7 gennaio 2009

Colmenas Jingle (...e la capra ha attraversato il mare...)

Ai confini con l'Honduras
sta il villaggio di Colmenas
sopra un monte poderoso
dal profilo rigoglioso

Un bel viaggio devi fare
per raggiungere la mèta
sì, il cammino puo' stancare
ma vuoi mettere le festa

quando arrivi sulla vetta
e una folla di bambini
ti presenta una capretta
addobata di lustrini

Nell'ambiente tutt'intorno
puoi notare meraviglie
la foresta di contorno
le capanne son conchiglie

il caffè e la sua pianta
è un ombrello naturale
il cotone poi t'incanta
sembra un fregio di Natale

Tra colori iridescenti
mentre il sole si avvicina
i frutti e i fiori son portenti
vera e propria medicina

Te ne accorgi senza inganno
che in quest'angolo di mondo
dalla vita non agiata
c'è richiesta di riscatto
e che notevole pensata
ospitare l'animale
con le corna e la barbetta
che si adagia in tutta fretta

Sembra una rivoluzione
qui le capre hanno un nome
qui si beve il loro latte
ci si nutre, ci si batte

Non importa la distanza
della fonte dei quattrini
si raccolgono in Italia
per la vita dei bambini

E la vita è sempre bella
è una sera di gran gala
girotondo della capra
girotondo in Guatemala!!!

emanuele chiodini

Per una comune riflessione: alcuni spunti offerti dal Card. Carlo Maria Martini

"-Lectio divina. La Parola di Dio nutre la vita, la preghiera e il viaggio quotidiano, è il principio di unità della comunità in una unità di pensiero, l'ispirazione per il rinnovamento continuo e per la creatività apostolica.

-Autocontrollo. Dobbiamo imparare di nuovo che sapere opporsi alle proprie voglie è qualcosa di più gioioso delle concessioni continue che appaiono desiderabili ma che finiscono per generare sazietà.

-Silenzio. Dobbiamo allontanarci dalla insana schiavitù del rumore e delle chiacchiere senza fine, e trovare ogni giorno almeno mezz'ora di silenzio e mezza giornata ogni settimana per pensare a noi stessi, per riflettere e pregare. Questo potrebbe sembrare difficile, ma quando si riesce a dare un esempio di pace interiore e tranquillità che nasce da tale esercizio, anche i giovani prendono coraggio e trovano in ciò una fonte di vita e di gioia mai provata prima.

-Umiltà. Non credere che spetti a noi risolvere i grandi problemi dei nostri tempi. Lascia spazio allo Spirito Santo che lavora meglio di noi e più profondamente. Non cercare di soffocare lo Spirito negli altri, è lo Spirito che soffia. Piuttosto, sii pronto a cogliere le sue manifestazioni più sottili. Per questo hai bisogno di silenzio. Non avere paura di cio' che è diverso o nuovo, ma consideralo come un dono di Dio. Prova ad ascoltare cose molto diverse dalle tue ma senza giudicare immediatamente chi parla. La fede è il grande rischio della vita. Tutto deve essere dato via per Cristo. Metti i poveri al centro della tua vita perchè essi sono gli amici di Gesù".


(cfr. "Il Ticino" del 20 sett. 2008 p. 6)

Nevicata di Novembre

Nevicata di Novembre
dall'effetto sorprendente
mattinata trasformata
imbiancata e incipriata

Aurora ridipinta
da un tratteggio chiaroscuro
fa da quinta un paesaggio
luminoso, lindo e puro

Quando il giorno si risveglia
e la vita ricomincia
ti rallegra uno stupore
ammantato di candore

Poi però bisogna andare
tocca uscire, lavorare
e la neve qui in pianura
fa scattar l'arrabbiatura


Qui,... suvvia, la latitudine
non è certo equatoriale
vale ancora l'abitudine
dell'inverno "Generale"...

