la tempesta. Il racconto di Simona Rovelli, cooperante del Cisv nel paese


109 vittime e 150 mila evacuati, questo il tragico bilancio del Guatemala dopo il passaggio della tempesta Agata, abbattutasi nei giorni scorsi sul Centro America. E ancora si cercano i dispersi nel più assoluto silenzio della stampa internazionale.


Ancora una volta splende caldo e rassicurante il sole su Quetzaltenango. Qualcuno lassú ha ascoltato i lamenti e le preghiere disperate di un popolo in ginocchio ed ha provvidenzialmente trasformato l'uragano Agatha, che si preparava a colpire il paese in coda ad un devastante fronte di bassa pressione proveniente dal Pacifico, in tempesta tropicale. Il tutto prima che la tragedia potesse diventare di proporzioni inimmaginabili, ancor piú tragica di quanto non lo sia giá attualmente. Erano previsti altri 3 giorni di pioggia, ma il cielo é stato clemente ed ha concesso una tregua.E per l'ennesima volta, il sole illumina uno spicchio d'umanitá sconcertata, ferita, provata nel corpo e nello spirito. Ancora una volta ci si ritrova in lacrime davanti ai corpi senza vita dei propri cari. Mogli, mariti, genitori, figli, parenti stretti, amici d'infanzia, vicini di casa. Delle tracce materiali della vita quotidiana non é che un cumulo di cocci rotti, macerie, lamiere contorte, detriti, fango. A molti non é rimasto nulla, in migliaia hanno visto sfumare in poche ore i sacrifici di anni.L'Ente che gestisce le situazioni d'emergenza (la corrispondente della Protezione Civile Italiana), la Coordinadora Nacional para la Reducción de Desastres (Conred), nel suo ultimo bollettino delle h18.00 ha ufficializzato 109 vittime sparse un po' in tutto il paese, ma in particolare concentrate nel dipartimento di Chimaltenango, a 45 minuti dalla capitale, dove si segnalano per ora 60 vittime ed a S.Antonio Polopó dove 15 persone sono morte a causa di una frana. Le persone disperse sono per ora 62, ma molti villaggi all'interno del paese sono ancora isolati a causa delle frane, del crollo di ponti e della violenza di torrenti trasformati in fiumi in piena. Migliaia di frane che si sono inghiottite non solo tratti di stradine provinciali, ma anche delle arterie nazionali, case, edifici pubblici. Crateri che hanno risucchiato case, ponti che sono crollati, fiumi che con la loro furia hanno spazzato via abitazioni, animali, raccolti. Nulla di nuovo. Un orribile déjà-vu che l'essere umano rivive ogni volta che ci si trova davanti a questo tipo di tragedie. Quantificare i danni per ora é presto, ma in molti dicono che gli effetti appaiono ad occhio nudo piú devastanti di quello dell'uragano Mitch, che nel 1998 aveva lasciato 268 morti e della tormenta tropicale Stan, del 2005, che aveva rubato la Vita a 669 persone. Le autoritá segnalano almeno 27.560 persone che hanno subito danni e 150.776 evacuati dalle loro abitazioni, di cui 37.000 sono state alloggiate in centri d'accoglienza. Purtroppo si calcola che 20.000 si trovino ancora in zone a rischio.
Chissá quanti avranno imprecato contro il cielo, questo cielo che non ha avuto pietá ed ha lasciato cadere sulle vite di tutti noi che viviamo in Guatemala, per almeno 72 ore ininterrotte, una pioggia persistente e violenta.Avremmo dovuto imprecare contro noi stessi.Non si tratta di criticare o polemizzare, ma di constatare amaramente che ancora una volta ci troviamo di fronte a morte e distruzioni annunciate, prevedibili ed in molti casi evitabili. E in paesi come il Guatemala l'aggravante è il vergognoso divario tra chi detiene ed esercita il potere economico, politico, intellettuale e la popolazione comune. La profonda ignoranza nella quale viene tenuta la povera gente ed ancor piú spesso l'assenza di scelta sul dove costruire la propria abitazione, troppo spesso umile, umilissima ed assolutamente fuori norma, perché é alla sopravvivenza che si punta ed é giá tanto. La sicurezza é un lusso che non ci si puó concedere. Di sicuro non é un caso che chi vive in strutture moderne, a norma ed in quartieri sicuri, come la mia, non ha percepito praticamente nulla di questa Agatha, se non qualche infiltrazione dal tetto e la scocciatura di una pioggia persistente.
Ma non é piú tempo di riflessioni. La notte é scesa e la tregua di una trentina di ore é terminata. Siamo d'altronde nella stagione delle piogge, non c'é nulla di trascendentale. Questa notte l'angoscia sará piú forte tra chi é stato toccato in qualche modo dalla tragedia ed il lavoro dei soccorritori, alla ricerca di sopravvissuti o nel tentativo di raggiungere le persone ancora isolate, piú penoso. Resta solo da sperare che quest'acqua non infierisca troppo sulla nostra piccolezza umana.
( 08-06-2010 - Volontari per lo Sviluppo )

