22 marzo 2008

Dall'ultimo viaggio in Guatemala

Il gruppo di Ains - Ruggero, Giulia, Emanuele, Luca, Giuseppe e Concetta - è tornato il 5 marzo scorso da un altro insolito ed entusiasmante viaggio in Guatemala.
La "vuelta" iniziata il 14 febbraio ha toccato diverse località che qui sotto vengono citate e, presentandosi un'occasione frutto di un particolare contatto di Claudia, quest'anno si è spinta anche in Salvador, paese contiguo del Guatemala nella parte meridionale. Di tanto in tanto persone "fisse" e altri amici "aggregati", interessati ai nostri progetti, si organizzano e partono per il Centroamerica. Il partire, almeno due volte l'anno - questo per i fissi... naturalmente - è diventato un appuntamento irrinunciabile. Perche'? Perchè ci sono dei valori imprescindibili che ci spingono ad andare a vedere. Da persone semplici senza ambizioni particolari o titoli da esibire. Non siamo nè missionari né cooperatori. Queste importanti funzioni sono esercitate con assoluta abnegazione da chi spende la vita al servizio del Vangelo e degli ultimi e che incontra laddove è chiamato ad operare o da chi, facente parte di una grande organizzazione (ONG o altre forme associative, generalmente), decide di dedicare parte della propria esperienza a favore della parte meno fortunata del mondo.
Noi di Ains, tuttavia, ci sentiamo legati ad una definizione più semplice e strettamente connessa alle nostre attività di cui è anche risultato diretto: "operatori laici di solidarietà". Ossia cittadini di diversa estrazione ideale e biografica che credono nei valori universali di sempre declinati nel tempo del presente. Quando si crede nella solidarietà, lo si evince dal termine stesso, si è obbligati in solido e per intero. Si contrae un'obbligazione morale con gli altri e con coloro cui si è deci so di tendere la mano. Del resto, questa bellissima parola affonda le sue radici etimologiche nell'indoeuropeo, derivando dal termine "SEL" a cui successivamente i greci e i latini non esitarono ad associare il concetto di salvezza.
Confortati da questo "credo" che, a suo modo, è elemento di fortezza, ci appogiamo ad esso come ad un pilastro portante senza conformarci o omologarci alla cultura dominante, consumistica ed edonistica, di cui è piena la fossa del Nord del mondo. Anche una parola può diventare una pietra angolare. Solidarietà come sintesi massima di libertà, uguaglianza, non-violenza e giustizia sociale. Declinare le parole significa passare da riferimenti ideali a situazioni concrete. Ora passiamo ad illustrare, per sommi capi, le tappe del nostro viaggioPunto di riferimento e filo conduttore del discorso è una donna: Madre Antonietta Leon Col oma, suora missionaria della congregazione (locale) della carità di Maria Immacolata. E' difficile in una circostanza stringata come può essere una lettera descrivere lo straordinario lavoro che questa donna svolge al servizio dei più deboli. Ma non se ne può fare a meno. Attualmente si trova a Mazatenango, una citta' prossima al confine col Messico e vicina di casa dell'Oceano Pacifico,a dirigere un centro di accoglienza per bambine e ragazze dalla storia personale difficile perchè vittime di situazioni di degrado familiare e di violenza generalmente domestica. Un lavoro difficile in un contesto ambientale altrettanto difficile. La forza d'animo, un carattere deciso, una cultura solida, la profondita' della fede coniugate ad un suo naturale e persuasivo "savoir faire" rappresentano gli ingrendienti principali del suo temperamento. E i luoghi dove è chiamata a svolgere il suo servizio si trasformano. E anche tutti noi, dopo aver parlato a lungo con Madre Antonietta e condiviso momenti di vita quotidiana, non possiamo che dirci soddisfatti e "ricaricati" nello spirito e nella volontà.