Nebbia, ghiaccio, candelotti
brina spessa e galaverna
sono il segno originale
ricercato, non banale

di una terra silenziosa
molto arguta, spigolosa......
e la neve di Novembrec
he si appoggia mollemente

sulle rive del Ticino
ci racconta nuovamente
con un tocco disarmante
la bellezza di un istante.

emanuele chiodini

6 gennaio 2009

Esempio Guatemala: 5 strategie possibili di fronte all' "occidentalizzazione"

L'occidentalizzazione e la diffusione del mercato globale sono considerati tra i fattori d'oppressione mondiali più importanti. Nelle pagine che seguono abbiamo schematizzata la strategia, fornito degli esempi generali per illustrarla e infine abbiamo applicato il concetto ad un esempio concreto
di Javier Schunk

In Guatemala le popolazioni Maya si sono trovate per la prima volta a far fronte a una situazione inedita. Le imprese euorpee avevano acquistato le loro terre allo scopo di fare delle centrali idroelettriche e chiedevano il loro abbandono da parte delle popolazioni locali. Un altro aspetto della problematica era rappresentata dall'esigenza crescente di produzione di combustibile di origine vegetale che creava la necessità di produzione intensiva del mais a questo scopo, nella quale sarebbero state coinvolte le stesse popolazioni indigene. Questi due fattori, però, finivano per snaturare i principi cardine delle popolazioni indigene che si basano su una relazione particolare con la propria terra. A questo punto, fare delle azioni in quella realtà, implicava una presa di posizione

