22 settembre 2008

Ains compie 10 anni. A novembre si riparte di nuovo

di Emanuele Chiodini

Ains compie dieci anni. Dieci anni di ottimismo. Per questo anniversario non sono in programma particolari celebrazioni. Non è nostra abitudine perdersi in particolari forme cerimonialistiche o indire feste di compleanno. Semplicemente, proseguiamo sulla strada tracciata e avviata. Una strada iniziata dieci anni fa da Ruggero, Claudia, Silvestro, Luca, i cominciatori, gli esploratori di una realtà, il Guatemala, ai più sconosciuta o, se vogliamo. appositamente dimenticata dall'Occidente, dal profondo ed egoista Nord del mondo dove tutti noi abitiamo. A loro va reso un grande merito, va reso l'onore che si deve, al di là e al di fuori delle feste di rito. Non è cosa di tutti i giorni decidere, in un momento particolare della propria vita, di prendere e andare a vedere cosa succede, per esempio, in un villaggio situato in uno dei paesi più poveri dell'America Latina. Certo, in principio gli stimoli di don Renato .e della Fondazione Piccini di Brescia sono stati, a loro modo, molto importanti. Ma chi avrebbe immaginato al momento della "decisione" cosa sarebbe successo dopo? E' stato così aperto un varco, divenuto poi sentiero che negli anni a seguire si è trasformato in una strada carrabile, la quale ha condotto molte persone a conoscere il Guatemala sia direttamente (recandosi sul posto fisicamente) che indirettamente attraverso pubblicazioni, letture, articoli, incontri. Da un nucleo di soggetti iniziatori è sorta poi un'associazione grazie - in particolare - alla forza di volontà di Ruggero con lo scopo di dare stabilità, continuità e credibilità ai progetti che vengono proposti all'attenzione di tutti i nostri sostenitori qui in Italia. Ains è un piccola realtà associativa al cui interno convivono persone che non la pensano tutte allo stesso modo, non uniformate ad un pensiero unico; ciò non toglie che tutti condividano la dinamica del fare indirizzata unicamente alla buona riuscita delle iniziative di solidarietà concordate con i nostri ( e ormai conosciutissimi) referenti in Guatemala. In dieci anni il gruppo di Ains e' cresciuto. Alcuni si sono persi per strada, nuovi volti e nuove coscienze sono arrivate, nuove amicizie si sono costruite. Tutti appassionati, tutti però accomunati da un identico denominatore di speranza (come i cominciatori dell'avventura) costruito giorno dopo giorno per essere offerto alle sofferenze quotidiane di popolazioni a cui non è ancora stata riconosciuta l'affermazione della propria dignità e che noi abbiamo saggiato da vicino. Il decennale dunque lo festeggeremo a nostra immagine. In primis partendo di nuovo. Un viaggio è programmato dal 7 al. 23 novembre.Si imbarcheranno Ruggero (ma questo è scontato...) e tre amici dell'associazione "Cuore clown" che hanno deciso di condividere questa originale esperienza di amicizia transoceanica. Se tutto va bene, se tutte le coordinate corrisponderanno, a gennaio 2009, dovrebbero ripartire nuovamente Emanuele, Giulia e, ovvio, ancora Ruggero. In secondo luogo tutti gli interessati sono invitati ad un momento di riflessione comune che si terrà a San Martino il giorno 4 ottobre 2008, nel primo pomeriggio, presso la sala della biblioteca comunale: in questa occasione avremo il piacere di ascoltare la grande esperienza di don Piero Nota che ha prestato il proprio servizio sacerdotale e missionario per diversi anni in un dei quartieri più difficili, il "Limon", di Città del Guatemala. Sarà un momento molto importante in cui metteremo a confronto le nostre idee, i nostri progetti e in cui metteremo in discussione anche noi stessi. Giusto per ricordarci che nessuno ha la verità in tasca e che bisogna essere sempre aperti all'ascolto e all'approfondimento. Dulcis in fundo, un appuntamento di festa è programmato: sabato 11 Ottobre presso il teatro "Mastroianni" di San Martino verrà organizzata e proposta alla cittadinanza una serata musicale il cui ricavato, a noi devoluto, verrà impiegato per la realizzazione di un progetto specifico sempre legato al circuito di solidarietà targato Ains. Ains compie dieci anni. Dieci anni di ottimismo. Dieci anni di piccola ma costante concretezza. Continuate a sostenere le nostre idee e i nostri sogni. Questo il nostro biglietto da visita.

Linea diretta col Guatemala: due lettere a noi indirizzate e pervenute alcune settimane fa scritte da Madre Antonieta Leon Coloma

Ecco la prima:

"Ringrazio l’associazione Ains Onlus per l’aiuto offerto alle bambine e alle ragazze della Casa Santa Maria del Gesù di Mazatenango. Invio questa piccola relazione circa lo stato di salute delle nostre ospiti. Nella Casa esiste un regolamento interno nel quale è contemplato che (per il buon funzionamento della struttura) le ragazze, coadiuvate da giovani consorelle, ruotino e svolgano tutte le mansioni previste affinchè imparino a realizzare tutti quei piccoli compiti attinenti alla vita della Casa stessa. Ogni settimana si compra verdura, carne e altri alimenti che si utilizzano durante lo stesso periodo. In questo modo si riesce a garantire un accettabile livello dello standard nutrizionale dei pasti somministrati. Quando bambine e ragazze entrano alla Casa, generalmente non godono di uno stato nutrizionale sufficiente. Migliorando l'alimentazione dopo circa tre mesi si possono osservare cambiamenti radicali nel loro equilibrio psico-fisico. Alle ospiti della Casa viene fornita una assistenza medica per mezzo di due medici sposati e benefattori dell'Hogar. Grazie al loro sostegno e con gli strumenti previsti dal progetto di salute recentemente approvato dalle autorità locali vengono effettuate vaccinazioni, esami, si prescrivono ricostituenti e vitamine; si stabilisce inoltre una corretta dieta a base di latte, uova, frutta, cereali e altri alimenti procurati anche con il loro aiuto.Col tempo si sono potuti migliorare alcuni ambienti dell’edificio per permettere una migliore convivenza di tutte noi, suore e ragazze, durante i pranzi. Stiamo cercando di sfruttare i terreni intorno alla Casa per organizzare una serie di coltivazioni da cui trarre prodotti naturali come: banane, castagne, yucca, cacao, chipilin(una verdura silvestre), carambola e limoni. Questa operazione va inquadrata in un tentativo di limitare le dipendenze economiche della Casa per l'aquisto dei generi alimentari provenienti della terra. Nuovamente esprimo a voi tutti la mia gratitudine. Vi aspettiamo a novembre in modo tale che possiate verificare i frutti del vostro aiuto. Molte grazie per il vostro aiuto a favore dei bambini del Guatemala. Questa Casa manda un saluto fraterno a tutti i nostri amici, Ruggero, Giulia, Claudia, Emanuele, Elisa, Maria Grazia, Conchita, Silvestro, Taqui e a tutto il gruppo dei Clawns e anche a tutti coloro di cui non ricordo il nome ma che sono e rimangono nei nostri cuori

Dio vi benedica sempre , Madre Maria Antonieta León Coloma


Ecco la seconda:

Grazie all’aiuto dei nostri amici italiani di Ains, abbiamo ricevuto il sostegno economico per assistere psicologicamente le bambine della Casa. La dott.ssa Clarissa (una giovane laureata in psicologa) è l’incaricata ad assistere le bambine e di seguire il loro processo di crescita psico-fisica. Le bambine arrivano alla Casa per differenti motivi.Tra questi: abuso sessuale da parte del padre, del padrino o dello zio; maltrattamenti famigliari in genere; abbandono (bambine orfane),povertà o altri fattori socialmente rilevanti. Si stabiliscono sessioni di gruppo o, a seconda dei casi, sessioni individuali.Si è creato un ambiente di fiducia, responsabilità, perdono e risanamento delle ferite che avevano generato, a suo tempo, un alto livello di aggressività nelle bambine. Si sono stabiliti periodi di vacanza durante i quali le bambine possono fare rientro, laddove si presenta una situazione familiare normale e sotto controllo, alle loro abitazioni originarie. Durante l'anno scolastico si opera per stimolare in loro l’amore per il lavoro, lo studio, l’arte, la musica e lo sport. Le attività dela nostra Casa sono state anche riprese dalla televisione del Guatemala. Bambine e suore, nell'occasione, hanno spiegato i programmi didattici e di formazione che vengono perseguiti all'Hogar. Questi gli obiettivi raggiunti:una autostima equlibrata Un atteggiamento piu docile, aperto, altruista, suffragato da sani ideali e da chiari obiettivi da raggiungere Si sono sviluppati valori quali, spirito di servizio, altruismo, solidarietà e fratellanza. Si è registrato un miglioramento nello studio. Le ragazze hanno compreso l'importanza di specializzarsi in una professione specifica che permetta loro di realizzarsi culturalmente ed economicamente Giova infine ricordare che alcune ragazze che hanno subito gravi abusi devono sostenere una serie di colloqui e udienze presso i dipartimenti di giustizia. Questi fatti provocano in loro, spesso, traumi molto forti. Per cui, in questi casi, si lavora molto su temi come: La famiglia, la dignità della persona, la sessualità, l’amore per Dio e il perdono, i valori , la personalità (temperamento e carattere), la leadership positiva , la società, l’autostima , libertà e dissolutezza , il lavoro e lo studio. Sono tematiche che a loro interessano e che sono trattate per favorire la loro crescita integrale. A nome delle bambine e delle ragazze della Casa, ringrazio profondamente tutti voi per il grande affetto che ci donate e ho fiducia, spero e prego perche' Dio vi ricompensi il cento per uno di tutti i vostri sforzi.

Con Gratitudine, Madre Antonieta León Coloma.

Nostra intervista ad Alvaro Aguilar *

(*) Dirigente dell'organizzazione CFCA Guatemala e referente AINS

Chi e'Alvaro Aguilar?

Alvaro Aguilar è un laico impegnato nel sociale con le persone povere delle aree del Guatemala. Specificamente nel dipartimento di El Progreso, Izabal, Chiquimuka, Baja Verapaz e Alta Verapaz. Mi dedico al lavoro di promozione sociale dall’anno 1990,quando cominciai a lavorare nella Parrocchia San Josè. In modo particolare ho seguito l’evoluzione e le necessità del Liceo San Jose e dei progetti come la clinica San Josè,la Guarderia San Josè (che tutt’ora non funziona)e il progetto di protezione del CFCA e ora collaboro con i progetti di Ains.Ho deciso di non sposarmi per dedicarmi unicamente alle necessità delle persone povere del mio territorio che hanno bisogno del nostro aiuto per andare avanti.Sono già molti anni che lavoro e il mio unico sogno è aiutare le persone con progetti di cooperazione.Sono del Rancho e per questo mi interessa lo sviluppo della realtà in cui vivo ma anche delle altre comunità.

Quale è la tua occupazione nel Cfca? Sei l’incaricato di cosa? Spiegaci per favore in cosa consiste concretamente il tuo lavoro.

Nel Cfca sono il Coordinatore regionale dei progetti di patrocinio e adozione scolastica organizzati nei cinque dipartimenti. Raggiungiamo quasi 12,000 famiglie (bambini e anziani) attraverso il suddetto patrocinio. Monìtoro e accompagno il lavoro dei 54 membri del personale Cfca nella Regione e sono incaricato del buon funzionamento delle attività della regione stessa.Il mio sogno è la creazione di piccole imprese famigliari e vado alla ricerca di organizzazioni come Ains per dare un appoggio ulteriore a quello del patrocinio che offre il CFCA. Aiuto nel lavoro alla Clinica,alle scuole medie e alla scuola della Champas. Mille usi, diciamo qui in Guatemala.

Sono molti anni che Ains collabora con le suore del MCMI e nello stesso Rancho.C’è una collaborazione tra CFCA e la congregazione? Quali i valori?

CFCA è una organizzazione internazionale che Madre Antonietta coordinava nella nostra Regione. Quando la madre se ne andò dal Rancho,l’organizzazione mi affidò il coordinamento che ho cercato di portare a capo facendo del mio meglio perchè tutto andasse bene. Io collaboro con la congregazione MCMI perchè intervengo nelle attività della scuola, dell' istituto della Champas e con il liceo San Josè. Presto il mio aiuto anche nelle questioni amministrative della Clinica. Esiste una relazione diretta tra la Congregazione e CFCA anche perchè aiutiamo alcuni bambini e le loro famiglie attraverso la distribuzione di generi alimentari e altri benefici; bambini che studiano nella Scuole, alle medie o che si servono dell’ambulatorio che è finanziato dal Cfca. C'è poi un grande affetto verso le suore dato che le conosco quasi tutte. I valori che professiamo sono molto semplici ma impegnativi: spirito di servizio, altruismo, rispetto della dignità della vita umana, solidarietà, senso della comunità, condivisione.

Iniziando dalla situazione generale del Guatemala, ci può dare una panoramica generale della situazione economica e sociale dl Rancho?

Il Rancho è una comunità dove ci sono molti problemi da risolvere. Crediamo che l’educazione dei bambini sia importante per cambiare le cose.La diserzione scolaristica è un indice molto alto,dovuto al fatto che i bambini o i giovani devono iniziare a lavorare ad una età molto giovane e si recano perlopiù nelle Champas, dove vendono generi alimentari.Questa situazione è dovuta anche alla disintegrazione della famiglia che è un dato molto diffuso in Guatemala. Il rincaro dei prodotti a livello generale fa si che le famiglie non mandino i figli a scuola. Le fonti di lavoro sono unicamente nelle segherie, nelle aziende della trasformazione e lavorazione del limone e nella vendita di generi alimentari. Il lavoro è scarso e mal retribuito. C’è anche un cattivo uso delle risorse economiche: molte famiglie hanno figli o genitori alcolizzati, si spende in cose non necessarie come il cellulare, per non parlare poi delle frequentazioni ai numerosi postriboli.

Come si potrebbe misurare l’importanza in questo luogo della scuola S.Josè.

In una comunità dove i valori fondamentali si perdono, c’è il liceo San Josè, amministrato dalle suore che non solo ha informato ma anche formato bambini e giovani per il futuro della nostra città e del nostro Paese.Si è ravvisata questa necessità perchè alcune altre scuole sono piene di alunni e la qualità dell’educazione molte volte non è che sia scarsa ,però a causa della sovrapopolazione degli studenti si fa meno significativo il processo educativo dei bambini e delle bambine. Però, a stessa povertà delle famiglie fa si che queste non possano mandare i bambini a scuola,ed è per questo che è necessario l’appoggio economico di altre associazioni affinchè i bimbi possano avere un miglior processo educativo. In aggiunta al Liceo, la scuola della Champa che aiuta i giovani dell’area rurale con le formazioni basica e differenziata il sabato e la domenica.Molti di loro lavorano e altri aiutano i genitori nei villaggi nei lavori agricoli da lunedi a venerdi e a causa delle grandi distanze non possono studiare ogni giorno. Ecco perché la scuola rimane aperta nei fine settimana

Quali sarebbero i dettagli di grande significato del progetto “Adozioni a distanza”?

Il rapporto dei bambini con i padrini rende importante il progetto "Adozioni". Questo non solo per considerare i padrini come coloro che elargiscono il denaro per pagare gli studi, ma anche come persone che la pari degli altri genitori si interessano di loro. I bambini e i giovani sentono di essere considerati se gli si offre una attenzione quasi personale e se si esprime loro affetto e rispetto. Il Progetto “Adozioni” ha dato l’opportunità a molte famiglie di mandare i loro figli a scuola per avere una formazione integrale. Senza, conciò, trascurare nessun aspetto e ottenere l’affetto e l’attenzione che molto spesso non ricevono in famiglia.

E la clinica? E' un altro riferimento per la Comunità in questa realtà tanto povera?

La clinica nacque per la mancanza di organizzazione del Governo che non dispone ancora oggi di un piano sanitario adeguato al fabbisogno reale del Guatemala.Alla clinica non si regala niente e i servizi sono erogati quantomeno ad un prezzo di costo. Si forniscono i servizi di ambulatorio,laboratorio e medicazioni.Per le persone che non possono comprare le medicine si cercano alternative per poter offrire il necessario perchè possano curarsi.Molte persone hanno trovato nella clinica il mezzo per curarsi e fruire di un servizio privato a basso costo. Comunque si ricevono tutte le persone anche se non possono pagare. Le borse di studio rivolte alle giovani che studiano per diventare infermiere sono servite perche' anche al Rancho possano lavorare persone specificamente preparate a prestare un servizio sanitario di qualità.

