“Lilli”: il mediometraggio di Filippo Ticozzi
Ogni “forma d’arte” (letteratura, poesia, musica, cinema…) aiuta a riflettere: il suo scopo è appunto questo. La riflessione, il ragionare, stimolano l’uomo a capire, prima, e ad agire, poi. In una parola: a fare. Per tale motivo siamo convinti che romanzi, poesie, canzoni, films, siano in grado di promuovere e orientare la cultura (anche in campo sociale), forse meglio dei convegni “tecnici” e di qualunque trattato filosofico o sociologico.
“Lilli” è una produzione locale realizzata dal regista pavese Filippo Ticozzi, interamente girata in Oltrepò e prodotto da Alice Moggi e Filippo Ticozzi per La Città Incantata Produzioni Audiovisive in collaborazione con La Piracanta Cooperativa Sociale, con il contributo di AUSER di Pavia, Provincia di Pavia, Comune di Pavia.
Questa la trama
La vita di Giancarlo potrebbe essere un esempio di “arcadia” contemporanea. La casa che occupa con la madre è modesta ma tranquilla, tra loro non ci sono molte parole, eppure non si fa fatica a capire che si vogliono bene (ed è questo un altro merito del film, i dialoghi ridotti all’essenziale). C’è la bicicletta, le strade quasi deserte e spesso in salita, le colline ripide sullo sfondo, i paesi spopolati del vicino Oltrepò. Giancarlo vive in campagna e la natura ha su di lui un effetto pacificante. Una tartaruga, un prato, un albero seppure spoglio possono farti compagnia, soprattutto se gli uomini, i tuoi simili, ci riescono così poco. Eppure Giancarlo è cortese con tutti, timido, riservato, chiede il permesso per ogni cosa. Ma forse proprio questo lo rende così differente, così “altro” rispetto al paese. La stessa benevolenza di chi gli parla ci suona falsa, stonata. Che venga dall’”alto” anche culturale del turista milanese, che occupa la casa nel week end, piuttosto che da un altro “diverso”, il ragazzo albanese, che si sta integrando in Italia, è la sua condizione esistenziale a giocargli contro, ad erigere muri tra se stesso e il mondo. Per fortuna però per Giancarlo c’è Lilli. Una cagnetta affettuosa che, in sua assenza sembra perduta. Lui la nutre, la fotografa, la cura, ma, quando un giorno, a causa di un’incolpevole disattenzione della madre, Lilli scappa e viene investita, Giancarlo subisce uno shock. La morte è qualcosa che non riesce a spiegarsi e che, evidentemente, già l’ha colpito duramente con la scomparsa del padre. L’unica consolazione potrebbe stare nell’oblio che procura l’alcool, ma Giancarlo non è il tipo, oppure in un panico confondersi con la natura, madre e matrigna, vedi quell’immagine in plongée con il prato tutt’intorno. O forse, ancora, il lutto si elabora grazie al rituale, un rituale però, monco anch’esso, visto che a scomparire è stato un cane, non un umano, e questo “cimitero per animali”, a Milano, non si sa se esista davvero oppure no. E proprio il finale, con quell’inquadratura fissa e tenuta, è probabilmente una delle parti migliori del film. Giancarlo ha tentato di andarsene con la macchina, ma la sua imperizia lo costringe a lasciarla, dopo poco, sul bordo della carreggiata. Eccolo allora sollevare il corpo di Lilli dal bagagliaio e prendere la via che lo porterà verso valle, verso la città. Non ha punti di riferimento, non conosce nessuno, però qualcuno gli ha detto che c’è un posto dove “riposano” altri animali, e questo gli basta per convincerlo a non fermarsi.
6 giugno 2008
Collaborazioni
Continua la collaborazione con gli alunni della scuola di Vidigulfo. Terminato a dicembre 2007 il progetto “Il Cantastorie” che ha visto la realizzazione del libro illustrato dagli alunni delle classi II e IV della scuola “G.Mazzini”, continuiamo con gli studenti della Scuola Secondaria di I Grado “Giovanni XXIII”.