1 - Complementare: questo modello sostiene l'occidentalizzazione. Adotta un approccio del tipo "conservatore". Propone di introdurre gli esclusi del mercato nel mondo degli inclusi. Questo vuol dire posizionarsi con le proprie attività nella periferia della mondializzazione, arrivando laddove questa non arriva da sola. Significa proporre ed allargare l'occidentalizzazione. Questo approccio è quello classico adottato dalla cooperazione bilaterale e multilaterale. Qui non si mette in discussione il modello e tanto meno il concetto di sviluppo, nato ovviamente in coordinate spaziali, storiche e temporali precise. Il modello è quello ortodosso e propone di "agganciarsi" a un treno che è in marcia, anche se chi lo guida non sa molto bene dove stia andando e nemmeno è capace di capire gli effetti di questo viaggio… Come esempi generali su questo modello abbiamo il sostegno rurale delle mono-produzioni agricole nei PVS allo scopo di alimentare i centri bisognosi, favorire il radicamento all'estero delle imprese del Nord per ridurre i prezzi e fornire mano d'opera locale, i prestiti delle grosse banche ai governi locali e i piani di aggiustamento strutturali per facilitare l'ingresso al mercato globale ed agganciare le economie locali a quella mondiale, ecc.Esempio Guatemala: nella zona del Quiché guatemalteco si sostiene la creazione di fabbriche di biocarburanti. In queste fabbriche si darà impiego alle popolazioni maya locali che cosi potranno migliorare la loro qualità di vita.
2 - Cooperazione: questo modello non mette in discussione l'occidentalizzazione anche se ne intuisce le contraddizioni. Adotta un approccio del tipo "riformista". Si tratta di accettare e a volte favorire la diffusione dell'occidente e del mercato creando però in parallelo una "alternative al suo interno". Nella migliore delle ipotesi sostiene un certa "rete di resistenza" all'interno degli inclusi nel mercato. In sintesi: propone il mercato ma prova a trovare soluzioni alle problematiche e alle contraddizioni che il modello occidentale propone. Come esempi di questo modello abbiamo il favorire il commercio equo per ripristinare il valore giusto delle merci e sostenere i produttori, adottare il turismo detto "alternativo" per valorizzare le culture locali, promuovere il microcredito per facilitare l'accesso al denaro dagli esclusi dei sistemi bancari classici, sostenere lo slow food in risposta al fast food e al modello di vita che propone, ecc.
Esempio Guatemala: promuovere migliori condizioni di lavoro nelle fabbriche di biocarburanti di cui si è parlato sopra.
3 - Coordinamento: in questo modello si arriva già a una maggior consapevolezza delle contraddizioni del modello classico. La scelta strategica concreta è quella di non volerne partecipare direttamente alla diffusione del modello occidentale ma la propria azione si colloca a volte come parte strutturale dell'occidente nel ruolo di contenere i danni provocati da esso. In questo caso si propongono palliativi ai problemi causati dalla globalizzazione. Esempi di questo tipo di approccio sono l'adozione a distanza dei bambini che hanno difficoltà a sopravvivere nelle proprie terre, l'assistenza in generale e i gesti di solidarietà che finiscono per creare dipendenza perché non pensati per incidere strutturalmente sui problemi, i cosiddetti "progetti cuscinetto" proposti dalla stessa cooperazione bilaterale e multilaterale per alleviare i danni collaterali creati della modernità, le azioni umanitarie che vanno a soccorrere popolazioni danneggiate da catastrofi nelle quali quasi sempre sta alla base un modello di sviluppo sbagliato, ecc .
Esempio Guatemala: nello sradicamento della popolazioni indigene dalle loro terre originali, vengono realizzati una serie di progetti sociali, economici, sanitari, ecc, allo scopo da una parte d'alleviare i danni provocati dallo spostamento interno e dall'altro creare un effetto di attrazione verso le nuove zone da occupare.
3 - Coabitazione: qui parliamo di resistenza al modello classico e quindi di isolamento degli esclusi al mercato per difendergli dell'avanzata dell'Occidente. Qui si tratta di resistere puntualmente al mercato, creando alternative fuori da esso. In questo caso la strategia acquisisce un aspetto più antagonista da quelle descritte precedentemente. Tipico di questo modello sono le azioni sostenute da gruppi non global e nicchie di resistenza al Nord che cercano realtà simili da accompagnare. In questo caso le organizzazioni si collocano in quei territori ancora non controllati dalla globalizzazione per sostenerli a resistere. Esempio di cooperazione di questo tipo l'abbiamo nelle associazioni di piccoli produttori federati in movimenti cooperativi locali che promuovono l'agricoltura famigliare di autosufficienza al posto di quella legata alla monocultura e quindi dipendente da meccanismi e collegamenti con l'esterno, la promozione della medicina tradizionale presso le popolazioni indigene per recuperare i loro valori ed evitare la dipendenza da farmaci di sintesi, ecc.
Esempio Guatemala: informare e formare le comunità Maya sui meccanismi di globalizzazione, le sue conseguenze, sull'articolo 169 dell'OIT che difende i diritti delle comunità indigene e proporre di partecipare alle lotta di resistenza locale per evitare di cedere le proprie terre. 5 - Competizione: qui si tratta di creare un mondo parallelo mettendo in rete gli esclusi del mercato. Questa strategia potrebbe intendersi come un'evoluzione di quella precedente. Vista l'impossibilità dei sistemi di sopravvivere all'isolamento, l'idea è quella di mettere in rete queste realtà per creare una massa critica che possa costituire una realtà sostenibile nel suo insieme. Questa strategia potrebbe addirittura pensare a creare una realtà alternativa al modello occidentale. In questo filone si potrebbero trovare le reti internazionali di sostegno alle realtà contadine quali ROPPA, Via Contadina, ecc. Questo tipo di strategia lo si vede non solo nei PVS. I paesi del Nord stanno sperimentando ogni volta di più forme di resistenza allargata simili. Si veda ad esempio Vicenza e l'allargamento della base NATO, la questione TAV nella Val de Susa, ATTAC in Francia, ecc. Mettere in collegamento queste realtà di resistenza al Nord e al Sud potrebbe essere una possibilità di creare una forza di resistenza che possa se non fermare, condizionare davvero l'occidentalizzazione. Si veda ad esempio quanto questo tipo di lotta, in seno alla società civile dei paesi ACP, abbia avuto un peso importante nel rifiuto della firma del classico accordo fra l'UE e loro a fine del 2007.
Esempio Guatemala: sostenere le lotte di resistenza delle comunità Maya a livello della regione del Quiché per aiutare nella difesa dei loro diritti e contrastare l'avanzata del modello occidentale nelle loro terre. Ecco un esempio che potrebbe fornire un modello operativo concreto per risanare l'edificio strategico di un'Organizzazione di aiuto. Una volta definito un tema da trattare, si definiscono le diverse strategie generale possibili da adottare. Da questa panoramica complessiva di possibili scelte strategiche, l'operatore dell'aiuto definisce a quale di queste strategie generali intende contribuire con il proprio operato ancora prima di pensare all'azione. Bisogna considerare infine che le variabili in gioco sono in continuo mutamento (fattori d'oppressione, risorse disponibili, ecc.) e costringono quindi ad un aggiornamento costante della propria identità e quindi della propria Missione. In altre parole, bisogna saper cambiare costantemente per rimanere sempre sé stessi…