POVERTA’ E SOCIETA’

di Concetta Malvasi

Aumentano sempre di più i “nuovi poveri” non solo tra i giovani ma anche e soprattutto tra gli anziani che sono poveri due volte: reddito basso, salute che non c’è più, bisogno di medicine, di ricoveri, di attenzioni. Gli anziani hanno bisogno di cure mentre lo stato sociale si sta impoverendosi sempre più a favore di un modello privatistico; le associazioni di volontariato spesso stanno prendendo il posto di quei servizi che dovrebbero essere erogati dallo stato; spesso le famiglie si trovano sole a gestire una situazione difficile e gli anziani che sono soli...spesso se ne vanno all'altro mondo in totale solitudine. Nel passato le zone disastrate e disperate del mondo erano molto lontane da noi e facilmente riconoscibili e la linea di demarcazione era stabile: era il terzo mondo, ci bastava dare un piccolo aiuto per sentirci contenti. Ora non è più così: La povertà insieme al degrado ambientale, sociale, psicologico che la produce è qui, è arrivata nel mondo occidentale, sacche di miseria che vengono ignorate dai potenti.Un paese ricco non è necessariamente prospero e la distribuzione della ricchezza non è compresa tra i progetti di sviluppo di chi ha nelle mani tutta questa ricchezza. Che, si badi bene, è concentrata in un clan (una ventina di gruppi secondo alcune statistiche) di super potenti, estranei ad ogni forma di controllo democratico, che possono decidere delle sorti di un paese e di migliaia di persone.Questo clan di superpotenti persegue il proprio obiettivo che è quello di arricchirsi, di alimentare sempre più i consumi favorendo la distruzione delle risorse del mondo intero.
Di conseguenza, nell'occidente, aumenteranno sempre di più coloro i quali saranno estromessi dai processi produttivi e che vivranno ai margini del mondo. La povertà. La nuova povertà aumenta inevitabilmente e aumenta notevolmente il numero di coloro che sono espulsi dal mondo del lavoro o che per vivere dignitosamente devono avere due o tre lavori diversi senza garanzie contrattuali. Sempre di più è vero il detto: “ o si mangia o si è mangiati” Bisognerebbe fermare questo processo: ognuno deve fare la sua parte. Il degrado ambientale, se vogliano invertirlo, impone una trasformazione degli stili di vita di ciascuno. Tutti possiamo dare il nostro contributo rendendoci conto che, con le scelte attuali, viene alimentato questo sistema consumistico che sta portando il pianeta sull’orlo del baratro. Siamo figli di una cultura che ha esaltato la logica del massimo: guadagnare il massimo per consumare al massimo, per vivere al massimo. Viviamo dominati dal culto del denaro e dell’egoismo: abbiamo questo ultimo prodotto alla moda = siamo realizzati, non ricerchiamo ideali ma solo benessere fine a se stesso; consumiamo perché abbiamo la sensazione di poter essere felici salvo renderci conto a posteriori che, una volta consumato quel determinato prodotto, ritorniamo al nostro malessere esistenziale. Questa società alimenta l’infelicità e la perdita di valori Questo modo di pensare non tiene conto della non illimitatezza delle risorse della terra. Siamo del tutto indifferenti ai segnali d’allarme che ci stanno arrivando dal mondo che ci circonda, dalla natura (guerre, disastri naturali ecc...)
L'obiettivo da perseguire è quello di invertire questo modo di pensare apatico. Si rende necessario schierarsi e far parte di una o dell’altra fazione: se non siamo d’accordo con questa società consumistica che prende senza dare che rincorre il massimo profitto e sta devastando la natura lo dobbiamo dire!!! e non dobbiamo più essere corresponsabili di questi modelli di vita.
Ritornare a impossessarsi dell’esistenza, ritornare a cercare la bellezza in un libro che ti fa riflettere, in una musica che ti piace, disporre attivamente della propria vita sottraendosi all'influenza del modello di pensiero dominante, partecipare o creare una rete di persone dallo stile di vita "alternativo". Cambiare le nostre abitudini di vita: ad esempio acquistare alcuni prodotti nei negozi del circuito equo-solidale, costituire associazioni che comprano derrate alimentari direttamente dal produttore, utilizzare l’automobile una volta in meno, possedere un telefonino in meno e tutta una serie di altre piccole cose che ci potrebbero rendere protagonisti del cambiamento.
Rendersi conto, in fondo, che l’interesse collettivo coincide con quello personale e viceversa A molti questo modo di procedere può sembrare “utopistico” , irrealizzabile e poco incisivo. Cio' detto il cambiamento può e deve partire dal singolo il quale può operare per aggregare altri singoli facendo crescere “la società civile”. Prendiamo in mano la nostra vita! Non permettiamo che una singola persona possa decidere per noi (che so, il sindaco in una piccola o grande città, il direttore generale in una ASL, il primo ministro in una nazione). Io penso che questo sia l’unico modo per cercare ancora una speranza di vita nel futuro.

Riso Scotti Volley Team: presentata la squadra versione 2008/9

di Luca Rossi

Nei giorni scorsi ha avuto ufficialmente inizio la stagione della Riso Scotti Volley Team. La società pavese in collaborazione con il nuovo sponsor, la pizzeria Green Park di Borgarello, ha organizzato la festa di presentazione della nuova formazione. Una serata che ha visto la partecipazione di circa 400 persone che, sbalorditi, hanno assistito ad una serie di spettacoli degni di Hollywood e ad appassionati scambi di battute tra i vari protagonisti alternatisi sul palco. Una grandissima sorpresa è stata la partecipazione del noto presentatore Gerry Scotti, uomo immagine della Riso Scotti e grande amico di Sandro Moda, presidente della team pallavolistico pavese, che si è dimostrata persona disponibilissima e grande appassionato di sport. Nel suo entusiasmante intervento ha raccontato come è iniziata la storia che lo lega sia al dottor Dario Scotti sia al gm Gigi Poma ma, soprattutto, ha promesso che quest’anno, nei pochi intervalli che il lavoro gli concede, sarà presente al Pala Ravizza pronto a tifare Riso Scotti. Al termine della festa, parlando con le giocatrici si scorgeva un’emozione impensabile! La piccola Dora Horvath mostrava gli occhi lucidi e quasi in lacrime ringraziava il gm Gigi Poma per la meravigliosa festa, Riikka Lehtonen dall’alto della sua esperienza dice di non aver mai assistito ad una presentazione di questo genere mentre Luna Veronica Carocci, coccolata da mamma e papà, lasciava trasparire dai suoi due splendidi occhi azzurri la felicità di avere scelto Pavia. “Un spirito di squadra eccezionale, sono certo che queste ragazze ci regaleranno soddisfazioni”, questo il commento di Gigi Poma che, durante tutta la serata, ha ricevuto i complimenti delle autorità, sia sportive che politiche, che si sono alternate sul palco per la meravigliosa creatura che ha saputo creare in 13 anni. Spenti i riflettori le giocatrici sono tornate subito in palestra ancor più motivate e decise a dare il meglio per regalare a tutti i tifosi gioie e soddisfazioni.

8 settembre 2008

"Quel che resta del corpo" vince il Primo Premio al Festival del cortometraggio indipendente di Torre d'Isola

Al Primo Festival del cortometraggio Indipendente di Torre d'Isola, "Quel che resta del corpo", prodotto da Ains onlus, vince il Primo Premio.
Ancora un riconoscimento a questo film, dopo la finale al Festival Internazionale del cinema di Lenola e dopo il riconoscimento del circuito SBN promosso dal ministero dei Beni Culturali.
Un grazie particolare, ancora una volta, a tutti voi che a vario titolo avete contribuito alla realizzazione ed alla rappresentazione di questo film ma anche a chi si è interessato ed ha apprezzato questo lavoro...grazie!con grande emozione...

luca littarru (regista del film cortometraggio)

ANGOSCIA

Un ricordo dal passato: ero da poco diplomata infermiera, ero al mio primo vero lavoro...non avevo ancora imparato a prendere il giusto distacco dalla sofferenza, non avevo ancora appreso come curare senza soffrire.
La persona che mi ha risvegliato questo ricordo era giovane, era arrivata nella nostra corsia per caso, si trovava nella nostra cittadina per visitare alcuni parenti e si sentì male.....ricovero in ospedale...via via la situazione appariva sempre più complicata.
Sono passati quasi trenta anni e non faccio più l'infermiera ma Lei la ricordo molto bene e ancora oggi rammento il mio smarrimento e l'ansia che mi prendeva ogni volta che le stavo vicino.