Abbiamo chiesto alla Prof.ssa Monica Pelizzoli responsabile del progetto “Ti racconto il mio paese: progetto di scambi culturali con una classe del Collegio San Josè a El Rancho Guatemala” di illustrarci il progetto.
Ains: Prof.ssa Pelizzoli, come è nato il progetto.
Proff.ssa Pelizzoli: Il progetto è la prosecuzione dell’attività “ I popoli si incontrano: il Guatemala” già sperimentata nel 2007 dagli alunni in classe V Elementare, in collaborazione con la Biblioteca comunale di Vidigulfo e la vostra associazione. Gli alunni dei rispettivi paesi saranno invitati a fotografare realtà diverse del loro paese: i luoghi di lavoro, di studio, di socialità, del tempo libero. Le foto corredate da didascalie esplicative saranno esposte in una mostra comune a Vidigulfo e poi in Guatemala.
A: Quali sono gli obiettivi che si intendono perseguire, i destinatari a cui si rivolge, le finalità e le metodologie utilizzate.
P: L’obiettivo è sviluppare una cultura di solidarietà e fraternità verso popoli lontani, favorire riflessioni sull’importanza dei diritti civili e far conoscere l’esperienza delle Associazioni di volontariato. Insieme ai 28 alunni della classe I A della Scuola Secondaria di I Grado “Giovanni XXIII” di Vidigulfo, i destinatari del progetto, nel I° e II° quadrimestre, durante le ore di geografia e storia, con la consulenza di un fotografo professionista, si sono progettate delle situazioni da fotografare. Successivamente sia in orario scolastico che extra, si sono programmate delle uscite per fotografare gli aspetti interessanti del paese. Contemporaneamente, approfittando della partenza di alcuni volontari di Ains per il Guatemala, si è chiesto loro di portare dieci macchine fotografiche usa e getta da consegnare ad altrettanti ragazzi della stessa età, chiedendo loro di fotografare il loro villaggio El Rancho.
A: quali risorse economiche e logistiche sono state pensate per realizzare il progetto
P: il Comune di Vidigulfo ha finanziato lo sviluppo e la stampa delle fotografie fatte dai ragazzi di Vidigulfo. La scuola ha invece finanziato il materiale per la realizzazione della mostra che si farà a maggio in occasione della “Festa di Primavera”. Ains si è fatta carico delle spese per l’acquisto delle macchine fotografiche portate in Guatemala e della stampa delle fotografie.
A: ringraziamo la Prof.ssa Pelizzoli per il lavoro svolto e diamo appuntamento a maggio per vedere la mostra durante la “Festa di Primavera”.
Abbiamo chiesto alla Prof.ssa Monica Pelizzoli responsabile del progetto “Ti racconto il mio paese: progetto di scambi culturali con una classe del Collegio San Josè a El Rancho Guatemala” di illustrarci il progetto.
Ains: Prof.ssa Pelizzoli, come è nato il progetto.
Proff.ssa Pelizzoli: Il progetto è la prosecuzione dell’attività “ I popoli si incontrano: il Guatemala” già sperimentata nel 2007 dagli alunni in classe V Elementare, in collaborazione con la Biblioteca comunale di Vidigulfo e la vostra associazione. Gli alunni dei rispettivi paesi saranno invitati a fotografare realtà diverse del loro paese: i luoghi di lavoro, di studio, di socialità, del tempo libero. Le foto corredate da didascalie esplicative saranno esposte in una mostra comune a Vidigulfo e poi in Guatemala.
A: Quali sono gli obiettivi che si intendono perseguire, i destinatari a cui si rivolge, le finalità e le metodologie utilizzate.
