26 settembre 2010

Giornate di salute in Guatemala

L'iniziativa denominata 'Giornate di salute in Guatemala' è un progetto sperimentale autofinanziato, quest'anno, dal nostro gruppo associativo ed è gestito, nei suoi risvolti pratici e professionali da operatori locali (medici ed infermieri).
Le suddette giornate si svolgono sia a El Rancho, villaggio situato a circa 90 kmda città del Guatemala in direzione Puerto Barrios, sia tra le montagne circostanti l'aldea presso adeguati centri di salute pubblica.
Noi pensiamo che questa proposta abbia tutte le caratteristiche per creare un interscambio culturale eprofessionale alla pari, dove, nel concreto, infermieri e medici italiani potranno conseguire un'esperienza morale ed umana come volontari, per un periodo massimo di 3 settimane lavorando e incontrando colleghi guatemaltechi.
Nel 2011 lo proporremo a tutti coloro che, motivati da fini di natura solidale, fossero intenzionati ad aderire ad un progetto così ambizioso nelle sue forme.
La nostra associazione garantirà un supporto logistico mettendo a disposizione in loco una struttura per l'alloggio e il vitto gratuito.
Le spese di viaggio sono a carico del volontario che intende partire, come d'altronde , da diversi anni, sono soliti fare tutti i membri dell'Associazione AINS Onlus.
È previsto, per gli interessati a questo progetto, un percorso formativo/informativo prima della partenza sempre a cura di AinsOnlus.
La nostra associazione è una realtà senza fini di lucro, composta esclusivamente da volontari, e che da anni collabora 'sul campo' per risolvere alcune sitazuioni di forte povertà presenti in Guatemala.
E' un gruppo che crede moltissimo nel valore concreto della progettualità ritenendo sbagliato l'approccio del mero assistenzialismo.
Il progetto nasce in Guatemala e tende ad andare incontro a esigenze e bisogni reali che, di volta in volta, i nostri referenti residenti in questo paese del CentroAmerica, ci segnalano.
Noi, che amiamo definirci semplicemente 'operatori laici della solidarietà', siamo coscienti del fatto che questo grande valore sia fondamentale per edificare e migliorare le relazioni tra le persone.
Seguendo questa linea guida mettiamo a disposizione, da 12 anni, il nostro tempo libero e le nostre risorse -intellettuali ed economiche - per far sì che i progetti proposti si realizzino e possano conseguire risultati positivi per il benessere di chi li riceve.
Da ultimo ricordiamo che chi vi scrive, insieme ad altri amici del direttivo AINS, esercita la professione infermieristica e segue - dal punto di vista pratico - le iniziative con finalità sanitarie come quella descitta.
Il nostro referente in Guatemala si chiama Alvaro Aguilar Aldana, importante figura di riferimento per il villaggio di El Rancho.
Per questo motivo nel 2011 proporremo con convinzione le 'Giornate di salute' offendo la possibilità ad altri colleghi dipartecipare a un'esperienza che si prospetta ricca in termini di umanità e di crescita personale.
Per ulteriori informazioni vi invitiamo a consultare il nostro blog ll'indirizzo http://www.ainsonlus.blogspot.com/


Ruggero Rizzini
Per Ains Onlus
contatti. cell: 339 2546932
associazioneains@yahoo.it

2 OTTOBRE 2010: NUOVA PARTENZA PER IL GUATEMALA

Il 2 Ottobre prossimo, data ormai imminente, è programmata una nuova partenza per la tappa più conosciuta del CentroAmerica da parte del nostro piccolo gruppo.
E' il solito 'stacco' di 15 giorni verso le latidutini tropicali dove tra Oceano Atlantico e Pacifico nella terra di congiunzione tra i due continenti americani la natura ha voluto che, nel corso dei millenni, si formasse il Guatemala.
Questa volta insieme a Ruggero Rizzini partiranno Filippo Ticozzi, Nicola Grignani e Veronica Heredia.
Filippo e Nicola li conosciamo da diverso tempo: sono collaboratori 'fissi' di AinsOnlus.
Filippo e Nicola si occupano principalmente di cinematografia e della redazione di documentari.
Ticozzi ha ideato e diretto negli ultimi anni alcuni lavori di un certo prestigio le cui recensioni le potete trovare sul nostro blog.