ANGOSCIA di Concetta Malvasi

L'ultima stanza della corsia
l'ultima stanza in fondo a destra
la stanza dei casi complicati
la stanza dei casi terribili
la stanza degli infetti
la stanza dei morenti
e
a volte
la stanza dei privilegiati.
In quella stanza
dove c'è sempre qualcuno che ci crea qualche problema
che ci induce a laceranti conflitti
c'è lei
lei e la sua disperazione
lei e la sua rabbia.
Ha occhi bellissimi
grandi......neri.....luminosi....
occhi da donna mediterranea che conserva nei tratti
la discendenza araba....
però
ricordo
occhi tormentati
si
occhi belli grandi luminosi
ed intensamente tormentati.
Nessuno ha il coraggio di parlarle
nessuno ha il coraggio
di stringerla al petto
è arrivata da poco
lei vede il nostro andare e venire
lei sente la nostra distrazione consapevole
lei intuisce
lei capisce
ci scruta e cerca di metterci in contraddizione.
Lei cerca la nostra crisi
senza dirlo chiaramente.
Lei ci sfida.
Sono giovane
lavoro da poco
ed ho ancora molto da imparare...
lei mi angoscia
mi stritola il cuore.....
i suoi occhi spalancati, torturati, tormentati, disperati.
E' la prima volta, per me,
è così giovane
ha solo qualche anno più di me
avrebbe una lunga vita
chissà cosa gli riserverebbe la vita
ma ora è qui
il suo cancro le sta mangiando le ossa
il suo cancro le sta mangiando ogni organo
metastasi ovunque.
Nessuno ha il coraggio di dirglielo.
C'è fuga dalla sua camera,
lei è giovane
chissà cosa avrebbe voluto dalla vita......
come tutti una esistenza
serena, bella, allegra e a volte .....qualche scampolo di tristezza...
CHISSA'.....
Lei non invecchierà.
Qualche giovane allieva
ancora più giovane di me
mi dice che non vuole vederla
io trattengo le lacrime
ogni volta che entro nella sua camera
ogni volta che devo medicarla
che devo farle un prelievo.
Sono giovane
mi fa soffrire la sua disperazione
mi fa soffrire il suo travaglio.
Sono arrabbiata.
L'altro giorno mi hanno detto che voleva buttarsi dalla finestra
“sono il diavolo....”
mi dice
“....e voi avete paura del diavolo...”
Muta
ascolto le sue frasi sconnesse
muta
ascolto il suo pianto.
Ma non riesco a tenderle la mano
ferma
ascolto
ferma non interrompo
ferma non faccio un passo verso di lei.
Il giovane psichiatra
rompe il nostro distacco
lui ha il coraggio di parlarle.
Lui si ferma spesso con lei
e torna ogni giorno
Con lui
lei comincia a dialogare.
Devo alzare un muro, devo difendermi da questo dolore.
Starò via per un po' di giorni
la vado a salutare
e
riesco ad abbracciarla frenando le lacrime.
L'imminente distacco me la fa sentire vicina.
SI, lei è come me. Giovane con un futuro davanti
NO, lei non è come me.....il futuro si perde in pochi giorni ancora di vita.
Torno
non c'è più
NON VOGLIO SAPERE.

tirando le somme si scopre che....l'appello urgente di ains onlus

Carissime amiche ed amici,
nel mese di giugno scorso abbiamo lanciato un appello a fronte di una richiesta urgente sopraggiunta dai nostri referenti in Guatemala.
Si trattava di poter garantire la frequenza scolastica ad altri 10 casi, tra bambine e bambini, che avevano presentato motivi seri di attenzione data la situazione molto precaria del contesto in cui vivono (povertà, famiglie numerose ecc.ecc.).
A fronte di questa nostra richiesta di aiuto, oggi possiamo comunicarvi l'esito largamente positivo che l'iniziativa in questione ha riscontrato.
Infatti in questo periodo abbiamo raccolto euro 2.910 che verranno così destinati:
- 1600 euro per provvedere al mantenimento scolastico dei bambini di cui ci siamo fatti carico (i bambini andranno a frequentare il ben noto Liceo San Josè di El Rancho in Guatemala).
- 1310 euro verranno destinati alla Casa d'Accoglienza femminile di Mazatenango ("Hogar Santa Maria de Jèsus"), dove attualmente presta il proprio servizio Madre Antonietta, per far fronte alle esigenze di vitto e alloggio delle ragazze ospiti.

Cogliamo l'occasione per manifestare la nostra piena soddisfazione per l'obiettivo raggiunto e, allo stesso modo, ringraziamo tutti coloro (persone, gruppi, associazioni, enti, ditte...) che ci hanno permesso di raggiungere questo importante risultato.

Per il gruppo di Ains-onlus

Giulia Dezza, Emanuele Chiodini, Ruggero Rizzini



Ains è una Organizzazione di Volontariato non ha scopo di lucro che persegue esclusivamente finalità di solidarietà, socialità e attenzione verso gli esclusi per mezzo di attività rivolte alla sensibilizzazione dell'opinione pubblica sulle situazioni di crescente povertà, emarginazione sociale ed emergenze di natura sanitaria sia all'estero che a livello nazionale e locale. Ains persegue i propri obiettivi promuovendo progetti destinati all'individuazione, all’analisi, alla valutazione, alla pianificazione e alla realizzazione in Italia e all’estero di progetti educativi, sanitari e sociali che coinvolgano operatori sanitari e altri professionisti non sanitari, che coniughino conoscenze scientifiche, assistenziali, sanitarie e di scienze sociali. Da dieci anni finanzia in Guatemala, in collaborazione con la Clinica San Josè e la ONG FundaMaya, progetti sociali, scolastici, edili e sanitari

1 settembre 2008

Colmenas, lo “spicchio” di speranza del Guatemala

E a mazatenango cresce la Casa di Accoglienza per le bambine vittime di violenza
Un altro mondo è possibile. Ma non bastano gli atti di elemosina per mettere a tacere la coscienza. Bisogna lavorare affinché chi oggi è costretto a vivere nella miseria possa essere posto nelle condizioni di risollevarsi. E costruirsi un futuro con dignità. Questo è quanto sta accadendo a Colmenas, in Guatemala. Un piccolo “miracolo”, frutto della buona volontà di Ains (associazione Italiana nursing Sociale), a cui oggi guardano con ammirazione anche le grandi associazioni di volontariato, tra cui l’americana CFCA che al progetto di autonomizzazione della gente di Colmenas non aveva creduto molto ed oggi invece ha deciso di unirsi nella scommessa.
Il piccolo “miracolo" di quella terra è presto detto. Case per vivere dignitosamente, un forno per cucinare con le principali norme igieniche, orti comunitari per sfamarsi e una capra per famiglia. Con un caprone per tutti, che ha compiuto in pieno il suo dovere. Ed oggi le capre sono gravide, con l’allevamento destinato a crescere. E un buon concime da utilizzare per un terreno dove si coltivavano solo ananas e dove invece a breve cominceranno a crescere anche le piantine di caffè. La comunità inizia adesso a diventare un modello di indipendenza per tutti. La gente guarda con fiducia al futuro e intravede le possibilità di una vita decorosa. L’intenzione di ains è quella di continuare in questa opera chiedendovi aiuto per:

· costruire un salone dove ospitare i bambini della comunità che frequentano la scuola elementare.
SERVONO 2.165 EURO
· costruire un forno comunitario a legna con lo scopo di avviare una piccola cooperativa alimentare per la produzione di pane e dolci
SERVONO 658 EURO
· acquistare materiale finalizzato a creare un sistema di irrigazione degli orti.
SERVONO 957 EURO


Ains onlus [associazione italiana nursing sociale]
Sede legale: Via flarer 6, c/o AISLeC, 27100 Pavia
telefono 339.2546932 - fax.0382.523203
e-mail:associazioneains@yahoo.it
sito web: ainsonlus.blogspot.com
anno di costituzione 2003
iscrizione al registro PV 72 del 9.9.2004
Conto.Corrente.Postale. 46330429

UNA RETE SOCIALE NATA IN CORSIA

DALL’INIZIATIVA DI ALCUNI INFERMIERI DELL’OSPEDALE DI PAVIA, IN’ASSOCIAZIONE CHE OPERA A FAVORE DI SITUAZIONI DI EMARGINAZIONE IN ITALIA E ALL’ESTERO.