P: L’obiettivo è sviluppare una cultura di solidarietà e fraternità verso popoli lontani, favorire riflessioni sull’importanza dei diritti civili e far conoscere l’esperienza delle Associazioni di volontariato. Insieme ai 28 alunni della classe I A della Scuola Secondaria di I Grado “Giovanni XXIII” di Vidigulfo, i destinatari del progetto, nel I° e II° quadrimestre, durante le ore di geografia e storia, con la consulenza di un fotografo professionista, si sono progettate delle situazioni da fotografare. Successivamente sia in orario scolastico che extra, si sono programmate delle uscite per fotografare gli aspetti interessanti del paese. Contemporaneamente, approfittando della partenza di alcuni volontari di Ains per il Guatemala, si è chiesto loro di portare dieci macchine fotografiche usa e getta da consegnare ad altrettanti ragazzi della stessa età, chiedendo loro di fotografare il loro villaggio El Rancho.
A: quali risorse economiche e logistiche sono state pensate per realizzare il progetto
P: il Comune di Vidigulfo ha finanziato lo sviluppo e la stampa delle fotografie fatte dai ragazzi di Vidigulfo. La scuola ha invece finanziato il materiale per la realizzazione della mostra che si farà a maggio in occasione della “Festa di Primavera”. Ains si è fatta carico delle spese per l’acquisto delle macchine fotografiche portate in Guatemala e della stampa delle fotografie.
A: ringraziamo la Prof.ssa Pelizzoli per il lavoro svolto e diamo appuntamento a maggio per vedere la mostra durante la “Festa di Primavera”.
“Nello sguardo di un bimbo ci sono mille perché a cui rispondere con un sorriso”
Il sostegno a distanza è un gesto di solidarietà che consiste nel contribuire al mantenimento di un bambino o di una bambina garantendo nutrimento, assistenza sanitaria e scolastica, al fine di offrire un'opportunità di crescita autonoma a ragazzi nati in situazioni socio-economiche svantaggiate. Con il Sostegno a distanza si realizza una forma di solidarietà, consistente in una forma di supporto economico mirato, che permette di prendersi cura di chi ha gravi problemi economici e vive fisicamente lontano dal posto in cui vive il donatore. L'obiettivo è il superamento delle difficoltà che impediscono l’autosviluppo del bambino e della sua famiglia e, di conseguenza, del paese in cui vive. Questa forma di aiuto la nostra associazione la sta realizzando da tre anni in Guatemala.
Grazie alla solidarietà di 130 sostenitori questo intervento ci consente di dare, a bambini e bambine, l'opportunità di studiare presso il Collegio San Josè a El Rancho, gestito da madre Antonietta Leon Coloma, suora e Infermiera guatemalteca. Madre Gloria Luz Leon Coloma [la nostra referente] e i suoi collaboratori, conoscono personalmente le condizioni di vita dei bambini e delle loro famiglie in quanto vivono a El Rancho dove gestiscono anche la Clinica medico/infermieristica San Josè. Sostenere un bambino a distanza in Guatemala presso il Collegio San Josè costa 160 euro all’anno.
[conto corrente postale n. 46330429; causale: sostegno scolastico a distanza]
Il sostegno a distanza è un impegno morale, non giuridico che richiede anche un coinvolgimento attivo e responsabile da parte del Sostenitore.
5 x 1000
L'ultima legge finanziaria ha rinnovato, anche per il 2008, l'istituto del 5 x mille: uno strumento importante per dare forza ai progetti di AINS in Guatemala.