Grignani , invece, insieme ad Anna Recalde Miranda è l'autore di 'Historias de Guatemala', il documentario sullo stato dei diritti umani in questo paese latinoamericano, lavoro - quest'ultimo - promosso e realizzato grazie ad un impegno diretto della nostra Associazione.
Questa pellicola è diventata un'importante testimonianza fissata in immagini di cui la nostra realtà associativa va particolarmente fiera.
Perchè è importante raccontare.
E perchè i documenti rimangono a futura memoria.
Raccontare ed esercizio della memoria sono strumenti sempre validi , e che vanno alimentati sempre con nuova linfa, perchè la fiaccola della testimonianza, quella vera e reale, non si spenga e non possa venire meno al proprio ruolo.
Un ruolo di costruzione di coscienze e di spazi per la comprensione dei processi drammaticamente tangibili che si riscontrano nel mondo.
Questo dato varrebbe tanto in Italia quanto in Guatemala.
Ma, la nostra mèta è il Guatemala.
E le nostre mète hanno obiettivi precisi, non disincarnati.
Nicola e Filippo proveranno a raccontare cosa accade alla Casa d'Accoglienza 'Santa Maria de Jèsus', la struttura di Mazatenango dove sono ospitate circa 40 bambine vittime di ogni forma di sopruso, e sottratte dalle situazioni assurde delle loro provenienze.
Proveranno a fissare le immagini della vita quotidiana di questo centro, immagini di bambine, di piccole esistenze a cui è stata negata un'infanzia decente e tranquilla e verso le quali, noi di Ains, ci sentiamo legati da obblighi morali.
La scuola, il vitto, un alloggio degno: elementi basilari per ricostruisi un percorso di vita.
Impegni che confermiamo e rilanciamo.
In un pieno di giovanissimi volti ci si imbatte anche al Liceo San Josè, a El Rancho.
Altra tappa nota.
E' la 'nostra' scuola: un altro luogo fondamentale a cui garantire evoluzione e appoggio.
Filippo e Nicola fisseranno le immagini e Ains avra' a disposizione nei prossimi mesi un altro importante strumento di comunicazione sociale. Perchè i bimbi del Guatemala, i loro bisogni, le loro esigenze possano diventare paradigma su cui confrontare il nostro modello di vita, il nostro stile di vita. E chissà mai che una volta o l'altra, passato il messaggio giusto, non si possano modificare, almeno in parte, abitudini e costumi 'consumistici' che fanno a pugni, ogni giorno, con lo stato di necessità i cui vive piùdi un quarto del pianeta?
Documentare, raccontare, testimoniare, riflettere.
Nel corso del viaggio, ovviamente, saranno toccate anche altre tappe di nostra comune conoscenza come le diverse 'aldee' rurali seguite da Alvaro Aguilar nelle quali insistono alcuni progetti di sviluppo con finalità specifica (orti, coltivo di soia, apicoltura, itticoltura, ecc.ecc.). Questi villagi, situati sulle montagne, sono stati i più colpiti delle ondate di maltempo precipitate in Guatemala nel corso degli ultimi mesi, a cominciare dal devastante passaggio dell'uragano 'Agatha' del Giugno scorso.
Il gruppo dei '4' in partenza ci racconterà, al rientro, cos'hanno trovato in giro per le sierre del Guatemala.
'Quattro' perchè insieme a Ruggero, Filippo e Nicola spicca la bella presenza di Veronica, studentessa universitaria residente nel milanese ma con dei 'geni' particolarmente attinenti ai nostri luoghi di destino. Il padre di Veronica e' guatemalteco, di professione medico, e lei stessa ha avuto modo, negli anni, di sostare in Guatemala da alcuni suoi parenti. Siamo molto contenti della sua disponibilità di partire con il nostro gruppo e siamo certi che la sua presenza contribuirà ad allargare l'orizzonte delle nostre esperienze.
Una persona in più coinvolta nei nostri viaggi è un tassello in più aggiunto alla nostra storia.
Perchè ha dimostrato di sapersi mettere in gioco e non per futili motivi.
Il viaggio in Guatemala, in fondo, è sempre un saggio di vita. Quella vera, che rimane, quella che crea legami concreti. Quella con la V maiuscola.
Buon viaggio....

Il gruppo di Ainsonlus

Con 11.000,90 euro chiudiamo la raccolta fondi post uragano agatha


Carissime amiche ed amici,

con le ultime offerte mandate da Elisa Nicolini (la super mamma di Giulia) e Silvia Giudici (cara amica e "mamma" di un bambino sostenuto a distanza), chiudiamo la raccolta fondi post uragano Agatha.
Grazie a tutte e a tutti.

9.000 euro sono stati mandati in Guatemala per contribuire a soddisfare i bisogni e le necessità delle famiglie dei 15 bimbi iscritti al Liceo San Jose'.

Il 2 ottobre partiranno per il Guatemala Veronica, Filippo, Nicola e Ruggero.

Continueremo a tenervi aggiornati.
Continuate a seguirci.

Grazie.

giulia dezza, elisa moretti, andrea bellingeri, lele chiodini, ruggero rizzini

23 settembre 2010

LE IMMAGINI

Cari Amici,
vi invio alcune foto scattate nelle aldee di Tatutù e Tunuco.
nelle aree di Camotan e Jocotan la pioggia sta continuando a scendere con gravi danni alle case che sono state distrutte essendo costruite con canne di legno e fango.
A breve vi invierò altre informazioni sul numero di famiglie colpite.
A presto,
Alvaro



la casa di Cristina Gregoria Ramirez Garcia


la casa di Fernanda Rutilia

la casa di Marcelo Garcia Valdes

la casa di Santa Perfecta e Audencia Ramirez


























































16 settembre 2010

lettera al giornale locale

Gentile Direttore,
ci ritroviamo ancora una volta a parlare di Guatemala dalle colonne del suo giornale e, purtroppo, anche in questo caso, non per motivi piacevoli. Sembra un triste ritornello ma da un anno a questa parte il paese del centroamerica nostro amico è colpito incessantemente da una serie di fenomeni sia naturali sia di emergenza sociale.
O forse, cosa non difficile da immaginare, i due fatti sono strettamente correlati.
Povertà che si somma a povertà; emergenza che non conosce limiti nelle sue cause scatenanti.
In questi giorni, sul Guatemala, dopol'uragano "Agatha" di Giugno si sono abbattute nuovamente una serie di tempeste tropicali che stanno causando ulteriori e ingentissimi danni: frane e smottamenti di strade e di vie di comunicazione - tra lealtre anche alcune direttrici importanti da e verso la capitale - inondazioni, ponti distrutti, case abbattute, altre famiglie senza tetto. Prima un lungo periodo di siccità, tra l'estate 2009 el'inverno 2010, sterminatrice di raccolti e prodotti della terra, poi 'Agatha', ora le tempeste tropicali. Non c'è requie per il Guatemala.
E un paese più si trova in uno stato di necessità e di dipendenza dall'esterno più i danni causati dai fenomeni atmosferici o idrogeologici si fanno rilevanti e incontrollabili.
Ad aggravare la situazione provocata dai guasti della natura c'è anche l'emergenza sociale.
Il Guatemala è letteralmente infestato dalle'maras', bande di giovani e giovanissimi che traggono la loro definizione dalle terribili formiche'marabundas'. Il fenomeno di queste bande giovanili dove i segni di riconoscimento sono tatuaggi e piercing disseminati su tutto il corpo, dove la violenza più efferata la fa da padrone, dove al massimo si arriva a 25 anni, dove non c'è speranza di farcela, dove si obbedisce ai padroni del narcotraffico e a spezzoni di forze armate corrotte, tutto questo andrebbe approfondito e studiato con accuratezza anche qui in Occidente. Perche? Perchè i segnali non sono confortanti e atteggiamenti di bullismo -certo non eguali per qualità e quantità rispetto a quelli provocati dalle maras latinoamericane -, si registrano troppo spesso anche qui da noi. Compresa la nostra piccola città di provincia, se è vero come è vero, e come appare da un articolo di qualche giorno fa, che nel 'quadrilatero' del nostro centro storico alcune volte possono fare capolino gruppi digiovani e sconsiderati teppisti e rendere'off-limits' una delle zone più belle del nostro territorio. Forse per noia, forse per mera stupidità, costoro realizzano il loro presente nel disturbare la libertà altrui. E questo non è tollerabile.Vi sono alcuni documenti importanti da cui attingere per meglio comprendere il problema delle bande giovanili,delle maras, e che ci sentiamo di segnalare.Il documentario 'La vida loca' di ChristianPoveda , giornalista francese, assassinato in Salvador nell'Agosto 2009 sotto i colpi della terribile mara'Salvatrucha'. Il recente documentario di Gianfranco Rosi 'Elsicario - room 164' che narra del legame tra narcotraffico, poteri istituzionali corrotti e contigui con la malavita e il ruolo di questi giovani manovali del crimine. Un filmato su you tube dal titolo 'Maras inGuatemala': da vedere per capire cosa ribolle nei bassifondi del centroamerica.
Capire per sperare. Per lottare e sperare.Per sconfiggere questa voragine di male e tornare a sperare. E per non rassegnarsi sotto i colpi diquesto scialbo presente. Come insegna Paul Ricoeur, un filosofo di espressione cristiana come lui amava definirsi:
"La crescente assenza di scopi in una società che aumenta i propri mezzi è certamente la scaturigine profonda del nostro scontento. Nel momento in cui proliferano l'utensile e il disponibile, a misura che vengono soddisfatti i bisogni elementari di nutrimento, di alloggio di svago, noi entriamo in un mondo del capriccio,dell'arbitrio,in quel mondo che di buon grado chiamerei del gesto qualunque. Scopriamo che cio' di cui mancano maggiormente gli uomini e' di giustizia certamente, di amore sicuramente, ma più ancora di siginifcazione"
(da "Histoire eVerité").