All'Hogar Santa Maria de Jesus in una cornice verdissima - questo il nome del centro - abbiamo trovato un clima sereno e una ristabilita e funzionale organizzazione. Le ragazze vanno tutte a scuola, partecipano attivamente alla vita comunitaria ciascuna con una mansione sua propria, condividono gli spazi di disimpegno e di studio. In questo centro si preparano, rinfrancate da una nuova dignità e tornate ad essere "persone", a diventare - al raggiungimento della maggiore eta' - autonome e responsabili. Siamo stati insieme a loro sei giorni e, vi garantisco,è stata una festa. Abbiamo visto da vicino cosa significhi sorridere per un piatto di pasta alla carbonara o al ragù, per chicchi di riso trasfor mati in risotti, per una barretta di cioccolato o per una fetta di panettone... Anzichè per i soliti fagioli neri, tortillas di mais e uova. Abbiamo parlato, giocato, cantato, ragionato insieme a loro, da pari a pari. Abbiamo cioè introdotto nella loro vita una ventata di normalita e, speriamo, di allegria. Noi pensiamo, a questo proposito, che un obiettivo prioritario sia migliorare la qualita' della vita e il vitto di queste ragazze. Per tutte queste ragioni ci spenderemo anima e corpo per aiutare Madre Antonietta e per raccogliere fondi, in primis, da destinare a questa finalita'.
Madre Antonietta ci chiesto inoltre, a margine della nostra permanenza a Mazate e conducendoci a visitare una comunità nei dintorni della città, di finanziare un piccolo progetto per l'acquisto di cinque macchine per scrivere da destinare alla scuola dell'aldea conosciuta . Attrezzature indispensabili per un corretto funzionamento della scuola del villaggio attualmente sprovvisto di tale servizio educativo. L'impegno è di adempiere anche a questa necessità. Siamo stati poi in Salvador ospiti di un sacerdote italiano, don Andrea Marini, tuttora prete operaio, che ci ha accompagnato a visitare una vera e propria "bolgia dantesca": il barrio S.Jacinto, il quartiere-favela più povero di San Salvador. Questa zona è divisa a sua volta in cinque settori, ciascuno con una caratteristica sua propria ma accomunati dal passaggio della cloaca massima di tutta la citta'. I poveri stanno nella parte più bassa della capitale anche per dislocazione geografica e in linea con l'asse della fognatura...e dove sennò??...L'immaginazione di Dante... a confronto diretto con la realtà. Don Marini da ormai tredici anni opera qui, a contatto diretto con la precarieta' e con la lotta quotidiana per "sopravvivere" (e non per "vivere"). Che ve ne pare???Da ultimo, a San Salvador abbiamo visitato la Cattedrale, l'Ospedale della Divina Provvidenza e l'Universita' del Centro America, i luoghi più significativi dove ha vissuto Mons. Romero, il vescovo assassinato dai militari nel 1980, martire per la libertà del suo popolo e della Chiesa.Nella parte finale del viaggio siamo andati a trovare le bambine e i bambini a El Rancho dove si trova il liceo e la clinica S Jose' e che molti di voi conoscono.A El Rancho tutto bene. In generale la scuola funziona e la clinica prosegue nella sua attività. Anche qui si andrà avanti con le vele spiegate. La strada, nel corso di dieci anni, è stata ben tracciata. Da El Rancho abbiamo poi visitato le comunità rura li di Colmenas ubicata sui monti verso l'Honduras, Tatutù goegraficamente nei pressi di Camòtan e Los Apantes dislocata su un'alta montagna nelle vicinanze di Còban. Qui si proseguirà coi progetti in essere e con altre nuove iniziative: introduzione delle capre come elemento di sostentamento delle famiglie lì residenti, cura degli orti e delle coltivazioni agricole attraverso l'acquisto di sementi e concimi, avvio di un laboratorio dotato di macchine per cucire per lo sviluppo di un lavoro manuale, sperimentazione del microcredito a favore di campesinos particolarmente preparati e propensi ad avviare un piccola e remunerativa "impresa familiare". Permetteci ancora una breve considerazione. Uno dei valori principali di Ains è la continuità. Si continuerà a collaborare con queste suore e con le persone di loro fiducia e con le varie comunità rurali. Prendere e andare a vedere è la garanzia sostanziale che si offre affinche' i fondi raccolti vengano impiegati nel migliore dei modi. Questo è quello che abbiamo visto e vissuto nei giorni scorsi. Questo è quello che continueremo a fare. A voi tutti, - amici, lettori, persone che guardate al Guatemala con simpatia - chiedo di sostenere nuovamente e con rinnovato vigore i progetti che nel corso del 2008 Ains andrà a proporre.
Italia-Guatemala: sintonia di sguardi e di nuovi incontri.
per il gruppo di Ains, Emanuele Chiodini