25 giugno 2010

Guatemala a quota 3mila


San Martino.
Raccolta di fondi dopo l’uragano

la provincia pavese, 25 maggio 2010

SAN MARTINO. Per l’appello straordinario di solidarietà lanciato da Ains onlus per il disastro dell’uragano Agatha in Guatemala, sono già stati raccolti 3mila euro. L’obiettivo è di arrivare a 10mila euro. «Questo violento fenomeno atmosferico ha causato danni ingentissimi anche a El Rancho - spiega Ruggero Rizzini, presidente dell’associazione italiana nursing sociale - il villaggio dove la nostra associazione segue il progetto di sostegno scolastico a distanza presso il Liceo San Josè e che vede coinvolti 150 bambini e bambine e, di riflesso, le loro rispettive famiglie. Quindici di questi 150 bimbi residenti nei barrios più poveri di El Rancho, dopo questa grave ondata di intemperie sono rimasti nell’indigenza più totale avendo perso la casa in cui abitavano e tutto quanto di loro proprietà». «Questi primi tremila euro - riprende Giulia Dezza - inviati nei giorni scorsi al responsabile dei progetti Alvaro Aguilar, andranno a contribuire ad un prima fase di ricostruzione del loro necessario per vivere oltre che per gestire, nell’immediato, una situazione di emergenza». Hanno contribuito alla costituzione del fondo di solidarietà enti pubblici, parrocchie, sostenitori di AinsOnlus e semplici cittadini nostri amici. «Siamo ancora lontani dal raggiungimento dell’obiettivo dei 10mila euro prefissati - spiega Emanuele Chiodini - ma questa iniziativa proseguirà per tutto giugno e luglio: il bisogno di’ricostruzione’ di El Rancho non si risolverà in breve tempo e il governo degli effetti di questa situazione straordinaria si protrarrà nei prossimi mesi».


Chi fosse interessato può contribuire versando un’offerta su conto corrente postale 46330429 intestato ad AinsOnlus, all’edicola Chiodini in Via Roma, 118 a San Martino. E anche al “Mercatino” della cooperativa sociale la Piracanta, Corso Garibaldi, 22/a a Pavia.

Tormenta Tropical Agatha y erupciòn del volcàn Pacaya: Impacto del evento



Muertos: 174

Desaparecidos: 113

Evacuados: 162,857

Albergados: 27,823

Nùmero de albergues: 218

Afectados: 397,808

Damnificados: 104,639

24 giugno 2010

Dopo i problemi abbiamo trovato la solidarietà. Lettera dal Guatemala di Alvaro Aguilar Aldana


Cari Amici,
fraterni saluti e gratitudine per quello che state facendo per il Guatemala.
Vi invio delle foto affinché possiate vedere cosa hanno fatto le donne e gli uomini delle comunità vicine a El Rancho. Specialmente i gruppi di donne dei villaggi di Comaja, Aguahiel e Las Sidras, che sono venute a El Rancho per aiutare le famiglie a ripulire le case danneggiate dall’inondazione del fiume Motagua a seguito della tempesta Agatha.
Dopo i problemi abbiamo trovato la solidarietà di tutti i gruppi con i quali lavoriamo da anni nelle montagne con l’organizzazione C.F.C.A e con voi di Ains. Gruppi che hanno risposto a questa emergenza. Anche El Poshte, l’aldea dove Ains ha costruito un’aula scolastica e un bagno per i bambini della scuola, è rimasto isolato, ma più di 125 uomini delle comunità vicine si sono attivati e in meno di tre giorni di lavoro hanno liberato la strada. Sono soddisfatto della risposta della nostra gente nella ricostruzione dopo la tempesta e anche se ancora tanti sono i problemi c’è la speranza per il futuro in quanto c’è molta solidarietà da parte di tante persone che hanno lavorato senza volere in cambio denaro.
Dopo il lavoro abbiamo offerto loro solo un piatto di riso e fagioli.
Siamo molto soddisfatti di aver coordinato l’attività in quanto è stata una buona occasione per sperimentare l'unità, la solidarietà, il desiderio di superare la crisi, l'apertura verso gli altri e, in generale, la risposta positiva alla chiamata a servire chi ha bisogno.

Dio vi benedica.
Fraternamente,

Alvaro Aguilar
Coordinatore dei progetti di Ains onlus in Guatemala

22 giugno 2010

Elegia a Saramago


Caro Saramago,

potrebbe starci anche, Caro compagno Saramago, sì, perchè tu sei stato un uomo coerente. Un essere umano vivente e pensante coerente, in vita e davanti alla sua fine. Merce rara, in un mondo , dominato da prostituti dell'anima. Dalla prostituzione fondata su una vetta massima d'idolatria : quella del denaro fine a se stesso, del profitto, dell'egoismo, dell'inganno, della dissoluzione della nostra Madre Terra, e dei sentimenti veri, come la passione e la battaglia, anche aspra, delle idee. Per te essere comunisti è “ uno stato dello Spirito “, come scrivesti in un editoriale memorabile il 17 dicembre 2009.


“ Recentemente, suscitando lo scandalo di certi compagni, dediti alla più canonica ortodossia, ho osato scrivere che il socialismo - e, a maggior ragione il comunismo - è uno stato dello spirito. Continuo a pensarlo. E la realtà si incarica giorno dopo giorno di darmi ragione“.