a cura di Claudio Ragaini, famiglia cristiana – n. 27/2008

Una decina di anni fa, due infermieri dell’Ospedale San Matteo di Pavia, in servizio in reparti particolarmente impegnativi (infettivi e psichiatria), cominciarono a interrogarsi sul loro ruolo professionale, non soltanto all’interno della struttura nella quale lavoravano, ma in una proiezione esterna, a contatto con i problemi e i disagi della società. In altre parole si domandavano: il compito dell’infermiere si esaurisce in corsia, nel lavoro quotidiano di assistenza ai malati, o non deve estendersi anche alla cura e al soddisfacimento dei bisogni primari del prossimo vicino o lontano che sia?
I contatti con un prete-operaio, don Renato Piccini, che operava in Guatemala e che aprì loro la conoscenza della realtà del Paese centroamericano, diede una prima risposta alle loro domande. E fu così che a Pavia nacque in quegli anni l’Associazione italiana nursing sociale (Ains), che si propone di operare a favore di situazioni di povertà ed emarginazione, tanto in Italia che all’estero, sia attraverso un’attività di sensibilizzazione dell’opinione pubblica, sia con interventi diretti in campo sociale, sanitario ed educativo.
Sinergie di forze
I contatti con il Guatemala hanno portato in questi anni a sviluppare una serie di progetti gestiti con un’associazione non governativa locale, Fundamaya, nel villaggio di El Rancho, un centro di 10 mila abitanti a 90 chilometri da Città di Guatemala, dove esistono una clinica gestita da alcune suore, un paio di scuole, ed in costruzione un centro di aggregazione.
I progetti sostenuti dall’Ains con il coinvolgimento dei suoi soci sono diversi: sussidi scolastici per i bambini delle elementari, ricostruzione di case distrutte dall’uragano, corsi per infermiere, dotazione di forni per cucinare, l’acquisto e la consegna di 10 capre ad altrettante famiglie per avviare un’attività di allevamento e commercio nella piccola comunità.
L’aspetto interessante dell’attività dell’associazione pavese è dato dall’essersi aperta alla collaborazione con altre realtà del volontariato sociale cittadino: una “rete” di attività solidali diverse (il cui nome “TIK” è mutuato dalla lingua Maya e significa “NOI”) che coprono diverse realtà, dal sociale, all’ambientale, allo sport.
Viste da vicino sono: la cooperativa sociale “La Piracanta”, le associazioni di volontariato “Cuore Clown Onlus”, “Incontramondi” e “Per Fare un Albero” e il progetto “Per una cultura della solidarietà con lo sport”, che ha come messaggere le ragazze della squadra di pallavolo di Pavia.
Un esempio di sinergie sul territorio che può essere d’esempio ad altre organizzazioni di solidarietà.
“ Il nostro proposito “, dice il presidente Ruggero Rizzini, “ è di allargarci ad altre realtà e di continuare a fare informazione e formazione, soprattutto nelle scuole, perché la gente esca da questo sonno che ci circonda e impari a vedere quel che succede nel mondo”.

"La musica del caffe"

Ains informa che sono a disposizione per 2,80 euro al pacchetto confezioni di caffe' da grammi 250 cadauno. Non è caffè qualsiasi. Proviene direttamente dal Guatemala dove si coltiva una delle qualità di caffè migliori al mondo. Si chiama "El Bosque" ed è commercializzato nella rete del commercio equo e solidale, lontano cioè dall'invasivo e sempre più insopportabile mercato delle multinazionali. Il ricavato di tale vendite, ovvio, andrà a finanzire i nostri progetti di solidarietà. Insomma c'è del buon caffe'...anticonformista e controcorrente.

Potete trovare questo caffè:
-direttamente telefonando o contattando Ruggero (cell. 339 2546932) o Giulia (cell. 333 4464723).-presso l'edicola Chiodini in Via Roma, 118 a San Martino Siccomario

Ains cerca aiuto per la scuola dei bimbi in Guatemala

Il liceo San Josè presso El Rancho, è una scuola frequentata da più di 250 bambini e di questi, 130 sono sostenuti dalla nostra associazione attraverso il progetto di sostegno scolastico a distanza. Gloria Luz Leon Coloma, 57enne direttrice del collegio ci ha chiesto di finanziare la messa in opera di un portone della scuola. Costa 2.700 quetzales (circa 270 euro) perché quello attuale è in gran parte rotto.
All’interno dell’edificio scolastico un’aula utilizzata dai bambini per le lezioni ha il tetto danneggiato, da riparare. Infatti una trave di sostegno in legno è inclinata e diverse lamiere di copertura sono forate e lasciano filtrare acqua piovana. In questo caso il costo del progetto è di 5.122 quetzales (circa 512 euro). L’ultimo progetto per il quale la direttrice del collegio ci ha chiesto aiuto è relativo all’acquisto di vernice per dipingere il collegio dentro e fuori. Servono circa 817 euro.

Per chi volesse aiutarci, il numero di conto corrente postale è: 46330429

LA MIA BAMBINA GUATEMALTECA

di Claudia Mossi

Claudia correva come impazzita per le strade di El Rancho. Siamo in Guatemala,Centro America e Claudia correva a raccontare a tutta la gente vicina e lontana che aveva una cartella...e dentro c'erano dei libri, libri veri e quaderni veri sai di quelli che si usano per andare a scuola. Scuola, - che parolona!!! - pronunciata dalla sua piccola bocca incredula. La felicita' dipinta sul volto stravolto per il gran correre..per raccontarlo a tutti. L'entusiamo di Claudia è l'entusiasmo di questa gente povera che crede in un futuro, che vuole riscattarsi, che non vuole permettere ai figli, i figli della guerra, della fame, della miseria, di crescere analfabeti come i padri, che vuole lottare per un domani migliore. Studiare per essere migliori, per comunicare, per lavorare, per superare le barriere di fragilità e paura che specialmente nei duri anni della guerra civile, in Guatemala hanno piegato la gente e l'hanno duramente messa in ginocchio. Claudia va a scuola grazie al sostegno a distanza, una cifra annua pagata da volonterose persone che dall'Italia vogliono dare il loro contributo per aiutare i bambini di El Rancho. Claudia l'ho adottata io quasi cinque anni fa e frequenta la quinta elementare. Ma come lei tanti altri bambini sono stati adottati e possono studiare ma tanti purtroppo no. Non e' possibile adottare tutti, è logico, ma cerchiamo comunque di stimolare le persone a farlo poichè ci sono tanti bambini in situazioni davvero disperate. Perciò, forza, continuiamo perchè crediamo sia possibile migliorare anche se poco a poco le cose. Dobbiamo crederlo. Un grazie va quindi a loro e un grazie di cuore ai bambini che con la loro gioia e il loro impegno premiano i nostri sforzi dall'Italia, e naturalmente un altro immenso grazie ai nostri collaboratori e amici del Guatemala che ci informano periodicamente
Dunque.....Crediamoci ancora un po'...per crederci sempre...