I nostri nuovi progetti nel dettaglio

Il liceo San Josè presso El Rancho, San Agustin Acasaguastàn, El Progresso, è una scuola frequentata da più di 250 bambini e di questi 130 sono sostenuti attraverso il progetto di sostegno scolastico a distanza.
  • Gloria Luz Leon Coloma, 57 enne direttrice del Collegio, ci ha chiesto di finanziare la messa in opera di un portone della scuola per un costo di 2.700,00 quetzales (circa 270 euro) poichè quello attuale è in gran parte rotto.
  • All’interno dell’edificio scolastico un’aula utilizzata dai bambini per le lezioni presenta la necessità di riparare il tetto. Una trave di sostegno, infatti, è inclinata e diverse lamiere di copertura sono forate e lasciano filtrare acqua piovana. Il costo del progetto è di 5.122,00 qtz (circa 512 euro).
  • L’ultimo progetto che la direttrice del collegio ci ha invitato a realizzare è l’acquisto di vernice necessaria per dipingere il collegio sia all’esterno che le aule all’interno. Il costo del progetto è di 8.175,00 qtz (circa 817 euro).

Durante la permanenza a Mazatenango abbiamo chiesto a madre Antonietta in che cosa Ains poteva rendersi utile. La nostra associazione ha già inviato 2600 euro per il fondo alimentazione e 500 euro per finanziare il progetto psicologa come aiuto per le ragazze ospitate al centro. Madre Antonietta ci ha chiesto di continuare a sostenere la struttura per gli anni successivi. Nell’immediato ci ha chiesto di finanziare l’acquisto di 5 macchine per scrivere necessarie alla scuola dell’aldea candelaria per avviare e definire i corsi di meccanografia (dattilografia e stenografia) per scrivere per un costo totale di 7.250,00 qtz. (circa 725 euro). Altre 5 macchine saranno acquistate da CFCA e 5 donate dall’hogar gestito da madre Antonietta, così, con 15 macchine da scrivere, il Ministero dell’Istruzione del Guatemala concede l’accreditamento per far partire il corso basico di meccanografia.

Dopo aver visitato la comunità di Colmenas-Jocotan e incontrato sia il promotore residente che il rappresentante eletto dalla comunità, insieme ad alvaro Renè Aguilar Aldana, responsabile generale del progetto, ci siamo recati al banco agromercantil a El Rancho per versare il denaro occorrente per finanziare il progetto orti familiari. Sono stati depositati 700 $ con un cambio di 1$=7,60Qtz, per un totale di 5.320,00 qtz. 59 qtz in più rispetto al denaro necessario per finanziare il progetto stesso. Alvaro, a progetto concluso, ci invierà le ricevute delle spese sostenute.

Con l’Aldea di Colmenas collaboriamo da anni e la comunità suddetta anche quest’anno ci ha chiesto un nostro sostegno attraverso un progetto di finanziamento per l’acquisto di materiale finalizzato a creare un sistema di irrigazione degli orti. Il costo del progetto è di 9.572,00 qtz (circa 957 euro).

In passato abbiamo finanziato la costruzione di 25 case e altrettanti forni per cucinare. La comunità ha deciso di costruire i forni all’esterno delle case per evitare la diffusione del fumo all’interno delle abitazioni per evitare eventuali incendi dolosi oltre che danni ai bambini piccoli. Con il passare del tempo e le intemperie frequenti (ricordiamo che questa comunità si trova a più di 1.500 metri di altitudine) alcuni di questi forni si stanno rovinando. Il progetto presentato consiste nella costruzione di un tetto e un pavimento per proteggere i forni utilizzati per cucinare. Il costo di una singola costruzione è di 1.903,00 qtz (circa 190 euro).