1 gennaio 2009

LETTERA INVIATA NEI GIORNI SCORSI ALLA PROVINCIA PAVESE


Carissime amiche ed amici, cari sostenitori,

è un dato di fatto che ci sia crisi, si stia andando verso - o forse ci siamo già - un periodo di recessione e, nonostante i nostri governanti ci dicano di essere ottimisti e di spendere, comprare, consumare, c’è chi a fatica arriva alla terza settimana del mese e i soldi per spendere, comprare e consumare non li ha. È un periodo brutto per tutti, non c'è che dire. Chi scrive rappresenta una piccola realtà associativa pavese, Ains onlus, che da 10 anni finanzia microprogetti sanitari e sociali in Guatemala tra i quali, il più importante è rappresentato da un INTERVENTO di sostegno scolastico a distanza che da sei anni coinvolge 126 tra bambine e bambini.
Quest’anno - per la prima volta - nonostante un foglio notizie informativo delle nostre attività spedito ogni mese a tutti i sostenitori del progetto, nonostante l’invio almeno tre volte l’anno della pagella, delle foto e delle informazioni sul bambino sostenuto, nonostante l'organizzazione - almeno due volte all'anno - di un incontro con tutti i sostenitori, nonostante la partenza per il Guatemala due o più volte l’anno per controllare il progetto, nonostante una rilevante attività culturale che ci vede impegnati ad organizzare incontri, dibattiti ed eventi musicali dove aggregare persone, discutere di disagio e raccontare la situazione del Guatemala.
Bene, nonostante tutte queste iniziative, nell'anno in corso ci siamo trovati con 20 sostenitori che hanno deciso di non rinnovare più l’impegno dell'adozione. Assolutamente liberi di farlo, non è nostro compito giudicare questa scelta. Però, la serie di improvvise e inaspettate rinunce ci ha fatto pensare.

Questo piccolo incidente di percorso è un problema che si è presentato sul tappeto e immaginiamo sia legato alla situazione economico-sociale della nostra provincia e del paese. E’ un fatto serio che obbliga moralmente il nostro gruppo ad impegnarsi con maggior forza per cercare nuovi sostenitori e per poter permettere ai 20 bambini "rinunciati" di continuare a studiare e frequentare la scuola. Negli anni appena passati tutto questo non era mai successo; anzi, spesso alla richiesta del versamento dei 160 euro annui per il sostegno c’era chi lasciava qualche decina di euro in più da destinare, a nostra scelta, al finanziamento di altri progetti.