In occasione della compilazione della tua dichiarazione dei redditi scegli AINS indicando nell'apposito riquadro (Onlus) il nostro codice fiscale: 01885520187
“E quando gli ricordo che la povertà brucia anche da noi, che si può essere missionari in Italia, che c’è gente che muore di freddo lungo le nostre strade o nelle baracche di certe metropoli,, che uomini di fede come padre Zanotelli, lasciata l’Africa, hanno scelto quartieri dissestati di Napoli dove la legge non esiste, padre Giancarlo scuote il capo:
“ Capisco e rispetto. Ma la più crudele povertà italiana diventa un luogo agognato rispetto alla miseria di certe zone del mondo, di certi villaggi sperduti dell’Africa o delle mie Filippine. Ogni cosa, lo so, è relativa. Ma se vedi bambini che cercano cibo in una discarica, pensi a Forcella come a un paradiso. Là puoi anche impazzire. Non ho avuto il coraggio di scattare nemmeno una foto in quelle discariche. Bambini con la tubercolosi, la malaria, che morivano per emorragie interne. Sono immagini impresse nella mente e nel cuore che mi seguiranno come un incubo finché campo.”
Conversazione tra candido Cannavò e padre Giancarlo Bossi tratta dal libro “Pretacci. Storie di uomini che portano il Vangelo sul marciapiede” edito da Rizzoli
In occasione della compilazione della tua dichiarazione dei redditi scegli AINS indicando nell'apposito riquadro (Onlus) il nostro codice fiscale: 01885520187
“E quando gli ricordo che la povertà brucia anche da noi, che si può essere missionari in Italia, che c’è gente che muore di freddo lungo le nostre strade o nelle baracche di certe metropoli,, che uomini di fede come padre Zanotelli, lasciata l’Africa, hanno scelto quartieri dissestati di Napoli dove la legge non esiste, padre Giancarlo scuote il capo:
“ Capisco e rispetto. Ma la più crudele povertà italiana diventa un luogo agognato rispetto alla miseria di certe zone del mondo, di certi villaggi sperduti dell’Africa o delle mie Filippine. Ogni cosa, lo so, è relativa. Ma se vedi bambini che cercano cibo in una discarica, pensi a Forcella come a un paradiso. Là puoi anche impazzire. Non ho avuto il coraggio di scattare nemmeno una foto in quelle discariche. Bambini con la tubercolosi, la malaria, che morivano per emorragie interne. Sono immagini impresse nella mente e nel cuore che mi seguiranno come un incubo finché campo.”
Conversazione tra candido Cannavò e padre Giancarlo Bossi tratta dal libro “Pretacci. Storie di uomini che portano il Vangelo sul marciapiede” edito da Rizzoli
La bottega sociale
Articoli da regalo, oggetti in legno, complementi d’arredo, ceramiche e sete: questo l’assortimento de Il mercatino della Piracanta di Pavia (c.so Garibaldi 22).
I manufatti, di qualità, provengono da 13 cooperative sociali, associazioni e centri psichiatrici lombardi.
Info: tel. 333.4464723 (Giulia)
“Insieme, dove c’è un bisogno c’è un dovere”
è lo slogan per iniziare un percorso di diffusione della cultura della solidarietà.
I PROGETTI CHE VI PROPONIAMO DI AIUTARCI A REALIZZARE
- Progetto “Aiuto psicologico alle ragazze di strada” [In collaborazione con il Centro Hogar Santa Maria de Jesus a Mazatenango - Guatemala] proposto da ains onlus
ProgettoPozzo [In collaborazione con l’associazione Amici del Marajò di Lodi] proposto da Incontramondi onlus
Progetto “Sostieni un Bambino a Pavia” proposto da Per fare un Albero onlus
Progetto Laboratorio di falegnameria proposto da La cooperativa sociale La Piracanta onlus
Progetto di Clownterapia proposto da Cuore clown
Per saperne di più: associazioneains@yahoo.it; ainsonlus.blogspot.com; cell. 339 2546932 (ruggero)
LA RISO SCOTTI E LE BAMBINE DEL GUATEMALA
Il 5 marzo è rientrato il gruppo dirigenziale dell’associazione Ains onlus di Pavia che nelle ultime settimane si è recato in Guatemala per consegnare magliette, palloni e giochi vari alle ragazzine di Mazatenango dalle storie personali sfortunate perché vittime nell’infanzia di violenze e maltrattamenti familiari e sociali ed ora impegnate in un processo di riscatto e di reinserimento. Il tutto è racchiuso nel progetto solidale di quest’anno che la Riso Scotti Pavia ha voluto sposare facendolo proprio al grido di “Dove c’è un bisogno c’è un dovere”.