L’ultimo progetto che la comunità ci ha presentato è relativo alla costruzione di un forno a legna avente un costo di 6.580,50 qtz (circa 658 euro). Il progetto ha come destinataria la comunità stessa e con tale costruzione si tenderà a realizzare l’obiettivo di produrre pane e dolci per uso comunitario da vendere al mercato locale e agli abitanti delle comunità vicine.

Lasciando la comunità di colmenas, nei pressi di Jocotàn, il responsabile e il promotore ci hanno fatto visitare una casa costituita da un’unica stanza di legno e sacchi di plastica, abitata da una famiglia composta da 7 persone di cui cinque bambini. La richiesta è stata di valutare la possibilità da parte di ains di investire 8.980,00 qtz (circa 898 euro) per costruire due stanze da letto e una per riunirsi.

L’Aldea Tatutù è in una zona montagnosa del municipio di Jocotàn, dipartimento di Chiquimula. Ci si arriva dopo un lungo cammino su strada sterrata. Le famiglie che vivono nell’aldea sono circa 100 e di cultura maya Chortì. Questa aldea ha molte necessità, specialmente nutrizionali ed educative. Ains ha iniziato un microprogetto che si è realizzato con successo ovvero l’acquisto di 22 capre distribuite ad altrettante famiglie. Il nuovo progetto che Alvaro ci ha presentato chiedendoci di valutarne la realizzazione dopo la visita a febbraio, consiste nel fornire a 50 famiglie della comunità alimenti per migliorare la nutrizione dei bambini e dei membri dei vari nuclei famigliari lì residenti. Questo progetto si pone l’obiettivo di migliorare le condizioni di vita della comunità.

A partire dal primo anno si inizierà a migliorare le condizioni alimentari. In seguito si avvierà un processo di produzione sostenibile dalla comunità stessa con ogni membro familiare attraverso un progetto di coltivazione di orti familiari utilizzando le sementi provenienti dall’aldea di colmenas. Questo per introdurre anche a Tatutù un primo passo verso l’autonomia del villaggio i responsabili dell’aldea si sono impegnati a ripulire il territorio dalla spazzatura giacente e a migliorare la qualità della vita anche sotto il profilo della sostenibilità ambientale. Il progetto globale ha un costo mensile per famiglia di 124,25 quetzales (circa 12 euro). Il costo annuale totale è di 74.550,00 qtz (circa 7.455 euro).Nel dettaglio il sostentamento alimentare prevede mensilmente: 10 pacchi di fagioli, 5 confezioni di incaparina (latte altamente energetico), 5 confezioni di zucchero, 1 confezione di latte in polvere, 3 confezioni di riso.

Per l’Aldea Aguahiel si propone un progetto per l’acquisto di concime per migliorare la coltivazione di mais e fagioli. Questo intervento ha un costo di 71.200,00 qtz (circa 7.120 euro). Alvaro ci ha proposto il finanziamento attraverso il microcredito.

A conclusione di questa nota informativa vi ricordiamo che è ancora attivo il progetto capre

. . . per trasformare i sogni e le idee in progetti . . .

Progetto Capre
in collaborazione con la Clinica San Josè de El Rancho
Il progetto consiste nell’acquisto di capre, che verranno donate alle famiglie delle aldee con cui Ains collabora, con l’obiettivo di produrre latte, carne, pellame. Con questo progetto, le comunità hanno la possibilità di crescere permettendo a donne, uomini e bambini di avere a disposizione alimenti ricchi di proteine. Successivamente, a fronte della riproduzione delle capre, si potrà anche iniziare un piccolo commercio per la vendita dei nuovi capi da praticarsi al mercato locale.