Lontananza siderale dai dogmi, fuori da schemi fissi, è così che si incarna l'ideale più giusto del mondo, libertà del lavoro, libertà dal bisogno, solidarietà come uguaglianza, dignità come condizione collettiva, libertà del pensiero femminile, liberazione sessuale e vittoria della reciprocità duale, senza padroni, senza culto del possesso. Comunisti , lontani dai sistemi terribili del Novecento, comunisti d'origine, vicini alla limpidezza d'analisi del pensatore di Treviri, oggi come ieri, si lotta lontani dal traguardo. Tutto da rifare, un nuovo inizio, una nuova Resistenza. Del fascismo e del nazismo non è rimasto nulla: solo male, polvere e l'ombra inquietante della distruzione totalizzante dell'umanità. Stare della parte dei più deboli: questo riemerge dopo il crollo di un muro, dettaglio della storia, grande e terribile. L'Idea di Giustizia, di estensione del bene, il riscatto della povertà e degli oppressi, trova linfa vitale ancora oggi in quella grande dimensione di pensiero. I nostri ideali non sono morti. I nostri ideali sono la vita, l'essenza stessa della vita. E allora giù parole, scritti, poesie,racconti, narrazioni, romanzi, un torrente mai sazio d'acqua, acqua viva, acqua sorgiva, sempre chiara e pulita, a condurre i lettori astanti verso la dimensione della vera libertà e della liberata verità. Che è sempre liberazione dalle caverne oscure dell'io insondabile e profondo. Non senza fatica e rivendicazione di antico orgoglio. E anche un titolo di nobiltà letteraria, 12 anni fa, elargito dall'accademia di Svezia e condiviso con l'amore più grande della tua esistenza, la tua compagna, distante da te, discreti lustri. Suggelli del tuo viaggio non compiuto invano.


“Avanti, avanti la vittoria! E' nostra: è nostro l'avvenir! Civile e giusta la Storia un'altra era sta per aprir. Largo a noi all'alta battaglia noi corriamo per l'Ideal. Suvvia, largo! Noi siam la canaglia che lotta del suo Germinal!”


Ciao maestro, che adesso voli e canti sul rigo del vento...

emanuele chiodini, 21 Giugno 2010

18 giugno 2010

La banda in concerto per AINS onlus


La Banda Musicale di Montù Beccaria ha una storia ultracentenaria: vede gli albori alla fine dell’800 e, dopo gli anni oscuri delle guerre ed una serie di vicissitudini, riprende la sua attività. Infatti, nel 1976, grazie all’ammirabile opera di un gruppo di montuesi e sotto la guida musicale del maestro Antonio Allegri, il Complesso Bandistico Montuese ritorna.
Dagli anni ‘70, ai giorni nostri, il concetto di Banda si è notevolmente evoluto, prendendo coscienza del proprio potenziale espressivo e della grande funzione sociale ed educativa, sono significative, a tal proposito le parole del Maestro Riccardo Muti:“Imparare a stare in un coro, in una banda, in un’orchestra, significa imparare a stare in una società dove l’armonia nasce dalla differenza, dal contrappunto, dove il merito vince sul privilegio e il vantaggio di tutti coincide con il vantaggio dei singoli. Quando avanza la sopraffazione, l’egoismo corporativo, allora siamo a Prova d’Orchestra, il film più attuale di Fellini.”
L’attuale consiglio direttivo, composto da Dott. Barbara Pozzi (presidente), Sara Pozzi (vice-presidente), Marco Andolfi (tesoriere), Daniele Andolfi (segretario) e Alessandra Crescimbeni (responsabile strumenti e divise), trae ispirazione da queste parole per guidare il Complesso Bandistico Montuese, la cui direzione artistica è affidata al Maestro Franco Garbarini, Presidente Provinciale A.N.B.I.M.A., ovvero l’Associazione Nazionale delle Bande Italiane Musicali Autonome.
Sebbene, per ovvie ragioni, la musica rivesta un ruolo fondamentale in questa tipologia di gruppi, sarebbe riduttivo considerarla solamente una semplice forma d’arte, ma con una visione più ampia si potrebbe invece pensare che la musica è un’attività che entra a fare parte del nostro vivere quotidiano in modo concreto e tangibile. Il concerto a scopo benefico che si svolgerà il sabato 19 giugno, presso la Chiesa Parrocchiale di San Michele Arcangelo in Montù Beccaria (PV) sposa in toto questa considerazione. I brani musicali, infatti, si alterneranno alle parole del Dott. Duilio Loi e del Sig. Ruggero Rizzini presidente di AINS, un’associazione che da anni opera sul difficile territorio del Guatemala per raccontare realtà di una popolazione che vive in condizioni impensabili ai giorni nostri.

Dott. Barbara Pozzi (presidente Complesso bandistico montuese)


Fondo di solidarietà post uragano agatha: raccolti 3.000 euro


L'associazione AinsOnlus comunica che sono stati raccolti, ad oggi, 3000 euro. Questo denaro è il frutto dell'appello di solidarietà lanciato nei giorni scorsi per far fronte alle esigenze sopraggiunte dal Guatamala dopo il passaggio dell'uragano Agatha.
E' bene ricordare che questo violento fenomeno atmosferico ha causato danni ingentissimi anche a El Rancho, il villaggio dove la nostra associazione segue il progetto di sostegno scolastico a distanza presso il Liceo San Josè e che vede coinvolti 150 bambini e bambine e, di riflesso, le loro rispettive famiglie. Quindici di questi 150 bimbi , residenti nei barrios più poveri di El Rancho, dopo questa grave ondata di intemperie, sono rimasti nell'indigenza più totale avendo perso la casa in cui abitavano e tutto quanto di loro proprietà.
Questi primi 3000 euro, inviati nei giorni scorsi ad Alvaro Aguilar, andranno a contribuire ad un prima fase di ricostruzione del loro necessario per vivere oltre che per gestire, nell'immediato, una situazione di emergenza.
Cogliamo l'occasione per ringraziare tutti coloro che , con generosità, si sono sentiti interpellati dal nostro appello e hanno contribuito alla costituzione di questo fonodo di solidarietà. Tra questi soggetti ricordiamo: enti pubblici, parrocchie, sostenitori di AinsOnlus e semplici cittadini nostri amici.
Siamo ancora lontani dal raggiungimento dell'obbiettivo dei 10000 euro prefissati ma , è nostro dovere ricordare e informare , che questa iniziativa proseguirà per tutto il mese di Giugno e Luglio. La ragione sta nel fatto che il bisogno di 'ricostruzione' di El Rancho non si risolverà in breve tempo e il governo degli effetti di questa situazione straordinaria si protrarrà nei prossimi mesi.
Rinnoviamo quindi l'appello a darci una mano per un'ulteriore sforzo di solidarietà e per vedere realizzato il traguardo dei 10000 euro.
Chi fosse interessato puo' contribuire secondo queste modalità:-ccp 46330429 intestato ad AinsOnlus.
-presso l'edicola Chiodini in Via Roma, 118 a San Martino Siccomario.
-presso 'il mercatino' della cooperativa sociale la Piracanta, Corso Garibaldi, 22/a - Pavia -.