Cordiali Saluti,
Andrea Bellingeri, Emanuele Chiodini, Giulia Dezza,Elisa Moretti, don Edo Peviani, RuggeroRizzini.
Ains Onlus

13 settembre 2010

La clinica medico-infermieristica San Josè a El Rancho in Guatemala

In un villaggio (El Rancho) di circa 12 mila persone la clinica medico-infermieristica San Josè è l’unico servizio sanitario presente. Vi lavorano un medico (el doctor Danilo), un’infermiera (Aida), una tecnica di laboratorio, una tecnica responsabile della farmacia e madre Roxana che coordina e vigila sul buon operato della clinica dopo che madre Antonieta Leon Coloma è stata inviata a dirigere l’Hogar Santa Maria de Jesus a Mazatenango.Quotidianamente vi sono dalle 30 alle 50 persone che si presentano per essere visitate o per eseguire un esame. Non vi è alcun tipo di strumentazione, tanto meno apparecchi elettrocardiografici o per una radiografia. Ma si fa tutto quel che si può per aiutare le persone a star meglio e nella piccola farmacia inglobata vi sono farmaci che vengono venduti ad un prezzo appena superiore a quello di acquisto. E’ facile allora rendersi conto di quanto importante sia questa struttura in un contesto dove a farla da padrone sono l’isolamento geografico, l’ignoranza delle più elementari forme di cura e la totale non conoscenza delle fondamentali regole di igiene.Una volta alla settimana madre Roxana, che è infermiera, esegue i pap-test: una chance notevole per le donne del posto, anche se quasi sempre non possono poi curarsi adeguatamente. Danilo, il dottore,può infatti prescrivere e dare farmaci per far fronte ad eventuali infezioni. Ma di fronte a lesioni cancerose, purtroppo abbastanza frequenti, non può far altro che consigliare quelle visite specialistiche che vengono rimandate all’infinito per mancanza di denaro. Danilo è il classico medico “tuttologo”, costretto dalla necessità ad improvvisarsi oculista, ginecologo, chirurgo, persino psichiatra. Al suo fianco, costantemente, c’è madre Roxana la cui presenza ha un peso specifico assolutamente determinante, soprattutto a livello morale. E’ lei quasi sempre che aiuta le donne a vincere l’imbarazzo e la vergogna di mostrarsi a un medico. Ed è sempre lei a convincere i pazienti ad affidarsi a quella medicina moderna (almeno per quelle zone) verso cui c’è ancora molto scetticismo.

12 settembre 2010

FOTOS ENTREGA DE VIVERES AFECTADOS POR AGATHA (Fotografie della consegna dei pacchi di cibo e vestiti alle 15 famiglie colpite dell’uragano Agatha)

Carissimi amici e sostenitori,
ieri è terminato il viaggio di Luca Rossi in Guatemala.
Come sempre i viaggi non sono tutti uguali.
Come sempre c'è qualcosa di nuovo da raccontare, da condividere, da trasmettere.
In primo luogo perchè ci interessa sapere con notizie di prima mano cosa succede in Guatemala in realtà; sapere cosa accade, per testimonianza diretta, da chi va laggiù e vede, sperimenta coi proprii occhi la situazione di questo paese dell'America Centrale.
Inoltre diventa per noi un impegno morale tenere debitamente informati i nostri amici e sostenitori circa la destinazione dei fondi raccolti nelle campagne di solidarietà. Trasparenza e chiarezza sono il miglior biglietto da visita.
Come si puo' scorgere dalla immagini qui allegate le risorse economiche raccolte tra luglio e agosto scorso sono state impiegate per aiutare le famiglie dei 15 bambini iscritti al Liceo San Josè le cui famiglie hanno subito danni gravissimi dal passaggio dell'uragano 'Agatha'.
Alvaro Aguilar, nome ormai noto a tutti, ha provveduto con l'usuale correttezza a investire i fondi raccolti secondo i bisogni presentati dalle famiglie.
Nello specifico:
1500 euro sono stati utilizzati per l'accquisto di beni di prima necessità, soprattutto alimentari.
Una parte cosistente verrà investita per l'acquisto di mattoni, cemento e laterizi per consentire alle famiglie colpite di avviare la ricostruzione della loro casa.
La restante parte sarà impiegata per l'acquisto, tra Ottobre e Novembre, (cioè prima dell'inizio del nuovo anno scolastico che in Guatemala comincerà a Gennaio 2011) di materiale didattico e scolastico sempre a vantaggio dei bimbi di queste famiglie i quali - e questo era un punto irrinunciabile - devono essere messi nelle condizioni di continuare a frequentare il Liceo San Josè con la dovuta continuità curriculare.
Il gruppo di Ains, con cio', manifesta la propria soddisfazione per vedere realizzato un altro, gratificante, atto concreto di solidarietà.
L'attività prosegue....continuate a sostenerci....