AIUTATECI A REALIZZARE QUESTO PROGETTO
una capra costa 50 euro
conto corrente postale n° 46330429
[causale: progetto capre]

Viaggio

Presto
molto presto
è arrivato il giorno
che sembrava non arrivasse mai
confusione all'aereoporto
gente che va
gente che torna
valigie, zaini, sguardi preoccupati
sguardi sorridenti
ansie e gioie.....
sono le sei del mattino
si dorme
si dorme ancora
scambi di saluti veloci
sguardi sonnacchiosi
sbadigli
giuspi dorme su una scomoda sedia
lele ironizza sulle parole
confuse
luca sorride istericamente
giulia ha un viso preoccupato
ruggero mi chiede come sto
sorrido
ho ancora molto sonno
ma ho lasciato tutte le preoccupazioni in ospedale
questa sera molto tardi
saremo a mazatenango
saremo da madre antonietta
lei ci accoglierà
in un dolce sorriso
lo so
lo sappiamo
abbiamo tante valigie
per loro
per noi
loro ci stanno aspettando
ci sentiremo circondati
da molto calore
lo so
lo sappiamo
sarà un viaggio lungo
faticoso
ma arriveremo
a dimenticheremo la stanchezza
lo sappiamo....

concetta malvasi

Un presente concreto per cui valga la pena impegnarsi

scritto da Claudia Mossi [vice presidente Ains onlus]
"Dei miei numerosi viaggi mi è sempre piaciuto, oltre al bagaglio leggero, poter vivere - in fondo basta volerlo - un'altra vita possibile. I viaggi hanno una loro tempistica. Possono essere una fuga disordinata o, al contrario, un percorso organizzato; l'importante è affrontarli con lo spirito giusto. Da molti anni ho scelto di spostarmi da quello che considero il mio mondo,apparentemente perfetto, verso le cosiddette terre dei poveri, quelli che tutti dicono di conoscere, ma in verità rimangono mete per pochi volonterosi. Il Guatemala, ad esempio, è una terra che ti lascia un segno e che induce spesso a ricordi struggenti. I posti sperduti e dimenticati che ho visitato tra l'incredulità degli stessi abitanti sono quelli che ricordo con maggiore intensità. Lassù, sulle montagne di Camotàn, nella parte del paese ai confini con l'Honduras il tempo sembra essersi fermato: le ore, i minuti, sono scanditi dall'alba e dal tramonto. I giorni quasi nessuno li ricorda e la maggior parte delle persone non sa ne scrivere ne leggere. Da parte loro esiste però una certa curiosità e un'evidente voglia di emergere e di lottare soprattutto contro coloro i quali che, dopo averli sfruttati fino al midollo per anni e anni, non hanno esitato un attimo - giunti ad un determinato momento storico - a dimenticarli e a rimuoverne la memoria. Grazie anche all'intervento della nostra associazione (Ains) le capanne sono state trasformate in case degnamente solide, pulite e ospitali; sono state introdotte in alcune comunità piccole greggi di capre aventi lo scopo di sostenere la sussistenza alimentare (latte per i bambini) e la sussistenza "economica" del villaggio stesso (creazione di eventuali e possibili piccoli allevamenti per una futura commercializzazione nei mercati vicini); gli orti sono tornati ad essere coltivati con cognizione di causa.La nostra speranza è che negli anni a venire questi esperimenti possano essere estesi alle tantissime e ancora troppo arretrate realtà rurali del Guatemala che navigano su livelli di vera e propria preistoria antropologica. Così facendo chi scrive insieme a Ruggero e Lorenza, amici che con me hanno condiviso questa mia ultima esperienza, abbiamo visitato uno di questi villaggi sperduti, Tatutù, dove tra le tante immagini negative siamo stati colpiti dalla condizione di vita di sette bambini denutriti e accampati nella stessa capanna con un unico giaciglio e circondati da un'irrespirabile fumo emanato dal focolare interno alla "casa". Oppure dalla storia di Andy, un bimbo solo con la mamma alcolizzata, costretto a vivere in un a casa isolata dove non vi era ne traccia di cibo ne di un luogo decente ove poter riposare la notte.Storie di analoga povertà vi posso raccontare dal Quichè il territorio guatemalteco più martoriato dalla spaventosa guerra civile che ha imperversato nel paese per 36 anni e conclusosi solo nel 1996. Storie soprattutto di donne, di vedove, di madri di famiglia spesso con parecchi figli al seguito dallo sguardo impaurito, rassegnato, forse un po' ingannato ma non ancora spento del tutto.Anche questa è una scintilla che ci spinge a "fare" pur tra mille difficoltà e consapevoli della esiguità di forze della associazione di cui faccio parte. Che dire a conclusione? Che nonostante tutto continuo a credere che il Guatemala rappresenti un presente concreto per cui valga la pena impegnarsi. Facendo tesoro di tutti i viaggi passati credo di aver accumulato un obbligo morale che vincola la mia etica verso tutti coloro che ho conosciuto e incontrato. Nessuno di questi "vagabondaggi" per il modo è risultato per me inconcludente. Non so se esiste un momento in cui le cose cambiano per sempre; so che esiste un momento in cui qualcosa può cambiare. L'importante è trasmettere: il volto dei bimbi in una scuola ritrovata, la dimensione di un villaggio che riesce ad uscire dall'oblio, la capacità di riuscire un futuro a ragazze di strada recuperate ad una vita normale. Anche questa è comunicazione e educazione alla solidarietà. Sapete un'ultima cosa. Tutte le volte che rientro in Italia il congedo dal Guatemala, dai suoi mille e cangianti colori e dalle sue vivaci popolazioni, ha un particolare sapore: non l'amarognolo del rammarico che contraddistingue la nostalgia di una partenza ma il suono argentino di un "hasta pronto"a far da preludio ad un prossimo e quanto mai certo ritorno".