UN VESCOVO ALLA GUIDA DEL PARAGUAY

di Emanuele Chiodini

In America Latina il vento primaverile del rinnovamento continua a soffiare con la sua costante ma progressiva impetuosità. Anche il Paraguay nell'Aprile scorso ha voltato definitivamente pagina. Le elezioni presidenziali hanno visto la netta affermazione di Ferdinando Lugo, già vescovo in questo paese (ora allo stato laicale o in procinto di essere dichiarato tale dalle Autorità Vaticane), a danno di Bianca Ovelar candidata dallo storico Partito Colorado da decenni detentore del potere istituzionale paraguayano. Anche qui è crollato un sistema di potere economico, politico e militare che sembrava inossidabile (essendo erede diretto del dittatore Stroessner) e che affondava le proprie radici - alla pari di tanti altri paesi del Centro e Sud America dalla storia recente assai analoga - in un passato ancora difficile da superare. Ricordiamo alcune tappe significative: la conquista del XVI-XVII secolo, il colonialismo, il Novecento con i suoi drammi e lo spartiacque della seconda guerra mondiale, l'instaurarsi appena dopo di regimi tirannici, liberticidi, corrotti e violenti. All'alba del Terzo Millenio l'America Latina ri-comincia un cammino di ritrovata e rinnovata libertà. L'esempio lampante è quello che stiamo descrivendo, del Paraguay appunto. Che un vescovo della Chiesa Cattolica diventi Presidente della Repubblica fa pensare. E genera domande. Perchè questa scelta? Perchè uscire da una situazione di relativo privilegio dettato dallo status clericale per andare a "sporcarsi le mani" nel difficile e tortuoso agòne della politica? E poi, ancora: come mai la politica ha dovuto affidarsi ad uomo estraneo alle sue dinamiche per trovare una via di riscatto della propria funzione? Forse perchè la Chiesa stessa in questa parte del mondo è più attenta alle istanze sociali avendo sempre davanti a sè la parola d'ordine "dell'opzione preferenziale per i poveri?". E poi, in generale, cosa significa questa ventata di "rinascita" dalle molteplici sfaccettature e implicazioni, e che non è esperienza di un solo paese ma sta diventando un tratto comune di diverse nazioni? E, da ultimo, questa serie di cambiamenti radicali per mano democratica riusciranno a contagiare altre parti del mondo (del sud del mondo, in primis) allo stesso modo disagiate e vittime dello sfruttamento economico capitalista e liberista? Lasciamo la parola per alcune prime e sommarie risposte allo stesso Ferdinando Lugo. Le opinioni qui sotto riportate sono state da lui espresse l'indomani della vittoria elettorale. -"Più che l'inizio della transizione democratica, credo che sia l'inizio della fine di questo processo ormai lungo quasi vent'anni..
E quindi rappresenterà anche la fine dei sei decenni di egemonia colorada. Saremo in condizione di mettere la parola fine a 60 anni di vuoto istituzionale e di avviare un lento ma fermo processo di istituzionalizzazione del nostro paese.
Non parlo di re-istituzionalizzazione perchè in Paraguay si è sempre lamentata l'assenza dello stato e delle istituzioni e noi crediamo che ora ci sia la necessità di costruire lo stato paraguayano, che per più di mezzo secolo è stato usato per le malversazioni dell'amministrazione pubblica e l'arricchimento illecito del gruppo colorado di turno";
-"Combatteremo la corruzione e la povertà allo stesso tempo. Direi che la lotta alla corruzione e alla povertà sono intimamente legate, perchè la lotta alla corruzione sarà un'incalcolabile fonte di risorse finanziarie che serviranno, insieme ad altre, a finanziare gli ambiziosi progetti di sviluppo e di crescita che abbiamo".
-"La vita di qualsiasi persona che rappresenti un cambio, in ogni parte del mondo, corre seri rischi. Ora, dopo una vittoria così netta è logico che qualcuno sia molto nervoso, soprattutto la cricca mafiosa che si è impadronita del paese per tanti anni. Questo potrebbe spingere qualcuno di loro a gesti inconsulti. Non temo tanto per la mia vita quanto per la sorte del nostro progetto politico".
-"E' difficile smettere di sentirsi ciò che uno è. Nel mio caso un politico-religioso o un religioso-politico. Non è facile dimenticare 30 anni di formazione e di vita. E per quanto la vita politica sia molto intensa e vertiginosa, non è riuscito a cancellare l'altra vita. Continuo a credere di avere una "missione", che è quella di servire i miei simili e che il miglior modo di compierla sia oggi un'azione politica sana, ampia, includente e costruttiva".
-" Su tutto il nostro continente soffiano venti nuovi. Questo è innegabile e oltretutto inarrestabile. Non credo si possa tornare indietro dal cammino che si è aperto nei nostri paesi. Quello che accade in America Latina non è una "casualità" ma una "causalita". Le penose condizioni economico-sociali in cui si dibattono i nostri popoli sono la causa di questa tendenza verso i profondi cambi strutturali che stanno avvenendo al ritmo dell'intensità propri delle realtà di ciascun paese. La Chiesa latino-americana non può continuare a dare le spalle a questo processo e spero che anch'essa si unisca attivamente al suo consolidamento".

Questa serie di pensieri dettati da una grande determinazione e forza di volontà sono la dimostrazione pratica che nel mondo cominciano a verificarsi alcune condizioni per invertire la rotta.
Che è sempre meno tollerabile, dalle popolazioni che vivono la povertà sulla loro pelle, l'attuale sistema economico conformato e deciso dal Nord del mondo, dall'èlite dei ricchi. Che anche noi, abitanti di questo angolo di mondo definito "Occidente", non possiamo non sentirci interpellati da tutte le istanze che provengono dall'emisfero Australe e che, allo stesso tempo, dovremmo dichiararci sempre meno autosufficienti dalle nostre pretese. Esiste un muro ed è quello della povertà. Ancora in piedi, lucido, potente e solido. E' un muro frutto della negazione del concetto di uguaglianza e che genera ogni giorno sofferenza e morte. Al di là di ogni facile retorica, occorre l'impegno di tutti. Per sconfiggere questa barriera dovremmo abbattere gradualmente e quotidianamente i muri che incrostano le nostre esistenze e che impediscono di accorgersi della presenza di "un altro mondo". Mi riferisco espressamente a fenomeni quali: l'egoismo, l'indifferenza, l'individualismo, uno stile di vita basato sul consumismo e sulla ricerca del superfluo. Dobbiamo cominciare da qui, Italia, Europa, Nord del mondo. E da noi stessi. Intanto in America Latina un arcobaleno dai colori riverniciati sta recuperando a vita nuova il senso del riscatto e della liberazione.

UNA SCHEDA SUL GUATEMALA

Superficie: 108.890 kmq.
Abitanti: 12.900.000.
Gruppi etnici: il 40% della popolazione è suddiviso in diverse etnie di origine Maya.
Reddito annuo: 357 dollari pe r il 20% più povero della popolazione, meno di 1 dollaro al giorno. Indice di Sviluppo Umano: 0,689 (118° posto su 177 paesi).
Povertà: il 63,9 % dei bambini e adolescenti vive in condizioni di povertà, di cui il 19 % in estrema povertà. Il 69,5% dei bambini indigeni non ha alimentazione sufficiente. Mortalità fra i minori di 5 anni: 55 x 1000.
Accesso all'acqua potabile: 1 persona su 3 non ha accesso all'acqua potabile.
Salute: solo il 30% della popolazione fruisce dell'assistenza sanitaria pubblica.
Per oltre metà della popolazione non c'è accesso alle cure mediche. 1 medico ogni 1000 abitanti, ma l'80 % dei medici si trova nelle città, le zone rurali sono prive di servizi per la salute.Istruzione: analfabetismo al 31%, secondo i dati governativi ufficiali.Spesa pubblica per l'istruzione: 1,7% del PIL (la più bassa dell'america ce ntrale) *.

" Come potete notare dal significato di questi indici, si evince con chiarezza che il Guatemala è uno dei paesi più poveri dell'America Latina e fra i più poveri del mondo intero. Questa è la realtà nuda e cruda che troviamo durante i nostri viaggi. Provate a tradurre i numeri in un contesto visibile e concreto. Con un po' di immaginazione ci si riesce...magari aiutati, tra le altre informazioni, dalla lettura delle nostre notizie...Con questi numeri abbiamo a che fare noi di Ains. Con questa situazione devono convivere Alvaro, Madre Antonietta, i bambini di El Rancho, le ragazze di Mazatenango, le comunità indigene di Colmenas, Tatutù, Aguahiel, Los Apantes...e tutto il resto del contesto guatemalteco che ancora non conosciamo apertamente ma che esiste e vive in queste condizioni. Sono cose che dovrebbero far riflettere seriamente. Anche i numeri, a volte, possono essere oggetto di meditazione..".

[*dati tratti dalla rivista "Progetto Continenti", nr. di Gennaio-Aprile 2008.]