Cambiando per un attimo argomento, cercando però di stare sul tema dato, questa mattina un’amica, da 25 anni volontaria a Lourdes, mi ha raccontato che il viaggio di Ottobre ha contato pochissimi partecipanti e la sua conclusione è stata: "d’altronde, una pensionata che prende poco più di 500 euro al mese come può permettersi di sostenere una simile spesa?".
Prendendo spunto da questi piccoli episodi le chiedo ospitalità per lanciare alcune riflessioni e osservazioni. E' pur vero che siamo nel mezzo di una crisi economica di cui non si vede, per ora, la fine; questo periodo ci consentirà, per contro, di guardare alla realtà con maggior rigore, austerità e sobrietà.
Forse ci indurrà a cambiare, almeno nel piccolo, uno stile di vita fin qui volto solo al consumo ed estraneo al senso del limite.

In primo luogo, un organismo che dovrebbe occuparsi di questi problemi lo individuo nel nuovo direttivo della Consulta del Volontariato Pavese, recentemente rinnovato nei suoi assetti dirigenti.
Sarebbe importante riflettere su come il volontariato, in generale, intende affrontare il problema del suo sostentamento e finanziamento in tempi di scarsità monetaria. Un tema comunque irrinviabile in quanto tutti i nostri progetti, piccoli o meno, necessitano di un quid di sostegno economico senza il quale non andrebbero a buon fine.

Come coinvolgere, con nuovi stimoli, i nostri sostenitori? Come far capire loro che non è tagliando sui temi legati alla solidarietà che si aiuta la collettività ad uscire dalle difficoltà presenti?
Come far passare il messaggio che proprio sostenendo i concetti generali di "bene comune" e di "relazione, rete, stare insieme" si sta andando nella direzione giusta?

Direzione che l'economia reale stessa dovrà intraprendere a vantaggio di un processo di redistribuzione di risorse e di opportunità per disinquinarsi dalle esiziali dinamiche iperliberiste che hanno generato, negli ultimi due decenni almeno, gli sconquassi che oggi stiamo vivendo.
Apriamo una discussione, confrontiamoci apertamente. Questo può essere un tempo di nuove elaborazioni, di "nuove frontiere".
Non bisogna però mettere la testa sotto la sabbia: bisogna, come sempre, affrontare i problemi senza paura e senza il timore di andare controcorrente. Tutti ne gioveranno, a partire da noi stessi che "spendiamo" la gran parte del nostro tempo libero ad occuparci di solidarietà e ad ingegnarci sul come fare per far star meglio gli altri.

Cordiali Saluti e auguri di buone feste.

Ruggero Rizzini


"Gentile Signor Console…..”

Discorso al Console del Guatemala in Italia, Dott. Antonio Marinoni, pronunciato da Emanuele Chiodini la sera del 13 Novembre scorso.

In quell'occasione - nei locali della biblioteca comunale - è stato conferito un contributo di 3.000 euro alla nostra associazione da parte dell'Amministrazione Comunale di San Martino Siccomario, fondi destinati allo sviluppo di alcune comunità indigene guatemalteche seguite da Ains da diverso tempo.

Ecco il testo:
"Gentile Signor Console,a nome dell'associazione Ains onlus che qui stasera rappresento insieme ad altre due nostre amiche, non posso fare altro che ringraziare le autorità del Comune di San Martino Siccomario che si sono prodigate nei mesi scorsi per raccogliere i fondi che questa sera ci vengono consegnati.

Mi riferisco in particolare all'Amministrazione Comunale, alle istituzioni scolastiche locali, ai ragazzi alunni delle scuole, le loro insegnanti, i loro genitori, le famiglie, tutti i cittadini e le realtà associative che si sono impegnate affinché potesse essere raggiunto questo cospicuo obiettivo. Ringraziamo di cuore anche Lei signor Console per averci onorato della Sua presenza in questo momento celebrativo.

Mi corre l'obbligo ricordare, per un dovere di correttezza, che il presidente e responsabile legale delle attività dell'associazione Ains, Ruggero Rizzini, questa sera non è presente proprio per il fatto che in questi giorni si trova in Guatemala insieme ad altri nostri amici dell'associazione Cuore Clown.
Ecco il motivo della mia presenza qui stasera da semplice iscritto a questo gruppo associativo; così facendo rinnovo anche i suoi saluti e il suo personale gradimento verso la bontà di questa iniziativa.

