25 agosto 2009

PROGETTI DI SOLIDARIETA' IN GUATEMALA: ALCUNE NUOVE PROPOSTE

Gentilissimi amici e sostenitori di Ains onlus,
prima di inoltrarci ad illustrarvi alcuni nuovi progetti di solidarietà in Guatemala da realizzarsi nei prossimi mesi del 2009 e nell'anno nuovo 2010 vorremmo, in estrema sintesi, informarvi di quelli già finanziati nel corso del 2008 e nella prima parte del 2009.
- Casa d'accoglienza per bambine "Hogar Santa Maria de Jesus" - Mazatenango -
Mazatenango è una città situata nel nord del Guatemala al confine col Messico. In questa cittadina è presente la comunità “Hogar Santa Maria de Jesus” guidata da Madre Antonieta Leòn Coloma dove vivono bambine e giovani adolescenti con un precorso di vita alle spalle molto difficile. Le bambine arrivano alla Casa per differenti motivi, tra questi: abuso sessuale da parte del padre, del padrino o dello zio; maltrattamenti familiari in genere; abbandono (bambine orfane), povertà e altre situazioni di degrado familiare e di violenza generalmente domestica. Due sono state le priorità individuate in accordo con madre Antonieta: sostenere economicamente la Casa per necessità varie (vitto, alloggio, scuola, spese generali funzionamento, ecc. ecc.) e sostenere le bambine dal punto di vista psicologico
Per il sostegno economico della casa sono stati inviati euro
6820,30
Per il sostegno psicologico, consistente nella presenza due volte la settimana di una psicologa, sono stati inviati euro 428,36.
- Liceo San Josè - El Rancho - Il progetto di sostegno scolastico a distanza prosegue da 6 anni. Abbiamo visto “crescere” diversi bambini i quali grazie alla solidarietà concreta di numerose famiglie pavesi, hanno potuto studiare. Con il progetto si seguono 140 tra bimbe e bimbi e nel 2008 sono stati inviati in Guatemala 12437,04 euro con lo scopo di dare continuità a questa importante iniziativa di solidarietà.
- Comunità indigene (Colmenas, Candelaria, Aguahiel, Tatutù) Quattro anni fa il nostro referente in Guatemala, Alvaro Aguilar Aldana, ci fece conoscere alcune comunità indigene dove vi erano terre fertili, acqua in abbondanza e donne e uomini con voglia di lavorare. Mancavano semplici opportunità di sviluppo per trasformare in progetti le tante idee presenti. Noi abbiamo accettato la sfida investendo risorse in micro-progetti agricoli e scolastici e, grazie ad Alvaro, abbiamo creduto nelle potenzialità e nella voglia di lavorare di tutte quelle persone che vivono “abbandonate” tra le montagne del Guatemala. Nel 2008 la nostra associazione ha finanziato progetti per 15799,05 euro favorendo l'introduzione di allevamenti di galline ovaiole, l’acquisto di banchi scolastici, di materiale per l'irrigazione dei terreni coltivati, di macchine per scrivere, concimi, sementi e l’edificazione di un salone ad uso scolastico presso l’aldea di Colmenas.
In totale nel 2008-2009 abbiamo "investito" in solidarietà concreta 35484,75 euro. Una cifra importante frutto dell’impegno di molti che non credono nell’assistenzialismo ma in progetti in collaborazione con le comunità locali con l’obiettivo di creare le basi per una crescita globale partendo dall’istruzione (Liceo San Josè, Comunità Candelaria, Aldea Las Colmenas) per arrivare al finanziamento di micro-progetti d’imprese familiare passando attraverso l’idea, la consapevolezza, l’incontro, la realizzazione, la produzione.
PROPOSTE PER IL 2009-2010
di sollecitata attuazione e rivolte principalmente
alla Comuntà indigene prima menzionate.
Per dare continuità all’azione di solidarietà abbiamo la necessità di raccogliere nei prossimi mesi, 12.348 eurocome obiettivo per realizzare nel concreto i seguenti progetti che riguardano lo sviluppo di numerose famiglie indigene:
- Progetto semina e trasformazione della soia presso l’Aldea Las Sidras. Il progetto consiste nel fornire a 5 famiglie semi di soya, concime organico e tutto il necessario per iniziare la semina e la conseguente lavorazione del raccolto. L’obiettivo è di creare un micro-circuito imprenditoriale che permetta alle famiglie l’autosostentamento e il miglioramento nutrizionale. Il finanziamento di 2728 euro prevede momenti di formazione rivolti ai contadini impegnati nel progetto e il suo monitoraggio.
- Potenziameno del progetto di apicoltura (api ) presso l’Aldea Las Sidras. Il progetto rivolto a 5 donne di altrettante famiglie consiste nel fornire tutto il necessario per potenziare un progetto di apicoltura già iniziato,con l’obiettivo di produrre miele da commercializzare attraverso la creazione di 5 micro-imprese familiari. Il finanziamento di 2885 euro prevede momenti di formazione rivolti alle donne impegnati nel progetto e il suo monitoraggio
- Progetto per la coltivazione di mais, fagioli e ortaggi presso l’aldea Aguahiel. Attraverso questo progetto si forniscono 100 quintali di fertilizzante a 25 famiglie di contadini per la semina di mais e fagioli con l’obiettivo di migliorarne la coltivazione e conseguentemente a questo obiettivo modificare in meglio l’alimentazione dei membri delle famiglie coinvolte nel progetto. Il costo è di 2300 euro.
- Progetto per l’acquisto sementi per ortaggi (carote, lattuga, cipolla, pomodori,ecc,ecc) presso le aldee di Colmenas, Tatutù e Jocotan. Anche in questo caso con 1500 euro si forniscono sementi varie per la semina con l’obiettivo di migliorare la coltivazione e a questo obiettivo modificare in meglio l’alimentazione dei membri delle famiglie coinvolte nel progetto.
- Progetto ittico presso l’aldee di Colmenas. Il progetto dal costo di 855 euro permette, attraverso l’allevamento di una particolare specie di pesce, di migliorare la nutrizione delle famiglie coinvolte e iniziare un processo di commercializzazione nell’aldea e nelle comunità confinanti. Il progetto è già iniziato con la creazione di una vasca d’allevamento grazie all’apporto dei gruppi familiari coinvolti nel progetto. Il progetto necessita di un finanziamento di sostenibilità avendo successivamente le caratteristiche di auto-sostenibilità.
Progetto di microcredito per la produzione agricola presso l’aldea Aguahiel, Caseario El Guapinol. Il progetto consiste nel prestare a tasso d’interesse zero, l’equivalente di 150 euro ad ognuno dei 12 contadini facente parte del progetto, per la coltivazione e produzione di fagioli, mais ed ortaggi. Si è pensato di proporre questo tipo di progetto in quanto si sono già avute esperienze positive in altre aree rurali del paese. Concretamente la metodologia progettuale utilizzata sarà la seguente: individuazione dei 12 componenti il progetto, individuazione di due referenti (uno interno al gruppo e uno esterno), apertura di un conto bancario da parte del rappresentante del gruppo e del rappresentante esterno con doppia firma, istruzione al gruppo dei 12 per quanto concerne la gestione del fondo con monitoraggio da parte del referente esterno, gestione del 5% del guadagno proveniente dal progetto che sarà accantonato per essere restituito dopo un anno. Costo totale del progetto 2080 euro.
Ricordiamo che, fatte salve le priorità del momento che ci sentiamo di segnalarvi, l'impegno per il sostegno economico e morale alla Casa delle bimbe di Mazate e l'ormai articolato e avviato progetto per i sostegni scolastici presso il Liceo San Josè sono e rimangono inalterati.
Potete aderire con un vs contributo volontario nelle seguenti forme e modi:
- presso Edicola Chiodini - Via Roma, 118 - San Martino Siccomario - tel 0382490338;
- versamento sul conto corrente postale n. 46330429 intestato ad AINS onlus c/o AISLeC, via flarer, 6 27100 Pavia
(causale: specificare il tipo di progetto che si vuole finanziare