Per il gruppo di AinsOnlus,

Giulia Dezza
Elisa moretti
Emanuele Chiodini
Andrea Bellingeri
Ruggero Rizzini

E' morto lo scrittore portoghese e premio Nobel Jose' Saramago

Portoghese, 87 anni, era stato premiato nel 1998

MADRID - Lo scrittore portoghese e premio Nobel José Saramago è morto oggi attorno alle 13.45 nella sua residenza alle Isole Canarie: lo riferisce l'edizione elettronica di El Pais. Saramago aveva 87 anni.
José Saramago, morto oggi a Tias ad 87 anni, era nato ad Azinhaga, in Portogallo il 16 novembre 1922. Il suo primo romanzo in stile realista, 'Terra del peccato', è del 1947. Nel 1959 si iscrive al Partito Comunista che, sotto il regime di Salazar, opera in clandestinità. Negli anni sessanta diventa uno dei critici più seguiti del paese e nel '66 pubblica la sua prima raccolta di poesie, 'I poemi possibilì. Diventa quindi direttore letterario e di produzione per dodici anni di una casa editrice e dal 1972 al '73 curatore del supplemento culturale del Diario de Lisboa.
Sino a meta' anni '70 vive un periodo di formazione e pubblica poesie, cronache, testi teatrali, novelle e romanzi, ma e' solo dopo la Rivoluzione dei Garofani che pian piano nasce un Saramago diverso (vice direttore del quotidiano Diario de Noticias nel '75 e quindi scrittore a tempo pieno) che libera la narrativa portoghese dalle radici del passato e anche per questo ricevera' nel 1998 il premio Nobel per la letteratura.
Nel 1980 pubblica 'Una terra chiamata Alentejo' sulla rivolta della popolazione della regione più ad est del Portogallo. Ma è con 'Memoriale del convento' (1982) che arriva il grande successo, seguito da 'L'anno della morté di Riccardo Reis. Negli anni '90, grazie al Nobel, ha fama internazionale e pubblica 'L'assedio di Lisbonà, 'Il Vangelo secondo Gesù', quindi 'Cecità', 'Tutti i nomi', 'La caverna', 'L'uomo duplicatò, 'Le intermittenze della morte' e 'Le piccole memorie'. E' stato uno dei sostenitori dell'iberismo, il movimento che propugna l'unificazione di Spagna e Portogallo, i due paesi della penisola iberica, cui dedica anche il romanzo 'La zattera di pietra'. Per le sue posizioni sul conflitto Medio oriente verrà accusato di antisemitismo, mentre per il Memoriale, ma soprattutto per il suo Vangelo e il testo teatrale 'La seconda vita di Francesco d'Assisì ha subito gli attacchi dalla Santa Sede.

fonte:ansa.it

16 giugno 2010

L'emergenza si combatte come si può.