Gentile Signor Console, questa fortuita coincidenza ci permette di illustrarLe brevemente alcuni perchè: perchè, innanzitutto Ruggero Rizzini si trova in Guatemala? Perchè uno dei nostri punti di forza, e lo poniamo in termini di trasparenza e credibilità, è quello di recarsi sul posto almeno due volte l’anno per verificare l'andamento nella realizzazione dei progetti. Ecco il motivo della sua assenza, ampiamente giustificata.

L'associazione Ains onlus compie quest'anno dieci anni di vita. Noi abbiamo specificato, nell'ultimo numero del nostro foglio-notizie, "dieci anni di ottimismo".

Progetti di solidarietà, dicevamo. Il nostro compito e i nostri sforzi vanno proprio in questa direzione.
Noi non siamo nè missionari, nè cooperanti. Siamo semplicemente un gruppo di persone, cittadini italiani, animate da una “dinamica del fare” che si riversa, per un particolare gioco di coincidenze, in un territorio dell'America Centrale denominato Guatemala.
Un piccolo gruppo di persone che cerca però concretezza. Infatti, possiamo sostenere, a ragione, che in questi anni tanti passi sono stati fatti. Le adozioni scolastiche (a distanza) assegnate presso il Liceo San Josè a El Rancho (Guastatoya) hanno raggiunto quota 126 unità e la prospettiva è quella di aumentare; il presidio medico-sanitario dell'omonima clinica in questo lasso di tempo è cresciuto notevolmente. In questo quadro di rinnovata solidarietà la nostra collaborazione con le suore della Congregazione della Carità di Maria Immacolata è cresciuta e si è trasformata in una bella e durevole amicizia. modo abbiamo acquisito e approfondito durante i nostri viaggi la collaborazione con l'organizzazione CFCA.
Proprio questo rapporto ci ha fatto conoscere alcune comunità indigene che necessitavano interventi di assistenza primaria e di aiuto. Seguiamo così anche progetti di emancipazione sociale, culturale, sanitaria e di istruzione primaria presso Las Colmenas, Tatutù, Aguahiel, comunità dislocate ai confini con l'Honduras.

Nel corso del tempo in queste comunità si sono realizzati i progetti per: la costruzione in laterizio di case a sostituzione delle precedenti e insalubri abitazioni di legno e paglia; la realizzazione di forni comunitari per la produzione di pane e generi di prima necessità; la messa a dimora e realizzazione di orti famigliari per addivenire ad una produzione più funzionale dei frutti della terra; l'inserimento di capi d'allevamento ovino grazie anche all'aiuto dei fondi ricevuti questa sera.
Nell'anno 2008 tale intervento appare un atto rivoluzionario. Questo perchè i capi di bestiame prima citati rappresentano una conquista importante: il latte prodotto costituisce la risorsa principale per sfamare i numerosi bambini e la presenza degli stessi animali costituirà nei prossimi mesi un principio di economia rurale. Si potranno produrre formaggi e con la riproduzione degli stessi capi verranno generati altri cuccioli vendibili e commerciabili nei mercati circostanti.
Dobbiamo riconoscere che, per i suoi aspetti di vita pratica, questo è stato uno dei progetti meglio assortiti e riusciti. Un progetto che continua con l'inserimento nelle comunità di altri ovini e di capi, questa volta avicoli, (galline e simili) sempre con la stessa finalizzazione. Infine un altro importante progetto di solidarietà è rivolto al sostegno di una Casa d'Accoglienza in Mazatenango sempre gestita dalle suore della Carità di Maria Immacolata; una casa che ospita bambine e ragazze vittime di abusi, violenze, disagi sociali dettati dallo stato di profonda povertà.
La crescita di questo luogo ci interessa in modo speciale e nel corso del 2009 concentreremo i nostri sforzi per ideare progetti e possibili soluzioni di aiuto verso questa interessante realtà. Proprio qui in questo luogo, Signor Console, ci scontriamo da vicino con la controversa situazione del Guatemala.