giulia, elisa, andrea, emanuele, ruggero

11 settembre 1973

Ricordando il sanguinoso golpe militare in Cile - 11 settembre 1973

L’11 settembre è il giorno del golpe militare fascista in Cile, che introdusse una lunga epoca di sanguinosa dittatura delle forze della borghesia sul popolo cileno sotto la guida degli USA. Nell’11 settembre del 1973, guidate dalla giunta militare del generale Pinochet, le forze armate attaccarono un Cile impegnato nella battaglia per la costruzione di una società socialista. Nel 1970 era stato eletto legalmente al vertice dello Stato il Presidente Salvador Allende, quale candidato del Partito Socialista. Egli fu ucciso durante questo colpo di stato e con lui furono uccisi migliaia di cileni rivoluzionari e democratici appartenenti a diversi schieramenti politici.

Vogliamo ricordare questo giorno con le parole de "il giorno del falco" di Pippo Pollina

E venne il giorno del falco

una mattina di settembre,

spalancarono il giorno

ne squartarono il ventre

E venne scivolando a valle

alle porte di Santiago,

con gli artigli del fuoco

e con gli occhi del drago

E tua moglie, implorando

all'ambasciata in preda ai venti

"datemi un segno di speranza

in questo nido di serpenti"

E sul far della sera

spensero i fuochi nello stadio

"datemi un fiore per non morire

e una bandiera per morire"

E venne il giorno del falco

sotto l'artiglieria

dei traditori al soldo

di un padrone di polizia

E venne scivolando a valle

sulle piazze e sulla Moneda

mentre Victor cantava

vide il falco sulla preda

"Io non canto per cantar

né per aver una bella voce"

gridavi al popolo in catene

per alleviarne le pene

"Canto per la chitarra

che ha ragione e sentimento

"mentre le lame dei coltelli

sibilavano nel vento.

"Yo no canto por cantar

ni por tener buena voz

canto porque la guitarra

tiene sentido y razón."

11 settembre 2010

Hola compañeros!: notizie dal Guatemala (Buenas Nuevas parte settima)

domenica 5 settembre: al telefono da Mazatenango

Nadia: Ciao luca, il tempo com’è? Bello?
Luca: Ma, mica troppo…perché…oggi c’è il sole ma c’è stata una vera e propria tempesta che ha fatto due giorni interi con acqua, tantissima acqua…proprio a secchiate. Qui a Mazatenango non è piovuto tanto ma in altre parti del paese ha fatto danni con morti e strade interrotte.
Non mi aspettavo a livello climatico una situazione del genere.Veramente pesante.
Nadia: Stai mangiando o sei a dieta?
Luca: Si, sto mangiando anche se non ce la faccio a mangiare le uova e i fagioli alla mattina. Questa mattina…alle sei c’era l’avocado e altra verdura….non riesco…mi prendo il mio caffè e basta. Da Alvaro a El Rancho mangiavo di più….facevamo gli spaghetti….qui effettivamente a Mazatenango mangiamo poco…..chiaro che non è un mio problema, mi arrangio….sto qui ancora tre, quattro giorni poi vado via…per me non è un problema….le bambine mangiano tanti fagioli, uova e un po’ di patate e altra verdura….hanno dei polli regalati….la domenica vengono al centro i familiari di alcune bambine e portano del cibo …però durante la settimana è abbastanza dura
Nadia: Però Giulia e Ruggero mi dicono che Mazatenango è sempre accogliente, vero?
Luca: Si,si…adesso ci sono tantissime bambine piccole…ce ne sono tre di due anni e le altre hanno attorno ai quattro cinque anni
Nadia: Piccole!!!! Luca: Si, sono piccolissime con delle storie famigliari pesantissime
Nadia: Va bene, caro, ti passo Ruggero. Ciao Luca
Luca: Grazie Nadia, ciao Giulia
Ruggero: Pronto, ma li c’è ancora madre Antonietta?
Luca: si, ci sono tutte e due, madre Antonietta e la madre messicana che non ricordo come si chiama. La suora che prenderà il posto di madre Antonietta. Come dicevo a Nadia qui le bambine mangiano proprio poco: uova, verdura e fagioli…tutti i giorni…hanno dei polli regalati…però li tengono, li fanno durare…non mangiano carne tutti i giorni….solo una volta la settimana…
Ruggero: quante bambine ci sono in questo momento all’Hogar?
Luca: 37. Una è disabile…non è Filipita….un’altra. Non so se tu l’avevi vista. Poi ci sono tre bambine di due anni e poi ce ne sono tantissime intorno ai tre,quattro,cinque anni e poi le grandi.
Ruggero: quindi il problema grosso è il cibo…. Luca: si si, è l’alimentazione che è sempre scarsa. Si, fondamentalmente il problema è questo. Mangiano tre volte al giorno…la colazione è sempre a base di latte e caffè, fagioli, tortillas…a volte uova e verdura. All’una quando tornano dalla scuola mangiano qualche cosa in più e la sera quello che si è avanzato a pranzo. Tanta verdura, patate, carote….la cerne, in tre giorni che sono qui non l’ho ancora vista…..mi sembra un alimento abbastanza utile….poi so bene che la mancanza di fondi porta ad arrangiarsi per cui si mangia quello che si può comperare. Oggi è domenica e come tutte le domeniche vengono i familiari con del cibo che viene cucinato…per far passare una giornata diversa alle bambine…mangeranno qualche cosa in più….però durante la settimana c’è poco. Le bimbe vanno a scuola e va detto che le suore si stanno attivando per creare delle alternative. In settimana verranno delle persone per cercare di capire di attivare un forno per il pane perché vogliono creare una piccola attività commerciale per cui venderlo oltre che per il consumo delle bambine. Ruggero: Madre Antonietta quando se ne va dall’Hogar?
Luca: non lo so ancora. Ora sta facendo il passaggio delle consegne facendo vedere la struttura come è organizzata e come si svolgono le attività, però penso che se non è metà mese di settembre sarà la fine, non oltre. Mi ha detto che via da Mazatenango andrà da sua mamma alla capitale.
Ruggero: va bene luca, sta per finire la scheda…grazie delle informazioni…ci sentiamo martedì o mercoledì. Ciao e saluta tuttiLuca: ciao ciao