IL RISPETTO DELL'AMBIENTE E LO STILE DI VITA

di Emanuele Chiodini
Nel numero di Giugno abbiamo avuto modo di affrontare il tema degli "stili di vita" riflettendo su un testo propostoci dal vescovo di Pordenone. In questo numero continuiamo la discussione servendoci di un altrettanto importante documento promosso dalla Conferenza Episcopale Canadese pubblicato nelle scorse settimane dall'agenzia Adista. Mentre il vescovo di Pordenone, mons. Poletto, si preoccupava nella sua lettera pastorale di mettere in luce alcuni aspetti pratici per addivenire, sia pur gradatamente, ad un cambiamento radicale nella conduzione dello stile di vita proprio della nostra società (cioè subdolamente legato a princìpi incontrollati di consumo e di inutile ricerca dell'effimero), i vescovi del Canada partono da un tema vasto, gigantesco nelle sue proporzioni e implicazioni, che è quello dell'ambiente. Ovvero. Per operare una prima sintesi del contenuto del documento - anche qui sottoforma di lettera pastorale - bisogna ricordare che lo stile di vita può modificarsi se si mutano con nettezza i rapporti con l'ambiente che ci circonda ( con il creato e con le creature) passando cioè da un attuale atteggiamento di dominio fondato sul saccheggio e sullo sfruttamento ad una ritrovata relazione di equilibrio, rispetto e cura premurosa del nostro ecosistema. Diventa però assai difficile esaurire questo tema in un semplice e, per forza di cose, angusto articolo. Proviamo, con ciò, a ripercorrere le tappe salienti del testo in questione. I vescovi canadesi iniziano la loro esposizione del tema riferendosi al fatto che il 2008 è stato proclamato dall'ONU "Anno del Pianeta Terra"; questo a voler segnare l'ampiezza della sfida che tutti abbiamo di fronte. Il punto nevralgico della riflessione ruota attorno ad una parola-chiave: "conversione". Conversione personale e collettiva. In premessa vengono richiamati alcuni passaggi fondamentali del libro del Genesi ( il primo libro della Torah, contenuto nel Primo Testamento della Bibbia) sulla bontà della creazione. Universo e cosmo di per sè sono sinonimi di bellezza e armoniosità e il Creatore, fin dall'inizio, ha predisposto la Terra (su cui noi tutti abitiamo ) per essere custodita e coltivata come un "giardino" (Gn 2,15). Questo ambiente di cui noi tutti siamo affidatari deve essere mantenuto e amministrato con saggezza sapendo che si sarà chiamati un giorno o l'altro a rendere conto dell'opera di tale gestione. Il creato, quantunque si possa pensare, non è una proprietà privata. E', rimane e rimarrà, un grande bene comune collettivo; oggi diremmo globale. Le righe dei vescovi scorrono veloci e si introduce necessariamente la visione del mondo allo stato del presente. Il quadro è assai fosco. Certo, la tecnologia, le scoperte scientifiche accumulate negli ultimi secoli hanno portato benefici incontestabili. Tutto ciò ha però avuto effetti devastanti sulla natura. E' inutile ricordarlo, ma per una maggior consapevolezza ci torniamo: inquinamento dell'aria, dell'acqua e della terra, aumento dell'effetto serra, distruzione dello strato di ozono, deterioramento dei grandi ecosistemi, estinzioni di diverse specie viventi, riduzione della biodiversità e, da ultimo, lo scioglimento repentino dei ghiacci dei poli che sta causando un innalzamento pericoloso degli oceani producendo effetti disastrosi, soprattutto nell'emisfero Sud, dove si trovano i paesi più poveri. Sulla stessa lunghezza d'onda Giovanni Paolo II ricordava che "è ingiusto che pochi privilegiati continuino ad accumulare beni superflui dilapidando le risorse disponibili, quando moltitudini di persone vivono in condizioni di miseria (...) il dissesto ecologico è contrario all'ordine del creato in cui è inscritta la nostra interdipendenza". Invece di favorire questa interdipendenza, il Pianeta è stato lasciato in balìa a dinamiche perverse che, anzichè generare unità, hanno diviso la Terra in pezzi: terzo mondo, quarto mondo, paesi sottosviluppati, paesi poveri, paesi industrializzati, paesi ricchi. L'ingiustizia, come si può misurare, è latente. E' un'ingiustizia per il presente e per il futuro, per le generazioni che verranno. Un debito monetario si può sanare; un ambiente devastato rappresenta un vuoto difficilmente colmabile e riparabile (anche la Carta dei Diritti del Fanciullo delle Nazioni Unite ci ricorda l'obbligo morale, largamente disatteso, di preservare la natura a vantaggio della felicità dei bambini e dei giovani. ..). Ciò detto, si può invertire la rotta? Gli scienziati dell'ambiente sono molto scettici. Forse si è superato il segno senza accorgersene, forse si è andati troppo in là. I vescovi provano a dare la loro ricetta riproponendo il termine che abbiamo evocato all'inizio del della riflessione: conversione.
Conversione per ritrovare il senso del limite. Per adattare il nostro modo di vita alle risorse disponibili. Per mettere al bando la tensione continua a sprecare e a consumare oltre il normale dovuto.Per liberarci dall' ossessione di possedere e distruggere in modo insensato. Per introdurre la capacità di creare "un'austerità gioiosa o virtuosa", nel senso di una sobrietà volontaria fondata sull'essere e non sull'avere. Per uno sviluppo rispettoso di leggi e ritmi a misura d'uomo come forma di liberazione e valorizzazione dell'umanità. Il testo dei vescovi prosegue con un'ultima sezione dedicata ad aspetti eminentemente religiosi che meriterebbero di essere trattati ma i nostri spazi non ce lo consentono.(rimandiamo la lettura integrale del testo che potete trovare nel sito:
www.veneziastilidivita.it).In conclusione vorremmo ricordare che il tema degli "stili di vita", sul nostro foglio-notizie, avrà sempre largo spazio. Perchè è un tema non rinviabile e sempre più irrinunciabile. Forse siamo ancora lontanissimi da una soluzione pratica tesa a modificare, almeno in parte, il nostro "modus vivendi" quotidiano. Il fatto di continuare a riproporre ostinatamente queste importanti tematiche contribuirà, prima o poi, a lasciare una traccia, un segno tangibile. Un concetto può essere compreso con facilità e velocità. Trasporre la teoria nell'agire di tutti i giorni rappresenta sempre un passaggio irto di ostacoli. E gli ostacoli stanno nella nostra coscienza. E' nella coscienza di ciascuno che maturano convinzioni, decisioni e atti di volontà. Nel nostro piccolo siamo convinti di quello che sosteniamo e cerchiamo, nel limite delle nostre contenutissime forze, di essere conseguenti e coerenti a quanto viene professato e proclamato. Vale a dire: insisteremo sul tema. E' drammatico dover affermare che la salvezza dell'ambiente oggi appaia come un'utopia. Non importa. Inseguiremo a mani nude questa utopia. Per noi e per le generazioni future.

Le impronte ai bambini Rom:cosa ne pensa Ains

Con 336 voti favorevoli e 220 contrari (una larghissima maggioranza), il Parlamento Europeo ha approvato nei giorni scorsi una risoluzione che condanna l'Italia per la decisione di prendere le impronte ai rom affermando che il provvedimento del governo italiano " è un atto discriminatorio fondato sull'origine etnica". Questa risoluzione, al tempo stesso, chiede al nostro paese di sospendere le misure d'emergenza nei campi nomadi rimarcando il fatto che questi comportamenti "costituirebbero chiaramente un atto di discriminazione diretta fondata sulla razza e l'origine etnica, espressamente vietata dall'articolo 14 della Convenzione Europea dei diritti dell'uomo, e per di più di un atto di discriminazione tra i cittadini dell'Unione Europea di origine rom o nomade e gli altri cittadini a cui non viene richiesto di sottoporsi a tali procedure”.
E, ancora, in relazione alla situazione dei minori l'alta istituzione di Strasburgo ritiene "inammissibile che per proteggere i bambini vengano violati i loro diritti fondamentali, criminalizzandoli". Davanti a queste parole, sia pur simboliche, ma dal contenuto chiaro e forte noi affermiamo che:
-vengano rigettati questi provvedimenti dichiaratamente "razziali" del governo italiano;
-vengano tutelati i bambini garantendo loro parità di accesso all'istruzione, una casa dignitosa, assistenza sanitaria equa e protezione dallo sfruttamento attraverso politiche che favoriscano la crescita culturale, l'integrazione delle diverse tradizioni e l'inclusione sociale;
-la nostra assoluta contrarietà alla raccolta delle impronte digitali dei rom e, in particolare, dei loro bimbi. Tenuto conto di quanto sopra espresso esortiamo il mondo del volontariato pavese a uscire dal silenzio e invitiamo la Consulta del Volontariato di Pavia ad attivarsi e a promuovere adeguate iniziative di protesta, di informazione e di "proposta" cominciando con l'aderire all'appello lanciato dall'ANPI nei giorni scorsi dalle colonne di questo giornale al quale, gli scriventi, aderiscono con convinzione e determinazione.
Se tutti noi proclamiamo che "un altro mondo è possibile", dobbiamo essere conseguenti a cominciare da casa nostra contribuendo, da qui e con fatti e atti concreti, a costruire un mondo più civile e una società più solidale, più accogliente e meno egoista.