Per una cultura della solidarietà con lo sport
“Per una cultura della solidarietà con lo sport” è il progetto che AINS onlus (Associazione Italiana Nursing Sociale), CUORE CLOWN onlus, INCONTRAMONDI onlus, PER FARE UN ALBERO onlus e la Cooperativa Sociale LA PIRACANTA onlus, soggetti impegnati da anni nel mondo della solidarietà e del volontariato, promuovono in collaborazione con le giocatrici e la dirigenza della RISO SCOTTI VOLLEY PAVIA. Il progetto è ambizioso e a costo zero: ha lo scopo di diffondere la cultura della solidarietà in un connubio tra lo sport e il mondo del sociale. Concretamente l’idea è che le giocatrici diventino portatrici di questo messaggio distribuendo alla squadra avversaria, ad ogni inizio partita, una cartella al cui interno è presentata la collaborazione con i vari gruppi associativi e sono elencati e spiegati i progetti delle diverse realtà. Questa iniziativa nasce dal desiderio di vivere lo sport anche come strumento di riflessione e di crescita nel rispetto dei valori umani e della dignità della persona. Obbiettivo che queste cinque realtà sono da anni impegnate a perseguire, sia in Italia che all’estero, coscienti del fatto che “dove c’è un bisogno c’è un dovere”. Ains onlus da 10 anni opera in Guatemala sostenendo progetti di sostegno scolastico e sanitari; Incontramondi onlus è una giovane associazione di San Martino Siccomario (PV) impegnata da tre anni a diffondere la cultura della solidarietà attraverso l’organizzazione di eventi culturali e di aggregazioni; Per Fare un Albero onlus è impegnata nel recupero e nel sostegno di giovani/adolescenti che vivono situazioni di disagio nella periferia di Pavia e non solo; Cuore Clown onlus è una piccola realtà associativa impegnata a portare sollievo soprattutto negli ospedali; la Cooperativa Sociale La Piracanta onlus si occupa del reinserimento sociale e lavorativo di soggetti svantaggiati attraverso la gestione del verde pubblico e privato e gestisce la bottega sociale Il Mercatino in corso Garibaldi, 22/a a Pavia, dove sono esposti articoli da regalo, oggetti in legno, complementi d’arredo, ceramiche, sete e manufatti di qualità, provenienti da 13 realtà sociali lombarde.