Buon Compleanno CSV!!!

Il CENTRO SERVIZI VOLONTARIATO DI PAVIA E PROVINCIA compie 10 anni
e per l'occasione vuole regalare a tutta la cittadinanza 8 mesi, da febbraio a novembre 2008, di eventi, spettacoli, mostre e proiezioni cinematografiche.
Tutto questo è il “FESTIVAL DEI DIRITTI”.
Il “Festival dei Diritti” nasce dall’idea del CSV di Pavia di offrire alla cittadinanza pavese una serie di eventi per festeggiare i suoi 10 anni, parlando di tematiche sociali. Ogni mese sarà caratterizzato da una tematica ed in particolare tratterà un particolare “diritto”.
Ogni mese vedrà la realizzazione di 4 iniziative: una mostra fotografica, un convegno/seminario, la proiezione di un film e un evento/spettacolo teatrale o musicale; tutte le iniziative saranno caratterizzate da un unico filo conduttore, il “diritto” appunto.
  • Le mostre fotografiche verranno allestite presso la nuova sede del CSV di Pavia di via Taramelli, 7 verranno inaugurate il primo mercoledì di ogni mese e sarà possibile visitarle durante tutto il mese.
  • I convegni verranno realizzati in collaborazione con gli enti del territorio e le associazioni locali; le sedi e le date verranno stabilite a seconda della tipologia di intervento.
  • Le proiezioni cinematografiche si terranno presso il Cinema Corallo/Ritz il quarto giovedì di ogni mese; saranno introdotti dal critico Roberto Figazzolo e il regista Filippo Ticozzi, alla presenza dei registi.
  • Gli spettacoli che si terranno l’ultimo venerdì del mese raccolgono interventi teatrali, musicali, di cabaret e di arte varia. Tutte le iniziative realizzate saranno gratuite per tutta la cittadinanza.
Per informazioni contatta il CSV di Pavia tel. 0382.526328

Anno nuovo… nuove vittorie!