"GRAZIE PER L'AIUTO CHE VORRETE PRESTARCI"
Solidarietà, dove c'è un bisogno, c'è un dovere

11 agosto 2009

Juan Gerardi. Il vescovo che ruppe il silenzio

“Finché non si conoscerà la verità, le ferite del passato resteranno aperte e non si cicatrizzeranno. È necessario restituire la memoria, considerando il ruolo della memoria uno strumento di ricostruzione sociale”.Juan Gerardi, vescovo della Diocesi del Quiché, in Guatemala, venne assassinato il 26 aprile 1998, due giorni dopo aver presentato il rapporto Guatemala, mai più, che indica esercito e governo del Paese come responsabili di genocidio e “crimini contro l'umanità” durante gli anni bui della guerra civile (1960-1996). Pagò con la vita l’impegno a favore dei popoli indigeni del Guatemala.
Margarita Carrera, poetessa, saggista, narratrice e giornalista guatemalteca, nel 1996 ha vinto il Premio nazionale di letteratura dedicato a Miguel Ángel Asturías.
Nel 2004, ha ricevuto la Orden Monseñor Gerardi per questo libro e per il suo percorso giornalistico a favore dei diritti umani.
184 pagine
Prezzo: 12.00
ALTRAECONOMIA

4 agosto 2009

Per il film sul Guatemala l’Ains dà l’attrezzatura a tutti per la proiezione

«Basta una sala e una presa»

PAVIA. L’Ains, Associazione italiana di nursing sociale di Pavia, ha deciso di puntare anche sulla comunicazione: perché per aiutare, occorre conoscere. Come? Presterà l’attrezzatura necessaria (amplificazione audio, proiettore e schermo) a chi è interessato a organizzare una serata dedicata a temi sociali e proiettare il documentario «Historias de Guatemala» di Anna Miranda Recalde e Nicola Grignani: «Servono sedie, una presa di corrente e un locale che possa rimanere al buio», spiega Ruggero Rizzini, presidente di Ains. Perché un video sul Guatemala? «L’idea era di ricordare i 60 anni della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. Noi sosteniamo progetti concreti in Guatemala, un paese spezzato da 36 anni di guerra civile, ma riteniamo che senza una corretta informazione e sensibilizzazione, si finisca per fare solo assistenzialismo». Nel documentario si parla di diritti umani, commercio equo, violenze sulle donne attraverso le voci di campesinos e guerriglieri passando per monsignor Alvaro Ramazzini, vescovo di San Marcos e successore di monsignor Gerardi che dopo aver denunciato scomparse e torture nel rapporto «Guatemala nunca màs» è stato ucciso. Per riceverne una copia: associazioneains@yahoo.it.