Certo, dire Guatemala, con l’immaginazione e aprendosi ad una visione esclusivamente geografica, affiorano alla mente le vestigia Maya, le bellissime foreste tropicali, i campi di mais, un ambiente da "Mille e una notte", i colori dei mercati, le variopinte etnie, una popolazione dalle mille caratteristiche.
Tutte virtù che segnano e vanno ad accreditare ancora oggi la grandezza di una civiltà e di una tradizione storico-culturale che affonda le radici nei millenni scorsi: quella della civiltà Maya e di tutto ciò di cui essa è stata portatrice almeno fino agli anni della conquista spagnola del XVI secolo.
Tutto ciò rappresenta un patrimonio indelebile per l’Umanità intera. Ma Guatemala oggi è dire anche, e scontrarsi, con una realtà profondamente povera: lo testimoniano i luoghi da noi visitati.Denutrizione e malnutrizione dei bambini, descolarizzazione dilagante, lavoro minorile diffuso, un quadro didiritti calpestati soprattutto verso il genere femminile, sacche di povertà elevata nelle periferie delle città e lungo le strade, aumento esponenziale della criminalità urbana.
Il tutto in un contesto istituzionale precario e visibilmente in difficoltà dopo gli anni recenti segnati dai lutti - ancora per certi versi inguaribili - causati da una guerra civile durata 36 anni e che ha caratterizzato in negativo la storia del Novecento di questo formidabile paese. Però, e mi avvio a concludere, anche questi dati hanno rafforzato in noi la volontà di proseguire sulla strada tracciata.

Noi abbiamo fatto nostra e ci serviamo di due motti che costituiscono la nostra filosofia, il nostro modo di pensare e agire: "dove c'è un bisogno, c'è un dovere" e "un altro mondo è possibile". Forse il tempo storico in cui stiamo vivendo pone delle serie difficoltà in termini di relazioni sociali, equilibri economici, ordini nuovi da costruire o immaginare per l'assetto politico del futuro del mondo.
Ma se guardiamo al lato positivo delle cose questo può diventare un tempo di sfide eccezionali. Ecco perchè agire a vantaggio del progresso sociale e servirsi del nobile strumento della solidarietà diventa una sfida, bella, da portare avanti.
Anche in mezzo a tante difficoltà, avversità o problemi. Ed è con questo spirito, Signor Console, da questo angolo d'Occidente, dall'Italia, da San Martino Siccomario, - tenendo sempre davanti a noi un'ampiezza di vedute universali come finestra aperta sul mondo intero -, che noi questa sera rinnoviamo il nostro impegno e la nostra testimonianza d'amicizia verso il popolo della Repubblica del Guatemala".