tratto da l'Unità del 15 giugno 2010

Con le razioni Kappa per passare la nottata, con le donazioni da un euro via sms, con i volontari che partono senza bagaglio. Ma in prospettiva è fondamentale costruire una politica di sicurezza alimentare globale. Non è più tollerabile un mondo dove più di metà degli abitanti soffre cronicamente la fame». Josette Sheeran è una bionda signora sorridente in giacca rosa cipria a fiori blu ed è un “leader umanitario”. Dal 2007, scelta da Kofi Annan, è direttore esecutivo del World Food Program (WFP, il PAM, Programma Alimentare Mondiale) delle Nazioni Unite: gestisce un budget impressionante di 5 miliardi di dollari, 70 aerei, 30 navi, migliaia di dipendenti. In questi tre anni si è trovata di fronte la crisi finanziaria che ha raddoppiato all'improvviso il prezzo del cibo - «Ma se vivi con un dollaro al giorno non la superi» - ed il terribile sisma ad Haiti. Alle critiche sulla manca za di coordinamento dell'azione umanitaria durante le emergenze come lo tsunami o il terremoto, replica tenendone conto con un sorriso: «Lavoriamo con un sistema a grappoli che riunisce cibo, logistica e telecomunicazioni di emergenza. Sappiamo che il coordinamento è fondamentale, siamo un work in progress, miglioreremo ancora». Qualche giorno fa era a Roma, il terzo hub del PAM dopo New York e Ginevra: «Del resto l'Italia è un centro di sviluppo della sicurezza alimentare dai tempi dell'impero Romano...». Americana, 55 anni, divorziata con tre figli, una passione per l'Africa e una carriera dentro il Palazzo di Vetro, è stata fino al 2007 sottosegretario all'Economia, Energia e Agricoltura presso il Dipartimento di Stato. Ha presieduto il think tank Empower America, è stata editorialista di giornali e commentatrice tv, due volte giurata del Premio Pulitzer, ha intervistato tra gli altri Kim II Sung. Alle conferenze si presenta con tre oggetti feticcio. Una tazza sbeccata di plastica rossa: «Per riempirla di cibo bastano 25 centesimi. Nel mondo una persona su sei non li ha». Un sacchetto di cristalli di sale: «Li raccolgono le donne in Senegal. Se i negozi li vendessero, loro avrebbero lavoro e vitto assicurati per sé e le famiglie». Una busta di polvere di micronutrienti: una dose standard contiene vitamine e sali minerali, zinco, selenio, acido folico. «Costa appena due centesimi di euro e si spruzza sul cibo già cotto. Il cibo fortificato risolve molti problemi. Basta una piccola quantità di certe vitamine per debellare malattie letali nei Paesi poveri. E mi creda, il costo di una popolazione malnutrita per i governi è molto più alto». È, in fondo, una summa della sua filosofia: «Il nostro compito è assicurarsi che la sicurezza alimentare resti sull'agenda del mondo anche quando si spengono i riflettori». Dal Congo al Guatemala, ci sono tanti “tsunami silenziosi”. Per combatterli occorre «aumentare la consapevolezza nell'opinione pubblica e gli investimenti privati, creare un mercato funzionante, convincere i governi locali che hanno le capacità per risollevare il Paese». Haiti è stato uno choc per tutti: «In quattro minuti sono caduti giù il palazzo del presidente, il Parlamento, la cattedrale che rappresentava il centro spirituale per gli haitiani, la sede Onu. Virtualmente tutte le costruzioni sono crollate. Come a Pompei». Dopo il conto dei morti e dispersi, dopo la paura di rapimenti per i bambini, dopo le amputazioni e i parti cesarei in condizioni di fortuna - “Era un campo di guerra civile” ricorda Sheeran – adesso si tratta “di ricostruire la nazione”. Di “mettere la logica” negli aiuti alimentari. Sono in arrivo gli uragani che devasteranno il territorio. Gli elicotteri trasportano decine di case prefabbricate. Si incentiva con sussidi la rilocalizzazione degli abitanti. Molti non hanno più né la casa né la collina su cui sorgeva. E proprio l'abbandono delle zone rurali è stata una concausa del gran numero di morti, schiacciati alla periferia della capitale. Le attività del PAM sono focalizzate su tre punti: «Sostenere bambini e donne incinte, perché i figli sono il futuro e un Paese che li perde è perduto lui stesso». Provvedere un servizio mensa perché i piccoli possano andare a scuola, o nei pressi se è stata distrutta, in modo da giocare, stare insieme e recuperare una routine quotidiana. Incentivare la gente a riparare la propria casa: «Pulire, dipingere, costruire i muri, sono azioni che danno senso alla giornata degli adulti». E' previsto un seminario con le autorità haitiane su che Paese moderno vorranno tra vent'anni. Ma per Josette Sheeran la sfida è una e chiara: «Coinvolgere il settore privato. Far capire alle aziende che non si tratta di beneficenza ma di investimenti: possono fare la differenza salvando vite e realizzando obiettivi d'impresa». Multinazionali come Unilever, DSM e Kraft hanno avviato una collaborazione che li soddisfa. Unilever, in particolare, dichiara vendite in aumento, dipendenti più motivati e fidelizzazione della clientela. «Il privato – dice Sheeran – è la chiave per andare oltre l'emergenza. Insieme alla scelta di essere locali all'80% nell'uso di materie prime, manodopera e prodotti». Come in Etiopia dove gli agricoltori sono assicurati contro il rischio di maltempo. Come in Niger dove è stata creata una “banca del cibo” gestita da una donna del villaggio per conservare il raccolto durante la stagione delle piogge. Con il sostegno di 500 aziende il PAM ha lanciato in Bangladesh e Indonesia il progetto “Laser Beam” (Raggio Laser) contro la malnutrizione basato su tre pilastri: cibo, igiene e cambio di mentalità. Nell'arco di cinque anni gli abitanti riceveranno cibo che non richiede cottura né acqua, addizionato con micronutrienti, accesso ad acqua pulita e pastiglie contro i vermi intestinali. Dopo, se il modello avrà avuto successo sarà replicato altrove. E a un certo momento accadrà che i beneficiati dovranno cominciare a cavarsela da soli: «Sappiamo anche dire no – sorride Sheeran – Rappresentiamo la transizione verso la capacità di costruire una politica alimentare autonoma. Dopo 20 anni non nutriamo più nessuno in Cina, Vietnam, Marocco, Cile. Sono loro che adesso ci aiutano con chi ha bisogno. E verrà il giorno in cui le immagini di bambini con la pancia gonfia saranno storia».