Dal Guatemala a Pavia


“Popolo maya vittima di un genocidio, ora dobbiamo resistere allo scempio delle multinazionali”

Rosalina Tuyuc Velazquez è una donna maya che vive a Chimaltenango, un paese dell’altipiano guatemalteco prostrato dalla guerra.
Faceva l’infermiera e nel giro di tre anni ha perso il padre e il marito, ritrovandosi a 29 anni vedova con due figli. Rosalina non si è arresa e, insieme ad altre donne vedove, ha fondato il Conavigua (Coordinamento Nazionale delle Vedove del Guatemala).
Negli anni questa sua leaderschip l’ha portata a ricoprire numerose cariche importanti, fino a diventare una delle sei donne elette al Parlamento e soprattutto un membro dell’equipe di Rigoberta Menchù nella lotta contro l’impunità presentando continue denunce per il genocidio commesso nei confronti dei popoli indigeni guatemaltechi.
A marzo di quest’anno Rosalina è stata in Italia – proprio per presentare queste denunce – e anche a Pavia, ospite della nostra associazione, dove ha incontrato il Vescovo e le associazioni di volontariato al Centro Servizi Volontariato. Al suo fianco Francisco Velasco Marroquin, anche lui in prima linea nella Resistenza del popolo indigeno, presidente del Parlamento Ixil, che rappresenta appunto il popolo: senza poteri decisionali ma quantomeno oggi riconosciuto.
Anche Francisco ha avuto la sua famiglia distrutta dalla guerra, ha infatti perso dodici dei sedici componenti complessivi.
“Quello che vogliamo dire al mondo è di non lasciarsi ingannare – sostengono i due esponenti – gli accordi di Pace firmati il 29 dicembre 1996 sono rimasti sulla carta. Le promesse non sono state mantenute né dai governi precedenti né da quello attuale. Noi chiediamo giustizia e il risarcimento dei danni materiali e morali conseguenti a vent’anni di conflitto”.
Vent’anni di orribili crudeltà e torture perpetrate soprattutto a donne e bambini.
“I giovani vogliono un futuro di pace, ma chiedono anche giustizia – spiega Rosalina – i miei figli vogliono sapere perché papà un giorno è sparito e mai più tornato, di che cosa fu ritenuto colpevole e perché nessuno ha mai processato gli autori dei delitti”.
Ed ora Rosalina e Francisco devono continuare nella loro resistenza contro qualcosa di estremamente insidioso e ambiguo: lo sfruttamento del territorio da parte delle multinazionali di tutto il mondo.
“Abbiamo la sopravvivenza da garantire ai nostri figli – sottolineano – sia ambientale che lavorativa. Non abbiamo ceduto prima e non cederemo certo adesso”.


Daniela Scherrer-il ticino

9 settembre 2010

Queridos amigos…email dal Guatemala di Alvaro Aguilar Aldana

Queridos Amigos,
Le notizie diffuse dai giornali del mio paese raccontano che solo la pioggia dello scorso fine settimana ha danneggiato 15 mila 468 ettari di coltivazioni in 15 dipartimenti. Coltivazioni soprattutto di mais e fagioli con una perdita quantificabile dal Ministero dell’Agricoltura attorno ai 55 milioni quetzales (6,88 millones de dólares). Tantissimi soldi persi che buttano in una situazione di povertà tantissime famiglie già povere infatti sempre i giornali parlano che 30.134 famiglie impegnate in tali colture sono state colpite.
La speranza è che cessi la pioggia al più presto per poter riprendere a ricostruire e sperare.
Un affettuoso saluto a tutti

Alvaro

Hola compañeros!: notizie dal Guatemala (Buenas Nuevas parte sesta)

mercoledì, 1 settembre 2010:
la telefonata

Luca: pronto?
Ruggero: pronto, ciao
Luca. Pronto?
Ruggero: pronto, mi senti?
Luca: ciao Ruggero
Ruggero: ciao, come va?
Luca: si, io ti sento bene….
Ruggero: come va?
Luca: si, si bene. Adesso siamo in capitale e stiamo cercando di recuperare una suora…tutto bene…non ci sono problemi. Tra poco arriviamo a Mazatenango.
Ruggero: bene
Luca: sono con don Arturo, l’autista di fiducia e…tutto bene, tutto a posto. Siamo partiti presto questa mattina perché c’è sempre traffico
Ruggero: senti, allora raccontami come è andata a El Rancho
Luca: pronto?
Ruggero: pronto, mi senti?
Luca: si, ti sento
Giulia: ciao Luca
Luca: chi è? Giulia? Ciao
Giulia: ciao Luca
Ruggero: dai, raccontami de El Rancho…ho letto la mail che hai mandato questa notte…che ho messo sul blog di ains