“La voce del tempo”
Un libro scritto da Marilena Forlino Oppizzio
STAMPE AINS
La prima sensazione nell’accostare Marilena Forlino Oppizzio è quella di una donna dalle grandi qualità umane. Si colgono subito, infatti, la positività nei confronti della vita, la generosità d’animo, l’umiltà, la delicatezza di chi non vuole mai far pesare la sua presenza. Tutte queste sono basi preziose per un’artista davvero eclettica, che ha scelto di mettere la sua passione per l’arte al servizio della solidarietà.E anche se le vie della vita l’hanno condotta professionalmente su altre strade, Marilena ha saputo ritagliarsi angoli importanti dell’esistenza per aprire il cassetto dei sogni e delle passioni a favore di chi ne avesse bisogno.Una bella figura davvero, il cui animo sensibile traspare anche leggendo questa sua ultima opera. “La voce del tempo” entra in punta di piedi nel cuore del lettore conducendolo in un viaggio delicato alla scoperta di protagonisti semplici, che appartengono alla nostra vita quotidiana, ma che vengono raccontati in tutta la loro umanità più splendente. Con estremo piacere ho pertanto raccolto l’invito di Marilena a presentare questo suo libro. Ammetto con sincerità di essere rimasta affascinata sia dal suo modo estremamente delicato di porsi, sia nello scorrere queste pagine che regalano quadretti di “vita vera”, piccoli ritagli di quotidianità che rischierebbero di perdersi nello scorrere rapido delle giornate. Ecco perchè è significativo che questa “voce del tempo” aiuti a fermarsi e riscoprirli. Quanti “nonni” trovano la forza di affrontare la vita nello stesso modo in cui fanno Anna in “Ospiti di favolose stelle” e Pierangelo in “Miracolo d’amore”? E in quante case di riposo nascono delicate amicizie, fatte di sguardi e di parole dette solo col cuore, come quella tra l’ospite Lina e la volontaria Stella? Sono semplicemente alcuni esempi e io mi fermo qua lasciando al lettore la curiosità di scoprire tutto il resto augurando buona lettura. Mi permetto solo di consigliare un’assunzione “a piccole dosi” perchè ogni pagina contiene preziosi spunti per riflettere e per trarre buoni spunti di saggezza.
[Daniela Scherrer, giornalista]
La distribuzione ad offerta libera del libro va a finanziare i progetti in Guatemala della nostra associazione, i progetti della Cooperativa Sociale La Piracanta e i progetti sociale che Marilena ha avviato a Casatisma, suo paese natale, in collaborazione con la Parrocchia. Per riceverne una copia potete contattare Ruggero Rizzini al seguente numero 339 2546932
Nella miseria delle favelas
Mi chiamo Lucia. È giunto il momento di condividere con i suoi lettori la mia esperienza di volontariato in Brasile. Che mi ha cambiato la vita.
Tutto è iniziato due anni fa. Cuore pulsante delle città in cui sono stata sono i bambini. Un mondo di bambini!
Qui da noi, nelle nostre belle città e nella splendida Italia, bisogna entrare in una scuola per vederne tanti, tutti insieme. Nel terzo mondo basta invece camminare per strada per incontrarne a migliaia.
Lì ho scoperto che cosa veramente conta nella vita. Ma lì, purtroppo, ancora oggi si muore di fame! La povertà “urla”, ed è necessario che impariamo ad ascoltarla e a darle una risposta.
Ho avuto la possibilità di toccare con mano la miseria delle favelas: è un pugno allo stomaco, che suscita un profondo senso di colpa e ti fa dire:”come può un essere umano vivere in quelle condizioni?”.
E noi? Sempre alla rincorsa e alla ricerca dell’ultimo modello di auto, di cellulare,di abbigliamento… perché l’unica cosa che conta nella ricca europa è apparire e avere, dimenticando ogni giorno di più l’importanza del nostro essere. E’ una vergogna per i “grandi della terra”, ma anche per tutti noi che viviamo nel benessere, accettare la povertà, la miseria e la fame di tanti esseri umani, soprattutto bambini.
Non avrei voluto inviarle questa lettera, perché ritenevo la mia esperienza un fatto molto personale, ma sbagliavo! È necessario, invece, che io testimoni quel che ho visto; è un dovere morale per me, e lo devo anche ai tantissimi poveri che ho incontrato e che porto nel mio cuore.