- Lo stupendo 2007 che ha visto la Riso Scotti Pavia grande protagonista è oramai terminato ma i propositi del team pavese non mutano anzi, le speranze dell’anno entrante sono quelle di migliorare ulteriormente gli ottimi risultati raggiunti lo scorso anno. Proviamo a fare un primo bilancio di questo girone di andata analizzando il rendimento delle giocatrici: 1 – Rody Chitigoy: è arrivata a campionato inoltrato subendo poi un forzato stop burocratico ma ha saputo dare il proprio apporto di esperienza frutto di anni giocati ad alto livello. Preziosa 2 – Chiara Borgogno: un vera forza della natura a muro e una fast micidiale sono un biglietto da visita di tutto rispetto che stanno portando alla ribalda il nuovo idolo della mascotte Trillo. Inarrestabile. 3 – Nadia Terranova: per Nanà non ci sono più parole. Costretta a vedere l’inizio della stagione dalla panchina a causa dei postumi del brutto infortunio dello scorso anno, il suo rientro ha coinciso con una serie positiva di vittorie e gioco convincente. Gioiellino. 5 – Rossana Spinato: il metronomo della squadra riesce a dettare i giusti tempi in campo, i consigli fuori dal campo e, scoperta di quest’anno, è anche dotata di una ottima pubblic relationship con i media. Indispensabile. 6 – Valeria Alberti: nelle prime partite senza Nadia Terranova ha avuto sulle sue spalle quasi l’intero apparato difensivo che, ovviamente, l’ha portata a commettere qualche comprensibile errore, ma con il giusto equilibrio in campo ha dato calma e sicurezza. Garanzia. 7 – Anna Korcz: partire dalla panchina non fa mai piacere, ma per lei questo non è un problema ed ogni volta che entra in campo riesce a dare il suo contributo di gioco e punti. Apprezzabile. 9 – Marta Agostinetto: al suo primo anno in serie A si è trovata subito in campo dimostrando di essere una giocatrice di assoluto valore e di avere ampi margini di crescita. Investimento. 10 – Dora Horvath: questo è l’anno della sua consacrazione, partita dopo partita fa dimenticare di avere solo 19 anni! Quest’anno per lei anche la gioia della convocazione in nazionale maggiore, non rinuncia mai al suo consistente bottino di punti. Certezza. 11 – Costanza Manfredini: dopo un anno a Sassuolo dove ha giocato poco si è trovata subito nel sestetto base e a dover sostituire Nadia Terranova, cosa tutt’altro che semplice. La pressione l’ha un po’ innervosita e non è riuscita ad esprimere le sue qualità. In crescita. 12 – Anna Bo: partire dalla panchina ed entrare nei momenti difficili del match non è semplice ma soltanto chi ha carattere e capacità di gestione può farlo, lei è la migliore. Classe. 13 – Celeste Poma: si allena e gioca con due squadre, ma è giovane, forte e sa che questi sacrifici le regaleranno tante gioie. E’ un prodotto del locale vivaio segno della qualità del lavoro svolto. Futuro. 14 – Sara Caroli: richiesta da squadre di serie A1 lei non lascia Pavia ma anzi lotta duro per portare il più in alto possibile la sua squadra. Grande cuore. All. Gianfranco Milano: messo sulla graticola nei momenti difficili ha sempre risposto predicando calma e i risultati gli stanno dando ragione in quanto, avendo la squadra al completo ha potuto abilmente variare le soluzioni. Intelligente.
E intanto il progetto “Per una cultura della solidarietà con lo sport” che vede la collaborazione tra 5 realtà associative pavesi [Ains, Cuore Clown,Incontramondi,Per Fare un Albero e la Cooperativa Sociale La Piracanta] e la società sportiva Riso Scotti Volley, continua proficuamente. Ad ogni partita giocata in casa è presente un’associazione per distribuire materiale informativo di tutte le associazioni e dei progetti che chiediamo di aiutarci a finanziare.Grazie ragazze della Riso Scotti Volley e grazie a tutte quelle persone che leggono il nostro volantino.