UN NOBEL PER IL POPOLO ROM

(testo di Moni Ovadia)
"Involuzione digitale. Ecco i nuovi bambini ebrei, le impronte del'odio e della paura. Della discriminazione. I bambini sono il futuro. E questo è un futuro schedato. Inchiostro per le mani e filo spinato per gli uomini. E' solo il primo passo. Se fanno questo in tempo di pace cosa farebbero in tempi di guerra? Dopo le impronte digitali i numeri tatuati sull'avambraccio...Ecco come è trattato oggi, in Italia, chi meriterebbe il premio Nobel per la pace per non aver fatto guerra a nessun altro popolo. Lo proponiamo, ancora, con la massima serietà. Premio Nobel al popolo rom". per aderire:
segreteria@liberazione.it

W INGRID LIBERA

Ingrid Betancourt è stata liberata dopo aver trascorso sei anni di prigionia nella foresta della Colombia. All'annuncio di questa notizia tutto il modo civile si è rallegrato e ha avuto un sussulto di gioia. La biografia di Ingrid parla chiaro: è una donna che si è battuta per i diritti civili, per la dignità del suo popolo e per la dignità degli esseri umani in generale. A maggior ragione, adesso che è stata restituita al mondo, diventa ancora di più un impegno morale sostenere con forza la sua condidatura a premio Nobel. Per questo chi volesse inviare la propria adesione può farlo presso questo indirizzo mail, (noi di Ains abbiamo aderito):
nobelperingrid@unita.it

La Ballata del Gatto Nero

Gatti neri arrampicati
su vetrine colorate
fan la guardia un po' assonnatie
rallegran le giornate

Uno scruta divertito
la sua preda preferita
l'altro dorme acciambellato
una nanna da beato

Il più giovane del gruppo
fa saltare una pallina
una scena sopraffina
per filare una micina

Quello in posa a tutto tondo
vuol difendere il suo rango
passa il tempo fiero fiero
a lisciarsi il pelo nero

I piccini appena nati
se ne stanno accovacciati
son protetti e ben curati
son lavati e pettinati

Mamma gatta premurosa
li istruisce, li prepara
alla scuola tanto ardita
delle prove della vita
Sono tutti gatti neri
questo è il bello della storia
creazioni appassionate
fantasiose e ricercate

Dalla Giulia ideatide
corati e modellati
battezzati da Lorena
rendon l'aria più serena!!!

emanuele chiodini


IL GATTO NERO PORTA SFORTUNA A CHI NON CE L’HA

Un originale regalo per ogni occasione di festa
E’ un semplicissimo complemento d’arredo, un gatto che si arrampica, scende o si accuccia sugli stipiti della porta, sull’angolo di un quadro o ad un vetro di una finestra. Non richiede chiodi perché sta su da solo e costa anche poco, il giusto per ripagare l’impegno e la bravura di quegli artigiani capaci di tale manualità artistica. Per chi volesse vedere e comprare il Gatto della Cooperativa Sociale La Piracanta onlus può visitare la bottega “Il Mercatino” in Corso Garibaldi 22/a a Pavia. Il costo è di 9 euro per il gatto nero piccolo e 13 per quello grandePer informazioni: Giulia (cell. 333.4464723)

UN MERCATINO BENEFICO A CASATISMA

Casatisma. Con la festa patronale di Casatisma, si è svolta, come da tradizione, la mostra mercato organizzata, per il 23° anno consecutivo, da Marilena Forlino. Una mostra di arte ed artigianato che si è tenuta alle elementari di Casatisma ed il cui ricavato è stato utilizzato per opere di beneficenza. Quest’anno i fondi raccolti sono stati devoluti sia alle missioni umanitarie in Guatemala della nostra associazione, in Nigeria e sia a favore di Massimiliano Ferrato, il ragazzo di Tortona in coma da 16 anni.

Alla mostra di Casatisma si è potuto trovare ed acquistare di tutto: dai quadri alle tegole dipinte, dalle bottiglie alle porcellane fino ai cuscini e alle bambole. Inoltre anche pizzi ricamati e soprammobili antichi.
Negli anni scorsi, grazie ai fondi raccolti con la mostra, si sono potute finanziare diverse iniziative, fra le quali l’acquisto di macchinari ospedalieri per il reparto di Ematologia del Policlinico San Matteo, fondi destinati a favore della Croce Rossa di Casteggio e delle varie missioni in Guatemala, Brasile, Africa e India.
Un’altra novità della festa patronale di Casatisma, che è iniziata venerdì 22 per concludersi lunedì 25 agosto, è stata la presentazione del libro dal titolo “Am ricord i caplon”. I “caplon” sono gli abitanti di Casatisma e il libro tratta delle vicissitudini e degli aneddoti degli abitanti del paese nel corso del Novecento. Il libro è stato presentato nella serata di giovedì 21 agosto in piazza a Casatisma, nell’ambito di una serata dedicata ai poeti della nostra provincia.

Progetto Documentario “Diritti Umani in Guatemala”: cerchiamo co-finanziatori

Per commemorare il 60° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti umani, l’ONU ha dichiarato il 2008 Anno dei diritti umani. Le manifestazioni celebrative hanno avuto inizio il 10 dicembre 2007 e si concluderanno solennemente il 10 dicembre 2008.
La celebrazione di questo evento fondamentale nella storia della comunità internazionale deve essere l’occasione per stimolare una riflessione approfondita ed un esame dello stato attuale della promozione e della protezione dei diritti umani nel mondo, per favorire ulteriori progressi nel riconoscimento e nella tutela di questi diritti e per intensificare l'informazione e l'educazione in questo campo.
Per cogliere al meglio questa opportunità, AINS e INCONTRAMONDI hanno deciso di realizzare un film documentario sulla situazione dei diritti umani in Guatemala.


Perché è stato scelto proprio questo piccolo paese del Centroamerica?
In primo luogo, perché AINS da dieci anni finanzia in Guatemala, in collaborazione con la Clinica San Josè di El Rancho e la ONG FundaMaya, progetti sociali, scolastici, edili e sanitari. Almeno due volte l’anno i volontari di AINS si recano in Guatemala per verificare l’andamento dei progetti in corso e hanno, così, l’opportunità di entrare direttamente in contatto con la realtà vera di questo paese.
In secondo luogo, perché in Guatemala “per gran parte della popolazione la situazione relativa alla pubblica sicurezza è rimasta grave. […] Le donne hanno continuato a subire elevati livelli di violenza. Il governo ha fatto poco per assicurare alla giustizia gli ex ufficiali militari accusati di violazioni dei diritti umani durante gli anni del conflitto armato interno (1960-1996). Difensori dei diritti umani hanno continuato ad affrontare elevati livelli di minacce e intimidazioni” (Amnesty International, Rapporto annuale 2008).


Per realizzare il documentario, nel mese di novembre, AINS e INCONTRAMONDI invieranno in Guatemala due giovani registi che raccoglieranno interviste e testimonianze filmate di rappresentanti di associazioni o di semplici cittadini direttamente impegnati nella difesa e nella promozione dei diritti umani nel loro paese.

Il prodotto finale (DVD + pubblicazione cartacea) sarà messo a disposizione gratuitamente di tutti coloro (associazioni di volontariato, scuole, biblioteche, istituzioni pubbliche, singoli cittadini) che intenderanno utilizzarlo per attività di informazione e sensibilizzazione sul tema dei diritti umani.

Come è facile immaginare, la realizzazione di una simile iniziativa ha dei costi non indifferenti, che AINS e INCONTRAMONDI hanno quantificato in 7,000 €. Buona parte di questa somma è già stata raccolta, grazie al contributo del CSV (Centro Servizi Volontariato) della provincia di Pavia e della stessa AINS.
Mancano ancora 4,000 €, che AINS e INCONTRAMONDI intendono raccogliere chiedendo anche il vostro sostegno finanziario.

Un eventuale contributo, non solo renderà concretamente possibile l’attuazione di questo progetto, ma vi farà formalmente co-autori del progetto stesso (il vostro nome e/o logo compariranno sulla pubblicazione finale).


Ruggero Rizzini Mario Albrigoni
per l’associazione AINS per l’associazione INCONTRAMONDI


per aderire al progetto
conto corrente postale n. 46330429
intestato ad AINS c/o AISLeC – via Flarer, 6 – 27100 PAVIA
causale: realizzazione film/documentario diritti umani in Guatemala


AINS associazione italiana nursing sociale c/o AISLeC via Flarer, 6 - 27100 Pavia - C.F. 01885520187
cell. 339 2546932 ainsonlus.blogspot.com - e-mail:associazioneains@yahoo.it

Associazione Incontramondi pensare globalmente, agire localmente via Trento, 16 - 27028 San Martino Sicc. (PV)
c.f. 96048130189