Lucia di Bergamo [Pubblicato su famiglia cristiana n.4/2008]
"Ma sopra tutte le invenzioni stupende, quale eminenza di mente fu quella di colui che si immaginò di trovare modo di comunicare i suoi più reconditi pensieri a qualsivoglia altra persona, benchè distante per lunghissimo intervallo di luogo e tempo? [...] Sia questo il sigillo di tutte le ammirande invenzioni umane". (Galileo Galilei)
"Ma sopra tutte le invenzioni stupende, quale eminenza di mente fu quella di colui che si immaginò di trovare modo di comunicare i suoi più reconditi pensieri a qualsivoglia altra persona, benchè distante per lunghissimo intervallo di luogo e tempo? [...] Sia questo il sigillo di tutte le ammirande invenzioni umane". (Galileo Galilei)
Entrare in libreria o in biblioteca, scorrere con gli occhi lo scaffale, tendere la mano a toccare la carta, saggiarne le consistenza, sentirne l'odore, sillabare nella mente i titoli andando a zonzo nel tempo e nei luoghi, con i sensi incantati nel corpo immobile... Questo ci accomunava.Ci accomunava l'idea che leggere fosse come abbeverarsi in un giorno caldo e arso: al contempo una necessità ed una fonte di piacere. Piacere che diventa sublime, quando a dissetarci sono pagine scritte per raccontare storie piccole, dense come ghiaccio, che si sciolgono in gola e si dilatano o cose sognate e poi viste o ancora i frutti di pazienti studi... Libri difficili da trovare. Ci accomunava il desiderio di poter dare spazio e voce agli autori che lo sono loro malgrado, a chi non ha velleità di scrittore ma scrive in omaggio alla condivisione del sapere e del sentire.I viaggi sono sempre stati raccontati ma cosa sappiamo dei marinai di quelle caravelle che cambiarono la storia dei popoli? E dei maya che costruirono le piramidi? Cosa delle loro vite? Percorriamo le segrete di un castello e sentiamo che dalle mura, con l'odore di muffa, trasudano echi di voci: la storia delle vite trascorse lì dentro intride l'aria ma ne conosciamo solo l'inchiostro che siglò accordi di potenti. Il gusto di sapere o di voler sapere anche "l'altra parte" delle storie ci accomunava.Abbiamo accarezzato a lungo il sogno di "concretare i sogni", di poter "toccare le parole": STAMPE AINS è il frutto del desiderio. Stampare libri, libricini, libroni e libracci, purché si racconti e purché le parole siano ristoro del lettore. E' intenzione di AINS pubblicare scritti che rispettino lo spirito fondante dell'Associazione, fuori da schemi che la leghino ad un preciso indirizzo editoriale, purché si diffonda piacere. I libri, ed è cosa che va al di là delle nostre decisioni, si vendono. Le logiche di mercato sono imprescindibili. Tenuto conto di questo, AINS finanzia la pubblicazione dei libri e quindi investe la quota dei proventi delle vendite ad essa spettante, nelle proprie attività.L'Associazione, come l'uomo del logo, va verso STAMPE AINS seguendo l'indicazione della freccia, perchè STAMPE AINS è l’omaggio all' ammirando invenzione umana di cui parla Galileo.
Mass-media e volontariato, conoscersi per capirsi.
di Daniela Scherrer, il ticino, 2 febbraio 2008
Mass-media e mondo del volontariato. Non sempre (o forse sarebbe meglio dire “quasi mai”) il rapporto è semplice.
Da una parte l’universo mediatico sempre alla ricerca di notizie che “fanno vendere”; dall’altra un piccolo mondo silenzioso, poco propenso a far rumore per indole propria, a volte però anche impreparato quando si tratta di gestire i rapporti con i media. E allora è facile capire perché il rapporto rischi di diventare difficoltoso.