9 giugno 2010

Ains, 10mila euro per il Guatemala


San Martino. Raccolta straordinaria dopo i danni dell’uragano


SAN MARTINO. L’uragano Agatha nei giorni scorsi si è abbattuto anche sul villaggio di El rancho, in Guatemala, dove l’associazione Ains da anni cura progetti di sviluppo.
«In generale, tantissimi ponti sono crollati, l’inondazione è tremenda e un elevato numero di famiglie sono state sfollate avendo perso interamente la propria abitazione. Inoltre, come strascisco del danno climatico e ambientale si teme l’arrivo di epidemie o altre forme virali che potrebbero causare diffuse situazioni di infermità e contribuire ad aumentare i disagi», spiega il delegato sul posto di Ains, Alvaro Aguilar Aldana. Nello specifico, il liceo San Josè e la clinica sostenuti dai donatori di Ains non hanno subito gravi danni. Il problema sono le persone: «Quindici dei 150 bambini a cui è garantito il sostegno scolastico tramite la nostra associazione e che frequentano il liceo - spiega Ruggero Rizzini, Ains -, hanno perso praticamente tutto, a partire dall’abitazione». Questi bimbi vivevano nelle colonie di El Rancho più vicine al letto del Motagua, zone spazzate via dal fiume in piena: «Istituiremo un fondo di solidarietà straordinario per andare incontro alle esigenze delle famiglie di questi 15 bambini - spiega Rizzini - I fondi raccolti verrano inviati per far fronte all’emergenza e impiegati per l’acquisto di generi di prima necessità e per l’igiene personale, come mais, fagioli, acqua potabile, olio, zucchero, vitamine, carta igienica, farmaci. E per garantire almeno l’inizio delle opere di ricostruzione delle loro case». L’obiettivo di questo appello straordinario è di raggiungere 10 mila euro.
Le offerte potranno essere versati sul conto corrente postale n. 46330429 indicando come causale «Fondo post uragano Agatha».
la provincia pavese, 9 giugno 2010

7 giugno 2010

VIDEO DEL DISASTRO CAUSATO DALLA TORMENTA AGATHA A EL RANCHO


"L'uragano Agatha ha distrutto numerose case a El rancho colpendo famiglie che già vivevano in estrema povertà. Come potrete vedere dai due filmati che vi mando in Italia, la situazione è terribile e si corre il rischio di epidemie a causa della mancanza di acqua potabile. Abbiamo bisogno di tantissime cose: acqua pura, cibo, vestiti e soprattutto medicinali. Attraverso la visione dei due video che vi ho inviato sono a chiedere a tutti i nostri amici italiani che ci diano una mano e ci sostengano a gestire l'emergenza e l'opera di ricostruzione".


Alvaro Aguilar Aldana



Ma adesso occorre uno sforzo massimo e straordinario da parte di tutti.


Da parte di tutti quelli che ci conoscono e che in varie occasioni ci sono stati vicini.
Da parte di chi non si rassegna e non si da per vinto, nella convinzione che quello che accade in posti come il Guatemala sia un problema di tutti.
Da parte di chi pensa che le sofferenze dei poveri non siano meno importanti quando accadono in paesi lontani.
Da parte di quelli che non accettano che la nostra informazione dedichi così poco spazio a tragedie immani, ma che non riguardano il “nostro” cosiddetto primo mondo.
Da parte di chi prende atto che mettere mano al portafoglio e per un giorno rinunciare a qualcosina del proprio benessere può essere di grande aiuto a coloro che sono in questo momento colpiti e a quei soggetti (come la nostra piccola Associazione) che si adoperano per la ricostruzione materiale e sociale di quelle zone.


E quindi lancio un appello, veramente accorato, a tutti i destinatari di questo scritto, con la preghiera di diffonderlo ovunque, affinché ognuno si attivi per la raccolta straordinaria di fondi, che si trasformeranno sia in aiuti mirati alle popolazioni delle aree più danneggiate, sia nel sostegno “ordinario” (che non deve interrompersi, pena la perdita di efficacia del lavoro di anni) alle realtà che da sempre aiutiamo a vivere e a crescere.


Vi ringrazio

Pippo Tadolini
Presidente di “Amici di Rekko 7” (Onlus)
di Ravenna



Per le informazioni realtive alle conseguenze dell’uragano Agatha e all’eruzione del vulcano Pacaya, vi consiglio di dare un’occhiata al sito guatemalteco http://www.prensalibre.com/ dei giorni 28, 29, 30, 31 maggio e 1, 2, 3, 4, 5 giugno

Ricordo che i nostri conti correnti, da utilizzare per le donazioni sono

Banca Popolare di Ravenna
IBAN IT93 G 05640 13100 000000020228

Banca di Credito Cooperativo
Filiale 31 di San Pancrazio
IBAN IT62 X 08542 67591 031000147637

Entrambi intestati ad “AMICI di REKKO 7”

e che i versamenti per donazioni saranno deducibili al momento della prossima denuncia dei redditi.

Le tragedie che colpiscono sempre gli ultimi


Di ritorno dal Guatemala
Giugno 2010

Testimonianza di Pippo Tadolini
presidente dell’Associazione “Amici di Rekko 7”


Da due giorni sono rientrato dalla mia annuale missione in Guatemala, e come sempre stendo il tradizionale “reportage” per gli amici e i sostenitori della nostra Associazione.
Vorrei potervi raccontare di quanto le nostre realizzazioni (Rekko 7 e Rekko 8) stiano crescendo, di quanto il lavoro stia aumentando, vorrei potervi parlare delle nuove necessità in termini di risorse umane ed economiche, lanciare un “tradizionale” appello alla mobilitazione, perché da fare ce n’è sempre di più e bisogna tener fede agli impegni presi con la popolazione.


Ma sono costretto a lanciare un altro appello, perché nel mio viaggio di quest’anno sono stato testimone di una catastrofe “naturale” di ingenti proporzioni, della quale – come spesso capita – in Italia e in quasi tutto il resto del mondo si è parlato ben poco. Solo i più attenti hanno potuto trovare nei telegiornali le notizie relative a ciò che stava avvenendo negli ultimi giorni di maggio nella regione centroamericana e in particolare in Guatemala.