Luca: la situazione non è delle migliori perché anche oggi sta piovendo parecchio e la terra non assorbe più niente non essendoci fognature e quindi sta facendo disastri sulle strade. La strada per Camotan, quella che poi porta a Colmenas, l’aldea dove abbiamo fatto l’ultima giornata di salute è distrutta. Molto probabilmente verrà aperto un passaggio a senso unico per poter raggiungere la comunità….per ora è chiusa. La situazione è tutt’altro che rosea. La gente ha paura a El Rancho e nelle aldee che abbiamo visitato…ha paura appena scende un poco di pioggia e cosa strana per El Rancho piove molto, soprattutto di sera. Il rio Motagua che passa da El Rancho corre veramente veloce. Continua a piovere e c’è il rischio che El Rancho si ritrovi separato dal resto del mondo. L’unico ponte rimasto in piedi è in cemento…dovrebbe resistere se la corrente non è troppo forte però il ricordo del rio Motagua in piena fa ancora paura.
Ruggero: li a El Rancho come è la situazione? Hanno iniziato a ricostruire?
Luca: si, hanno cominciato ricostruendo le case in legno, le case distrutte. La gente che viveva vicino al rio Motagua si è spostata e ha ricostruito le proprie case in legno…se prima alcune erano in blocchi di cemento ora sono in legno. La situazione è peggiorata…se prima avevano qualche cosa adesso non hanno più niente quindi la situazione non è bella, tutt’altro. Si sta cercando di capire come sarà questo mese…la situazione piogge….qui scende molta acqua e tra ottobre e novembre dovrebbe smettere di piovere…per poter capire cosa fare occorrerebbe che smettesse di piovere. La gente è spaventata, ha paura e la notte non dorme. Oltretutto piove sempre alla sera. A El Rancho piove alla sera….comincia a piovere in genere dalle cinque e mezza sei….magari non tutti i giorni però due tre giorni alla settimana piove.

Ruggero: i bambini a scuola come li hai trovati?
Luca: i bambini a scuola li ho trovati bene…non tutti vanno, soprattutto quelli le cui famiglie hanno avuto tutto distrutto dall’inondazione. Le suore stanno avendo dei problemi con alcuni bambini che o non vanno a scuola o magari vanno due giorni si e tre no perché stanno a casa ad aiutare. Quelli le cui famiglie non sono state danneggiate dalla tormenta vanno regolarmente.
Ruggero: scusami Luca, raccontami brevemente la situazione che hai trovato nelle aldee durante le giornate di salute.
Luca: le giornate di salute, in sostanza, ci hanno detto di aver trovato pesanti situazioni di denutrizione e di infezioni batteriologice…questo è quello che mi dicevano i dottori…così dicevano loro. Io non sono medico per cui ti dico quello che mi dicevano loro. Non so dirti con precisione come possano dire….parlare di infezioni batteriologice non avendo la possibilità di fare esami del sangue…..molte infezioni respiratorie. I medici mi dicevano che i polmoni dei bambini sono messi molto male. I medici consigliano per meglio comprendere meglio la situazione sanitaria dei bambini l’esecuzione di esami del sangue, difficili da fare, e poi…comunque ho scritto tutto e al ritorno ti saprò dire meglio….
Ruggero. Mi dicevi che tantissimi bambini camminano a piedi scalzi…
Luca: si, a piedi nudi…il terreno è sporco, pieno di pozzanghere…sporche perché ci camminano dentro anche gli animali….questo porta infezioni perché camminando a piedi nudi c’è il rischio di lesioni e di infezioni. Camminando a piedi nudi si tagliano e poi vanno nelle cascatelle che si trovano tra le montagne e c’è il rischio di infezioni. Hanno distribuito medicinali assolutamente generici…vitamine e antibiotici generici per le problematiche generali perché non avendo la possibilità di fare esami del sangue la scelta è fatta scegliendo farmaci generici. I prezzi dei farmaci sono alti e dove vengono comperati il costo è molto elevato per cui le giornate di salute costano molto…..Alvaro mi ha parlato di cifre attorno ai 500 euro a giornata. Comunque ti manderà una mail con tutto il dettaglio….

Ruggero: quanti giorni ti fermi a Mazatenango dalle bambine?
Luca: a Mazatenango mi fermo sicuramente fino a mercoledì. Domenica 5 settembre chiamo Chiara, la cooperante che vive a città del Guatemala e se Chiara giovedì è libera tutto il giorno, parto mercoledì mattina da Mazatenango e sto alla capitale da mercoledì pomeriggio in maniera tale da rimanere con lei tutto il giovedì. Se invece Chiara non è in capitale parto da Mazatenango giovedì mattina.
Ruggero: torni sabato o domenica in Italia?
Luca: rientro sabato perché ho l’aereo venerdi alle cinque del pomeriggio e sono in Italia sabato alle sei del pomeriggio a Malpensa.
Ruggero: Luca, ti salutiamo perché sta scadendo la scheda telefonica. Ti saluta Giulia ed Emanuele. Ciao Luca.
Luca: Ciao,ciao a tutti

6 settembre 2010

Volontariato in festa, c’è il programma

San Martino, appuntamento il 19 al centro sportivo con le associazioni

SAN MARTINO. Approvato il programma di massima della festa del volontariato del 19 settembre che coinvolgerà tutte le associazioni del territorio. L’iniziativa dell’assessorato alla protezione civile è stata presentata da tempo alla consulta comunale delle associazioni di aggregazione sociale. A collaborare attivamente saranno l’associazione italiana di nursing sociale Ains, Incontramondi, Il melograno, L’astrolabio e il gruppo sportivo di San Martino. Ora resta solo da capire quale potrà essere nel concreto il contributo dell’amministrazione comunale nell’organizzazione dell’evento. La giornata dedicata ai volontari attivi sul territorio si svolgerà a partire dalle 11 al centro sportivo Pallavicini di piazzetta San Crispino. In primis ci saranno le esercitazioni dei cinofili e della Protezione civile, mentre nella sala ristoro sarà allestita una mostra fotografica sui diritti umani a cura di Ains e Incontramondi. Nel pomeriggio gli adolescenti potranno imparare la sicurezza direttamente nel villaggio dei pompieri, a “Pompieropoli”. E a seguire ci sarannole esercitazioni di Croce Rossa, e cinofili. Infine alle 18.30 la Zanzacup, premiazione del torneo di ciclocross per ragazzi del G.S. San Martino. Per tutta la giornata ci saranno poi stand espositivi e laboratori organizzati dalle associazioni.