la provincia pavese, 4 agosto 2009

3 agosto 2009

Ricordare la rivoluzionepensando all'Honduras

Giorgio Trucchi, Managua

L'occasione era di quelle storiche: celebrare 30 anni della Rivoluzione Popolare Sandinista, un evento che ha caratterizzato la fine del secolo scorso e che ha coinvolto in modo diverso milioni di persone in tutto il mondo. Per la prima volta in tanti anni l'attività centrale si è svolta di giorno, con un'insolita puntualità e con la presenza di poche personalità e nessun capo di Stato. Alternando discorsi e canzoni che per decenni hanno raccontato le gesta eroiche del popolo nicaraguense e dei suoi miti guerriglieri, l'atto celebrativo si è concentrato soprattutto sulla condanna del colpo di Stato avvenuto alcune settimane fa in Honduras e su alcuni temi lanciati dal presidente Daniel Ortega, come la proposta di cambiare la Costituzione, inserire la figura del referendum revocatorio e permettere la rielezione di qualsiasi carica pubblica, includendo quella presidenziale.Tra gli invitati ha preso la parola Rigoberta Menchú, premio Nobel per la pace e leader indigena guatemalteca, la quale ha invitato la popolazione nicaraguense a dimostrare la propria solidarietà con i popoli originari. «Sono 30 anni di lotta e di vittorie ed è difficile potere sostenere un processo rivoluzionario per così tanto tempo. Voglio invitarvi a essere solidali con tutti quei popoli che sognano di poter essere trattati in modo equo nei loro paesi, soprattutto dove si vive il razzismo, la discriminazione e l'umiliazione», ha detto Menchú davanti all'immensa folla giunta come tutti gli anni in Plaza La Fe a Managua. Sono poi intervenuti il vicepresidente di Cuba, Estéban Lazo, il ministro degli Esteri venezuelano, Nicolás Maduro, e la sua omologa hondureña, Patricia Rodas. In tutti i discorsi è stata chiara l'intenzione di voler mettere al centro dell'attenzione quanto sta accadendo nella vicina Honduras e le ripercussioni che questa crisi sta avendo in tutto il continente latinoamericano.«Voglio ringraziare il nostro coraggioso ed eroico popolo dell'Honduras che ha saputo resistere e lottare contro l'oppressione - ha detto Rodas tra gli applausi-. La storia ci ha messo davanti a una prova molto dura, ma oggi, prima che cali il sole, sapremo davvero se chi ha usurpato la democrazia per perseguire i propri interessi deciderà di accettare e rispettare senza condizioni le risoluzioni degli organismi internazionali, le quali chiedono al regime golpista di abbandonare il posto che hanno usurpato. Oggi - ha concluso la ministra degli Esteri honduregna - inizia la marcia definitiva verso Tegucigalpa ed il popolo entrerà percorrendo i grandi viali di Salvador Allende e la Segovia di Sandino».Nicolás Maduro, ministro degli Esteri della Repubblica Bolivariana del Venezuela, ha salutato i 30 anni della rivoluzione ed ha attaccato con forza il coinvolgimento degli Stati Uniti nel colpo di stato in Honduras. «Qualcuno ha ancora dubbi sul fatto che nel colpo di stato ci sia stato l'intervento diretto del Pentagono, della Cia e di alcuni settori del Dipartimento di Stato? Il golpe è stato pianificato ed eseguito dai settori più reazionari che controllano gli Stati Uniti ed oggi vogliono far sedere allo stesso tavolo il governo che ha difeso con dignità il paese ed i golpisti. La popolazione - ha concluso Maduro- ha saputo reagire, protesta per le strade e combatte, ed il governo golpista non se lo aspettava. A tutta questa gente va la nostra solidarietà militante, lealtà e senso di fratellanza».Ortega chiede un referendum come in Honduras. Il discorso del presidente Daniel Ortega è durato circa un'ora ed ha toccato alcuni temi che sono destinati a generare forti ripercussioni sia a livello nazionale che internazionale.Ha difeso la risoluzione della Corte di Giustizia della Aja che concede il diritto sovrano del Nicaragua sul Río San Juan, fiume che divide il paese dal Costa Rica e che per lunghi anni è stato elemento di contrasto tra le due nazioni. Pur riconoscendo al Costa Rica il diritto di navigazione per fini turistici e commerciali previa autorizzazione, la sentenza delle settimane scorse ha vietato i pattugliamenti della