Ains chiede uno sforzo per il Guatemala

“da La Provincia Pavese” — 10 dicembre 2008

Pasta, ma anche caramelle per i bambini e dolci natalizi. E poi generi importanti, come dentifricio e spazzolini. Ains (Associazione italiana nursing sociale) fa un appello alla generosità. Dal 10 al 27 gennaio prossimi l’Associazione riparte per il Guatemala. Una delle tappe salienti di questo nuovo viaggio sarà la Casa d’Accoglienza per bambine e ragazze «Santa Maria de Jésus» di Mazatenango. Mazatenango è una città situata nel nord del Guatemala al confine col Messico. In questa cittadina è presente una comunità dove vivono bambine e giovani adolescenti dal recente passato e con un percorso di vita alle spalle molto difficile. Le bambine arrivano alla Casa per aver subito abusi sessuali da parte di famigliari, maltrattamenti o più semplicemente per povertà. Ains sostiene questa comunità prevalentemente attraverso l’invio di aiuti economici cercando di soddisfare i bisogni principali delle ragazze (vitto, alloggio, scuola, istruzione, cura della persona) e per far sì che in un prossimo futuro questa Casa d’accoglienza diventi un luogo autonomo e indipendente sotto tutti i punti di vista. Per continuare a dimostrare l’amicizia della Associazione verso questo luogo è iniziata una raccolta di generi alimentari: pasta, riso, cioccolato in tavolette, caramelle, dolci natalizi come panettoni, torroni, torroncini. E poi, dentifrici e spazzolini. Una confezione di dentifricio costa due dollari: l’equivalente in Guatemala per molte persone della paga di una giornata di lavoro. Punti di raccolta sono: Edicola Chiodini, Via Roma, 118, San Martino, tel: 0382490338; Il Mercatino della Cooperativa «La Piracanta», Corso Garibaldi, 22, Pavia (Giulia: 333 4464723); Ruggero Rizzini, Presidente di Ainsonlus (339 2546932).

Le ragazze. Mazatenango

di Concetta Malvasi

La comunità è abbastanza lontana dalla città, vi si arriva dopo una buona mezz'ora di cammino. La strada per arrivare al paese non è asfaltata è esposta al sole sole caldo, che ti brucia la pelle pochi alberi, troppo pochi per potersi permettere
una passeggiata e non scottarsi. Siamo chiusi in questa comunità grande, molto grande enormi spazi per 33 persone
c'è il campo di basket dove ogni tanto le ragazze
si sgranchiscono le gambe abbiamo giocato con loro
buttando sudore per tutti gli angoli del campo abbiamo riso con loro che si facevano sotto senza nessuna paura...
grande cucina dove abbiamo mescolate pietanze diverse
dove abbiamo annusato odori diversi peperoncino e aglio, menta e camomilla cipolle e sedano, fagioli fritti e tortillas di mais....abbiamo mescolato le culture per fare un grande pranzo,,, al mattino alle cinque.....sveglia giù dal letto a prendersi una sana doccia prima del travaglio quotidiano
che inizia con colazioni e sorrisi canti e strette di mano...
ho voglia di dormire ancora ma le ragazze mi buttano fuori dal letto vociando.....in spagnolo.........attenzione.....vi capisco....madre antonietta è già ai posti di comando e dirige le operazioni del risveglio...ognuna delle ragazze ha il suo lavoro le ragazze vanno dagli otto ai diciasette anni di età...
Mara viene da molto lontano da una famiglia disgregata
ha sei fratelli quando i genitori si divisero lei scappò di casa
e venne in comunità vive qui da sette anni e non vuole più andare via. Lourdes ha dodici anni mi sembra più grande della sua età è minuta, grandi occhi malinconici bocca serrata
non vuole parlare. Fabiola ha un sorriso vivace
sembra che voglia prenderti in giro...Yoselyn ha otto anni
ride, parla, corre, salta e non vuole imparare a leggere.
Le altre, tutte le altre hanno dolci sorrisi ma dietro ogni sguardo si nasconde la pena per quello che hanno sofferto...
ora sono qua, sanno che possono ricominciare a sperare....
sanno che se si impegnano possono ancora avere un futuro diverso non sempre è facile dimenticare il passato
ma , lei, la più grande, infonde speranza con modi autorevoli insegnando che il lavoro e lo studio possono essere le armi migliori uniti alla fiducia.
Si alzano presto, ci sono tanti lavori da fare
il ritmo della comunità diventa veloce già dalle cinque del mattino
e lei, la più grande,
è la prima a correre
e lei, la più grande
è la prima ad iniziare ogni lavoro.
Insieme, tutte intorno al tavolo
mangiano svelte
ma parlano anche
è il primo momento della giornata
in cui ci si confronta
poi ognuna va
chi a scuola, chi al lavoro
e poi tutte si ritroveranno alla sera
per discutere ancora, per ridere ancora
e insieme concludere il giorno
e pensare al sonno ristoratore.