(anna ghezzi, la provincia pavese-6 settembre 2010)

Guatemala: almeno 42 i morti a causa di maltempo e frane

A quattro mesi dal passaggio della tempesta tropicale Agatha, che provocò la morte di 165 persone, il Guatemala è precipitato in un nuovo incubo. Una valanga di fango ha travolto sabato un centinaio di persone che stavano cercando di portare in salvo i passeggeri di un autobus rimasto intrappolato per una frana precedente. L'ultimo bilancio fornito dalle autorità locali è di 38 morti, 23 dispersi: ma oltre 40.000 cittadini sono rimasti coinvolti ed hanno subito conseguenze più o meno gravi. «È una tragedia nazionale. Ci sono stati danni comparabili a quelli di Agatha», ha dichiarato ieri il presidente Alvaro Colom, facendo riferimento alla tempesta tropicale del mese di maggio. Il capo dello stato ha decretato lo stato d'emergenza poiché il paese «non ha fondi per far fronte a un'altra catastrofe come quella di Agatha». Secondo Colom, servirà almeno mezzo miliardo di dollari per affrontare la situazione. I lavori di ricerca di una ventina di persone, che sarebbero sepolte sotto il fango, si sono interrotte a causa della pioggia, che è tornata a battere su tutto il territorio. Troppo elevati, secondo i soccorritori, i rischi di nuove frane e smottamenti. «L'area non è sicura. È possibile che si producano nuove frane sulla collina», ha confermato Mario Cruz, portavoce dei volontari dei vigili del fuoco.

l'Unità del 06 settembre 2010

5 settembre 2010

Centroamerica, frane e piogge torrenziali: 37 morti, 3000 evacuati

Le inondazioni hanno causato frane e il crollo di alcuni ponti.


Le piogge non si fermano in centroamerica. Il numero di sfollati per le pioggie di agosto ha già superato le 30.000 persone.
Almeno cinque persone sono morte in Honduras durante il fine settimana per una frana a Tegucigalpa. Le autorità del Guatemala hanno comunicato la morte di due minori a casusa di uno smottamento nel dipartimento di Alta Verapez. Secondo l'agenzia spagnola Efe le vittime del maltempo nel mese di agosto sono 37,di cui 23 solo in Nicaragua. Domenica il ponte Motagua che collega Guatemala e Honduras ha ceduto per colpa delle inondazioni, tagliando un'importante via di collegamento e lasciando senza comunicazioni 28 villaggi. Un secondo ponte nel dipartimento guatemalteco di Quichè non ha retto alla violenza dell'acqua.
Le autorità della Protezione Civile del Nicaragua stanno predisponendo l'evacuazione di almeno 3000 persone.Sono più di 30.000 gli sfollati dalle piogge torrenziali. Gli esperti spiegano che le precipitazioni non tenderanno a diminuire per colpa del fenomeno atmosferico conosciuto come la Niña, un raffreddamento delle correnti dell'Oceano Pacifico centro-orientale che ha reso più frequenti fenomeni naturali come questi. L'intera regione è stata investita anche dalle tormente tropicali 'Agatha' e 'Frank' all'inizio dell'estate. La tempesta tropicale Agatha ha causato più di 180 vittime e 65.000 sfollati. Uno dei fattori che contribuisce a perdite ingenti di vite umane è l'antropizzazione di zone ad alta vulnerabilità ambientale, oltre alla deforestazione.

Il rapporto della Banca Mondiale sulla riduzione del rischio dei disastri naturali, spiega come sia la popolazione con minori risorse quella a essere più colpita da eventi climatici estremi, anche a causa della precarietà delle condizioni abitative.
Spesso inoltre, i governi locali non sono in grado di garantire condizioni minime di sicurezza o di agire concretamente sulla prevenzione.

(notizia tratta dal sito internet Peacereporter: http://it.peacereporter.net/articolo/23839/Centroamerica%2C+frane+e+piogge+torrenziali%3A+37+morti%2C+3000+evacuati)


Ains, inviati i fondi in Guatemala


SAN MARTINO. Piccole e piccolissime donazioni, persino uno studente che per il suo diciottesimo ha voluto devolvere i suoi regali per la causa del Guatemala devastato dalle inondazioni. Così, a piccoli passi, l’Associazione italiana di nursery sociale Ains è riuscita a raggiungere e superare i 10mila euro per il fondo di solidarietà lanciato dopo l’uragano: e i contributi continuano, ora si è arrivati a oltre 10.700 euro. «Una prima tranche di 4.500 euro sono stati impiegati per contribuire a soddisfare i bisogni e le necessità delle famiglie dei 15 bimbi iscritti al Liceo San José», spiega il presidente Ruggero Rizzini.


(anna ghezzi, la provincia pavese-4 settembre 2010)

3 settembre 2010

Hola compañeros!: notizie dal Guatemala (Buenas Nuevas parte quinta)

Ieri abbiamo effettuato la distribuzione di cibo e materiale detergente alle famiglie colpite dall'uragano Agatha, acquistate con la straordinaria generosità di centinaia di persone che hanno prontamente risposto alla richiesta di Ains.
La distribuzione è stata suddivisa in due tempi: al mattino le famiglie dei bambini sostenuti da Ains (15 famiglie) e nel pomeriggio le restanti 35 famiglie che hanno perso la casa.
Mi preme precisare che l'aiuto è stato dato a queste 50 famiglie perchè sono quelle che hanno subito i danni peggiori, ovvero la perdita della casa con tutto ciò che avevano dentro (vestiti, scarpe, letti, pentolame, ecc...) ma questo non significa che le necessità sono circoscrivibili solo a loro, tutt'altro! Anche chi non ha perso la casa ha subito gravi danni però si il personale locale si è trovato costretto (con immenso dolore, credetemi) ad effettuare una scelta e, ovviamente, si sono dirette le attenzioni verso la popolazione in condizioni peggiori.
Alcune di queste donne (rappresentanti la maggior parte delle persone presenti) ha parlato con gli occhi umidi, ma ha voluto raccontare quella notte e i momenti successivi.
La voce tremante raccontava più di mille parole il terrore passato, ma traspariva anche un grande orgoglio, una voglia di ricominciare e crescere più forti di prima.
Tutte hanno però evidenziato che senza l'aiuto sia di Alvaro grande punto di riferimento locale sia dei donatori, nulla avrebbe potuto dare la forza di iniziare una nuova vita, perchè di questo si tratta.Il governo si è presentato alla porta ricco di buone intenzioni ma li ha lasciati soli e se non fosse stato per i soldi raccolti (ovviamente pochi in relazione a quanto sia necessario, ma ugualmente importanti) non tutti sarebbero riusciti a vedere la luce in quel profondo tunnel nel quali sono stati bruscamente cacciati.Spero che il video che ho girato possa dare il senso di ciò che mi hanno raccontato, per me è stata un'esperienza fortissima che ha fortificato il valore della vita, della consapevolezza del presente e della certezza che solo unendo le proprie forze si affrontato le montagne più alte, dure ed impervie.Questa è la mia ultima sera qui al Rancho, domani mi trasferisco a Mazate, ma le parole di queste famiglie, gli occhi di queste donne e le manine di questi piccoli bimbi non li dimenticherò certo facilmente.