Un’eruzione del vulcano Pacaya, di proporzioni massicce, ha riempito di enormi mucchi di cenere le strade, i villaggi, l’aeroporto. E subito dopo, un uragano (denominato Agatha) di estrema violenza si è abbattuto sul Paese, scaricando una quantità di pioggia inusuale anche per la stagione delle piogge, peraltro iniziata da poco. Molti fiumi hanno esondato, con conseguenze drammatiche per la popolazione e per le cose, trecento ponti sono crollati, e fra questi una ventina di grande comunicazione. Duecento persone hanno perduto la vita, altre centinaia sono rimaste gravemente ferite, decine ancora mancano all’appello, centocinquantamila gli sfollati.
Danni incommensurabili hanno subito l’agricoltura e quasi tutte le attività produttive. Interi villaggi sono stati evacuati, alcuni sono stati praticamente spazzati via dalla furia degli elementi. Anche importanti aree cittadine sono state incredibilmente danneggiate, come nella capitale Ciudad de Guatemala, dove per esempio si è formata una voragine di decine di metri che ha praticamente inghiottito un isolato, o come nella Ciudad Vieja di Antigua Guatemala, dove molte abitazioni sono andate distrutte e dove si contano numerosi morti e scomparsi.


Ma soprattutto le aldeas, i villaggi più poveri, le comunità rurali, hanno sofferto e stanno soffrendo le conseguenze di quanto accaduto. E in qualche caso stanno cominciando solo adesso, dopo una settimana, a ricevere i primi aiuti. In molti posti non c’è letteralmente nulla da mangiare né acqua potabile di cui servirsi.
Nella zona del lago Atitlàn, dipartimento di Sololà, alcuni villaggi, come per esempio San Antonio Palopò, località nota per la bellezza dei manufatti tessili che vi si producono, sono stati quasi cancellati dalla carta geografica. Qualcuno ricorderà che queste località solo cinque anni fa erano state colpite dalla furia dell’uragano Stan, che aveva fatto mille morti e distrutto moltissime infrastrutture del Paese.


Come sempre i più poveri pagano il prezzo più alto delle catastrofi “naturali”, parola che – come noterete – continuo a scrivere fra virgolette, perché se è vero che sono gli elementi naturali a determinare queste disgrazie, è altrettanto vero che sono l’insipienza, la sciattoneria, la corruzione, l’inefficienza, il menefreghismo degli esseri umani e della gran parte dei ceti e dirigenziali a voler mantenere una situazione sociale ed ambientale di degrado e di squilibrio che non può far altro che moltiplicare per cento i danni del sommovimento della natura.


Guarda caso sono le zone più deforestate a franare in maniera disastrosa, guarda caso sono i villaggi più poveri, magari costruiti su vere e proprie discariche di rifiuti, e dove l’esclusione sociale è massima a rimanere sepolti sotto il fango, guarda caso sono le strade fatiscenti delle campagne più sperdute a rimanere interrotte per settimane, guarda caso sono i più miseri a rimanere completamente senza diritto di accesso alle cure mediche.
Sappiamo bene che tutto questo non succede solo in Guatemala, ma ovunque.


Non possiamo esimerci dalla denuncia di queste realtà prodotte da meccanismi di “sviluppo” impazziti e i cui benefici, di cui godono solo pochi, richiedono ai molti e ai più deboli, di pagare prezzi altissimi.

172 MORTI PER LA TEMPESTA AGATHA


Il presidente Alvaro Colom ha presentato ieri il dossier della Conred, che ha indicato 172 il numero dei morti e 344.814 gli abitanti danneggiati per la tempesta Agatha.
In relazione alla voragine apertasi nella zona 2, Colom ha assicurato che la responsabilità di questo fatto è della municipalità della capitale.
Il presidente ha detto che non si è ancora incontrato con il sindaco Alvaro Arzù per discutere di questa situazione, ma che spera di poterlo fare nei prossimi giorni.
Per quanto riguarda i danni lasciati dalla tempesta Agatha, il presidente ha segnalato che 101 persone risultano al momento disperse, 126.813 a rischio, e 98.339 continuano a vivere in alloggi provvisori.
Ha anche affermato che oltre un milione di libbre di viveri, acqua e coperte, oltre alle 231.726 che erano state distribuite questa settimana, sono state inviate ai dipartimenti più colpiti dalle piogge, come il Quichè, Retalhuleu y Sololá.
Ha segnalato danni a 1228 scuole, e ha indicato che 144 scuole sono ancora utilizzate come alloggi provvisori. E ha affermato che in queste strutture domani non riprendono le classi.
I ponti danneggiati
Guillermo Castillo, ministro delle Comunicazioni, ha segnalato la caduta di 24 dei 43 ponti danneggiati dalla tempesta. Altri 14 sono danneggiati in modo grave.
Ha informato che se saranno acquistati ponti Bailey per gestire l’emergenza e si chiederà questo tipo di aiuto al Brasile. Nel frattempo, il Venezuela ha offerto cento metri di questa infrastruttura.
Castillo ha affermato che nel ponte Beatriz de la Cueva, ubicato nella C-2 Oriente, sul fiume Los Esclavos, si costruirà un passaggio provvisorio che permetta il transito dei camion e del trasporto pesante.
Ripristinare il ponte prevede un lavoro di sei-otto mesi.
L’Esercito ha detto che costruirà seimila alloggi provvisori per gli abitanti di Panabaj, mentre il Governo consegna mini appartamenti. Il presidente Colom ha affermato l’impegno di fabbricare centro alloggi al giorno.
Da parte sua, Roberto Alejos, presidente del Congresso, ha segnalato che questo organismo potrebbe utilizzare i suoi fondi propri, tra 70 e 80 milioni di quetzales, per appoggiare i lavori di ricostruzione, se il Governo lo richiede.

(Prensa Libre, 05/06/2010)

(traduzione di Daniela sangalli- Orizzonte Guatemala)

6 giugno 2010

GUATEMALA L'URAGANO AGATHA COLPISCE DURAMENTE ANCHE EL RANCHO GRAVISSIMI I DANNI.