Progetto Documentario “Diritti Umani in Guatemala”: cerchiamo co-finanziatori

Il 10 dicembre 2007 l'ONU ha istitutito "l'anno dei diritti umani" che si concluderà solennemente il 10 dicembre del corrente anno. Nel corso del 2008 si succederanno diverse iniziative a livello internazionale per ricordare il 60° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani varata proprio il 10.12.1948 dall'Assemblea Generale della Nazioni Unite.
Seguendo uno dei nostri prinicìpi informatori "pensare localmente e agire globalmente" è nostra intenzione ricordare questo importante avvenimento con un nostro progetto di carattere eminentemente culturale: LA REALIZZAZIONE DI UN DOCUMENTARIO finalizzato a raccontare, attraverso l'eloquenza suggestiva delle immagini, le situazioni in cui versano le popolazioni del Guatemala.
Data la nostra "esperienza sul campo" accumulata negli anni verrano segnalati ad alcuni giovani registi luoghi, persone, ambienti di particolare significato da cui trarre testimonianze dirette circa la storia recente del Guatemala. Storia, largamente macchiata da molteplici violazioni di diritti umani. A cominciare dalla conquista spagnola del XVI secolo e la conseguente riduzione in schiavitù delle popolazioni Maya fino ad arrivare ai giorni nostri con un XX secolo caratterizzato da 36 anni di guerra civile terminata "ufficialmente" nel 1996.
Per la realizzazione effettiva di questo progetto sarà necessario sostenere dei costi. Contribuendo a questa iniziativa si può diventare, nominativamente, co-finanziatori del progetto stesso. Ains con questo nuovo impegno intende raggiungere due obiettivi. Il primo, di carattere culturale, in cui si allarga e si integra l'orizzonte del concetto di solidarietà promuovendo un'attività di ricerca e di indagine con lo scopo di approfondire la conoscenza della storia del Guatemala. Il secondo, di carattere storico-documentario, per cui Ains avrà a disposizione, una volta terminato il lavoro, un materiale audio visivo di pregio sia per il proprio archivio, sia da utilizzare per proposte divulgative nei confronti di soggetti interessati (scuole, istituzioni, gruppi, associazioni, persone singole, ecc. ecc.) desiderosi di informazioni, notizie e testimonianze sempre più accurate in riferimento alla realtà guatemalteca.

Per maggiori informazioni: Ruggero Rizzini cell. 339 2546932 - e-mail: ruggerorizzini@yahoo.it

“Il Cantastorie”: diciassette racconti per bambini

L’ultimo libro scritto dalla giornalista pavese Daniela Scherrer si intitola “Il Cantastorie” e si tratta di diciassette racconti per bambini, illustrati dai disegni degli alunni delle classi seconde e quarte della scuola primaria “G. Mazzini” di Vidigulfo.
Un progetto che ha consentito all’autrice di confrontarsi proprio con i bambini attraverso momenti di incontro: sono stati, infatti, proprio gli alunni a scegliere i racconti preferiti (nel ventaglio dei numerosi scritti negli anni dell’adolescenza) per essere poi illustrati.
Un’esperienza per me nuova e decisamente piacevole – ha commentato Daniela Scherrer - anche sotto il profilo affettivo. Questi racconti infatti hanno segnato l’inizio della mia collaborazione a “il Ticino”, che poi è diventato sede della mia attività lavorativa”.
Anche quest’ultima pubblicazione ha finalità benefiche: il ricavato infatti andrà a sostenere le missioni di Ains (Associazione Italiana Nursing Sociale) in Guatemala. Il libro, ad offerta, è disponibile a Pavia alla sede de “il Ticino” in via Menocchio, presso la Libreria Paoline, al negozio La Piracanta di corso Garibaldi e presso la scuola Mazzini di Vidigulfo e presso l’edicola Chiodini a San Martino Siccomario. Per averlo direttamente a casa potete inviare una mail a ruggerorizzini@yahoo.it specificando il vostro indirizzo postale.
Il contributo richiesto è di 5 euro, che verranno utilizzati per finanziare i progetti sociali e sanitari in Guatemala.
[cell. 339 2546932 ruggero rizzini]