Proprio per cercare di favorire il contatto tra il mondo del volontariato pavese e il giornalismo il Centro Servizi del Volontariato di pavia, unitamente ad AINS, ha promosso il ciclo di tre incontri “Media e volontariato” con l’intento di favorire l’incrocio di esigenze e aspettative da parte dei due mondi. E sono stati appuntamenti senza dubbio utili per entrambe le parti. Primo ospite è stato Giulio Giuzzi, vice direttore de “Il Giorno”, che ha tracciato un quadro introduttivo del rapporto in questione, citando anche cifre e statistiche. Che le notizie del mondo del volontariato non facciano vendere copie di giornale è risultato dato inconfutabile, anche se proprio Giuzzi era stato artefice di un’iniziativa sul Giorno per ampliare lo spazio dedicato al volontariato. Che peraltro a Milano, con personaggi del calibro di don Mazzi, spesso fa anche notizia. Il secondo incontro ha visto l’intervento di Roberto Torti, caporedattore de “La Provincia Pavese” ed è stato un confronto schietto, anche abbastanza vivace, che ha fatto il punto su un dialogo non sempre facile tra il volontariato pavese e il quotidiano locale. Un incontro comunque che ha consentito al caporedattore Torti di raccogliere le istanze delle associazioni e al mondo del volontariato di accostare un giornalista estremamente disponibile. Il ciclo di appuntamenti è stato concluso sabato 26 gennaio da don Franco Tassone, direttore de “il Ticino” ma anche responsabile della Casa del giovane.
Numerosi sono stati gli apprezzamenti giunti dal mondo dell’associazionismo pavese al suo operato nella veste di direttore di un giornale che apre volentieri le sue porte al volontariato. E don Franco ha sottolineato la volontà di incentivare il rapporto con le associazioni, invitandole però anche a dare un’immagine di maggior unione interna per acquisire di conseguenza più “forza” mediatica. E a mettere il giornalista nelle condizioni di poter effettuare un buon servizio magari attraverso un comunicato stampa correttamente impostato. Al termine dell’intervento in tutti i presenti è emersa la volontà di non esaurire con questo ciclo di appuntamenti il dialogo su un argomento che ha riscontrato interesse. Il passo successivo sarà presumibilmente quello di dare vita a un corso di formazione giornalistica per gli operatori del volontariato. Nel frattempo, comunque, tendere la mano all’altro su entrambi i fronti è stato un primo passo importante, soprattutto perché ha consentito a ciascuno dei due mondi di penetrare un po’ più in profondità l’altro comprendendone le virtù, ma anche le difficoltà e le problematiche. E spesso conoscersi significa anche cominciare a capirsi meglio.
Diventa socio ains!
Gli associati possono dare un contributo importante alla vita della nostra associazione.
Abbiamo deciso di stabilire una quota minima di adesione di 10 euro annui che potete versare sul conto corrente postale n. 46330429 (causale: quota associativa).
Associarsi ad ains onlus significa promuovere una cultura di pace, solidarietà, partecipazione, collaborazione, pari opportunità e rispetto dei diritti e dei bisogni umani.
Novità sul codice IBAN
Dal 1° gennaio 2008 il Codice IBAN (internacional Bank Account Number), già utilizzato per i bonifici esteri, diventerà obbligatorio anche per i bonifici nazionali, al posto delle tradizionali coordinate bancarie ABI, CAB e numero di conto.
L’IBAN è il codice internazionale che identifica in maniera univoca ogni conto corrente e che contiene le informazioni relative al Paese, all’istituto (Banca o Poste), alla Filiale e al Numero di conto del destinatario del bonifico. Con il presente estratto conto le coordinate sono rappresentate in un nuovo formato.
L’utilizzo del Codice IBAN anche per i bonifici nazionali consentirà di beneficiare di un servizio più celere ed efficace. I bonifici disposti senza indicazione del codice IBAN saranno ancora accettati, in via eccezionale senza maggiorazione di commissioni, per un periodo di tempo transitorio, la cui scadenza è attualmente fissata al 1° giugno 2008. terminato tale periodo, i bonifici privi di codice IBAN avranno tempi di esecuzione e costi maggiori.
Prima di effettuare un bonifico è necessario conoscere il codice IBAN del conto del beneficiario.
Il codice IBAN del conto corrente postale di AINS onlus è:
IT70 W076 0111 3000 0004 6330 429
Codice BIC/SWIFT: BPPIITRRXXX
CIN: w
CIN: w
ABI: 07601
CAB: 11300
N.CONTO: 000046330429
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