polizia costarricense, tema che aveva generato la crisi e che aveva spinto i due paesi a chiedere l'intervento del tribunale internazionale.Ortega ha poi reso omaggio a tutte le persone che hanno contribuito all'abbattimento della dittatura somozista ed al trionfo rivoluzionario nel 1979, includendo gli internazionalisti giunti da varie parti del mondo. Ha inoltre ricordato come la rivoluzione abbia permesso un cambiamento della struttura economica, politica e sociale del paese, evidenziando come l'esercito e la polizia siano nati dal ventre della rivoluzione e che per questo l'oligarchia nazionale non ha mai potuto controllarli, «perché sono al servizio del popolo e della nazione e non di oligarchie economiche che vogliono destabilizzare questo governo».Si è poi addentrato in un'analisi del colpo di stato in Honduras. «In queste ore sta continuando il processo di mediazione in Costa Rica. Un processo che serve per dilatare nel tempo la ricerca di una soluzione. Quando mai si è visto che dei golpisti si siedono a trattare con chi garantisce l'ordine democratico in un paese?», ha chiesto alla folla il presidente nicaraguense.«L'unica soluzione possibile è che il presidente Manuel Zelaya venga reintegrato alla presidenza e ciò avverrà grazie alla mobilitazione della popolazione e non con interventi esterni. Sono sicuro - ha continuato Ortega - che il presidente Obama nemmeno si è accorto di quanto stava accadendo e come nazioni hermanas, come paesi dell'Alba chiediamo il rispetto senza condizioni delle risoluzioni delle organizzazioni internazionali». Il presidente ha poi lanciato un appello alle Forze Armate honduregne, affinché riflettano ed abbandonino il comportamento repressivo fino ad ora adottato contro la popolazione, «smettendo di essere uno strumento in mano ai golpisti».Ortega non si è fatto scappare l'occasione per un nuovo attacco al governo colombiano di Alvaro Uribe.«Il golpe in Honduras avviene qualche giorno prima dell'annuncio da parte del governo colombiano di voler accettare l'apertura di cinque nuove basi militari nordamericane. Questo paese si sta convertendo in una base statunitense, violando la sovranità della Colombia e dell'America Latina e dei Caraibi». «E' una minaccia per l'intera regione - ha continuato Ortega - e non è possibile che gli Stati Uniti continuino questa corsa agli armamenti. Piuttosto, che si dedichino a finanziare la produzione nei nostri paesi. A costruire scuole, ospedali, case. Noi abbiamo sempre detto che vogliamo mantenere buone relazioni, ma all'interno di un rispetto reciproco. Quello che invece sta accadendo in Colombia è un segnale evidente di voler creare pressione contro paesi come il Venezuela, l'Ecuador, la Bolivia e tutti quei paesi che stanno spingendo per un cambiamento reale nel continente», ha detto durante il suo intervento.Durante la parte finale del suo intervento, il presidente Daniel Ortega ha nuovamente toccato temi di carattere nazionale. Prendendo spunto dalla proposta dei movimenti popolari honduregni di potersi esprimere in un referendum, per chiedere la creazione di una assemblea costituente, Ortega ha lanciato un appello alle forze sociali e politiche per lavorare insieme in vista di una riforma sostanziale dell'attuale Costituzione. «Bisogna includere nella Costituzione la figura del referendum revocatorio, affinché la popolazione non possa solo eleggere, ma anche togliere presidenti, sindaci, deputati e funzionari in generale». «Il problema - ha continuato - è che i politici hanno paura del popolo, ma noi continueremo a insistere su questo punto. I deputati dicono di essere contrari alla rielezione, ma loro si rieleggono continuamente, mentre ai sindaci ed al presidente non viene permesso. Chiediamo che il diritto di rieleggersi sia per tutti e che sia il popolo a premiare o castigare i candidati. Questo è ciò che dobbiamo difendere. Potremmo mettere una scheda in più (nelle prossime elezioni) come era stato proposto in Honduras e qui la gente può stare sicura che non verrà repressa dall'esercito o dalla polizia», ha concluso in mezzo agli applausi delle decine di migliaia di persone presenti alla celebrazione.

02/08/2009, liberazione