Carissime amiche ed amici, care sostenitrici e sostenitori dei progetti di AinsOnlus,
nella notte tra sabato 29 e domenica 30 Maggio scorso il terribile uragano Agatha si è abbattutto duramente anche sul villaggio di El Rancho causando danni ingentissimi. In questa aldea, come molti sapranno, la nostra associazione appoggia da diversi anni l'attività del Liceo San Josè, scuola frequentata ogni giorno da più di 400 studenti, 150 dei quali seguiti direttamente da Ains attraverso i sostegni a distanza. Inoltre presso El Rancho è situata al Clinica San Josè retta dalle Misoneras de la Caridad de Maria Imaculada, suore con cui collaboriamo da molto tempo, e l'ufficio del CFCA diretto dal nostro amico e referente di molti nostri progetti di solidarietà, Alvaro Aguilar Aldana. Proprio lui, nei giorni appena trascorsi, ci ha raccontato con notizie di prima mano la gravissima entità dei danni cuasati da questo ciclone. Ecco la sua testimonianza:

"El Rancho è stato colpito duramente dall'uragano Agatha. Qui è un grande, terribile disastro. Attualmente non disponiamo di comunicazioni: siamo senza telefono, luce, e acqua, il problema maggiore. Il ponte "Orellana" sul rio Motagua (il fiume che attraversa El Rancho è che è esondato) è crollato interamente e non esiste più. In queste ore stiamo aiutando le persone che hanno perso tutti i loro pochi averi e che sono rimasta senza nulla ritrovandosi in uno stato di indigenza totale. In generale, tantissimi ponti sono crollati, l'inondazione è tremenda e un elevato numero di famiglie sono state sfollate avendo perso interamente la propria abitazione. Inoltre, come strascisco del danno climatico e ambientale, si teme, nelle prossime ore, l'arrivo di epidemie o altre forme virali che potrebbero causare diffuse situazioni di infermità e contribuire ad aumentare i disagi. Sono a lanciare un appello a tutti i nostri amici italiani perchè ci diano una mano e ci sostengano a gestire l'emergenza e l'opera di ricostruzione".

In questi giorni, successivi al passaggio di "Agatha", tutta la popolazione del Rancho sta lavorando per rimuovere residui e macerie e una consistente quantità di sporcizia lasciata ovunque dall'uragano. Si cerca di ripristinare con coraggio la vita quotidiana anche se, per tornare alla "normalità" ci vorra' tempo e tanta fatica.

Noi ci sentiamo in dovere di aderire all'appello lanciato da Alvaro Aguilar: la solidarietà in questi casi diventa un atto dovuto.

Nello specifico il Liceo San Josè e la Clinica, per fortuna, non hanno subito gravi danni strutturali in quanto tali edifici si trovano ad una distanza di discreta sicurezza dall'alveo del fiume Motagua. Bisogna a questo punto parlare di persone in carne e ossa, ben più importanti delle pietre.
In particolare, e cosa che ci riguarda da vicino, quindici dei 150 bambini a cui è garantito il sostegno scolastico tramite la nostra associazione e che frequentano il liceo, hanno perso praticamente tutto: abitazione e qualsiasi cosa o pertinenza di loro proprietà.

Questi bimbi vivono in famiglie che abitavano in colonie e barrios di El Rancho prossimi al letto del Motagua, zone letteralmente spazzate via dalla furia della corrente del fiume in piena. A difficoltà già presenti ora, per loro, se ne sommano altre. A questo proposito è nostra intenzione istituire un fondo di solidarietà straordinario per andare incontro alle esigenze delle famiglie di questi 15 bambini. I fondi raccolti verrano inviati per far fronte all'emergenza e impiegati per l'acquisto di generi di prima necessità e per l'igiene personale (mais, fagioli, acqua potabile, olio, zucchero, vitamine e ricostituenti, sapone, pannolini, salviette, dentifrici e spazzolini, carta igienica, farmaci,etc.etc,) e per garantire almeno l'inizio delle opere di ricostruzione delle loro case.


L'obiettivo di questo appello strarodinario di solidarietà e' raggiungere la somma di EURO 10000.


Chiediamo una mano a tutti, dal profondo del cuore, per arrivare a conseguire questo ennesimo impegnativo traguardo.


Le offerte e i contributi volontari potranno essere versati:
conto corrente postale n. 46330429
causale: fondo post uragano agatha





ALCUNE BREVI NOTIZIE DI CARATTERE GENERALE SUI DANNI CAUSATI DALL'URAGANO IN TUTTO IL GUATEMALA*.


-106 ponti distrutti integralmente. -18 ponti inagibili.


-diverse strade franate e molti assi stradali di importante comunicazione totalmente o parzialmente inagibili.


-distrutti l'80% dei raccolti (canna da zucchero, banane e altro) soprattutto nella costa del Sur (versante del Pacifico).


-circa 150 persone decedute (dato non ancora definitivo).


-circa 90 persone considerate disperse.


-22700 feriti.


-200000 persone sfollate o evacuate dalle loro abitazioni ospitate provvisoriamente o in alberghi o in sistemazioni precarie.


E' la più grave situazione di calamità naturale da 60 anni a questa parte.
*dati tratti dalla Prensa Libre del 1 Giugno 2010.





ains onlus c/o centro culturale san martino


via trieste, 28 san martino siccomario (PV)


blog: ainsonlus.blogspot.com


c.c.postale n. 46330429


cell. 339 2546932 (Ruggero Rizzini)


email: associazioneains@yahoo.it