Buona notte
Luca

Hola compañeros!: notizie dal Guatemala (Buenas nuevas parte quarta)


Hola compañeros!!!

Ho terminato ora la distribuzione del materiale acquistato per aiutare le persone colpite da Agatha.
Ho scoperto storie di paura e terrore che tutt'ora sono presenti, ma il tutto viene vissuto con grande dignità, orgoglio e speranza per il futuro.
Ho ripreso tutto con la camera sperò che renda al meglio.

ciao

Luca

Hola compañeros!: notizie dal Guatemala (Buenas nuevas parte terza)

Oggi vorrei raccontarvi ciò che è accaduto lunedi.
La mattina siamo andati per una normale attività di controllo in una comunità a circa un paio d'ore da El Rancho ma al ritorno ci siamo imbattuti in una brutta sorpresa.
Già dalla cima della montagna vedevamo nubi basse e decisamente scure cariche di pioggia ma mai e poi mai avrei pensato ad una cosa simile.
Giunti in pianura l'autista ha frettolosamente coperto il cassone del pick up dove ci trovavamo con un apposito telo, giusto in tempo per evitare di essere completamente travolti dalla pioggia.
Una situazione spaventosa, l'acqua cadeva a secchiate ed ha proseguito cosi per circa due ore impedendoci di rientrare in ufficio e costringendoci a sostare nella casa di un conoscente di Alvaro.
Le strade erano un fiume in piena, c'era una spanna d'acqua e i tuc tuc non riuscivano a superare i dossi rallentatori perchè scivolavano pericolosamente.
Gli stessi abitanti hanno sottolineato come nemmeno la notte della tormenta Agatha ci fosse una pioggia cosi forte.
Fortunatamente dopo circa 2 ore tutto terminò e, almeno qui a El Rancho, non ci sono stati particolari danni.
Ho saputo però che in altri luoghi del Guatemala ci sono stati enormi danni e sono decedute diverse persone.
Ho cercato di comprendere quali similitudini ci potessero essere con l'uragano, ma apparentemente i fenomeni sono differenti perchè con Agatha la pioggia era meno forte ma durò diversi giorni senza dare tregua.
Ascoltando poi i racconti delle famiglie che hanno perso tutto si può comunque comprendere e leggere nei loro occhi la paura e il terrore per ciò che hanno vissuto.
Un grosso spavento anche per me.




Hasta pronto compañeros!!!
Luca

Il turismo della povertà fa male alla mia Africa

di kennedy Odede
pubblicato su la Repubblica di giovedì 12 agosto 2010



Il turismo negli slum risale a molto tempo fa: alla fine dell’ottocento la fila dei newyorchesi benestanti, interessati a vedere “come viveva l’altra metà”, si snodava lungo Bowery Sreet e in tutto il Lower East Side. Tuttavia l’occasione e la pretesa di osservare la povertà in diretta, con i propri occhi, non sono mai state maggiori rispetto ad adesso.
Nel mondo in via di sviluppo le popolazioni delle grandi città aumentano costantemente a ritmo vorticoso. I luoghi che vanno alla grande sono Rio de Janeiro, Mumbai – grazie al fim Slumdog Millionaire, film del 2008 che ha dato il via a migliaia di visite guidate – e Kibera, il ghetto di Nairobi nel quale sono nato, forse il più grande di tutta l’Africa.
Il turismo nei bassifondi ha i suoi sostenitori, secondo i quali esso promuove la consapevolezza sociale, portandovi soldi che contribuiscono all’economia locale.
Secondo me non ne vale la pena: il turismo nei bassifondi trasforma la povertà in intrattenimento, in qualcosa che si può sperimentare provvisoriamente per poi fuggire. La gente crede di aver “visto” davvero qualcosa, ma poi ritorna alla propria vita, lasciando me, la mia famiglia e la mia comunità esattamente dove e come eravamo.
Avevo sedici anni quando ho visto per la prima volta uno “slum tour”; mi trovavo all’esterno della mia casa di 9,5 metri quadri a lavare i piatti, e fissavo ogni singolo utensile con vivo desiderio, perché erano due giorni che non toccavo cibo. All’improvviso una signora bianca mi ha scattato una fotografia. Mi sono sentito come una tigre in gabbia. Prima che potessi dire qualcosa, se ne era già andata.
A diciotto anni ho fondato un’organizzazione che fornisce ai residenti di Kibera servizi scolastici, sanitari ed economici. Una regista greca di documentari mi ha voluto intervistare sul mio lavoro. Mentre passeggiavamo per le strade dello slum, siamo passati accanto a un vecchio che stava defecando in pubblico. La donna ha estratto la videocamera e ha detto al suo operatore: “ Oh, guarda quello “. Per una frazione di secondo ho visto la mia casa con i suoi occhi: feci, topi, denutrizione, baracche così vicine le une alle altre che pareva impossibile respirare. Mi sono reso conto che non desideravo che lei vedesse niente del genere. Non volevo darle l’occasione di giudicare la mia comunità dalla sua povertà, condizione che pochi turisti – a prescindere dalle loro buone intenzioni – sono in grado di capire davvero.
Altri abitanti di Kibera la pensano diversamente.
Un mio ex compagno di studi ha avviato un’attività turistica.
Una volta l’ho visto accompagnare un gruppetto di turisti nella casa di una giovane donna che stava partorendo. Se ne stavano sulla soglia, e la osservavano mentre lei urlava. Dopo poco il gruppo è ripartito, con le macchine fotografiche piene di immagini di una donna sofferente. Che cosa possono aver appreso da una simile esperienza? E quella donna, avrà guadagnato qualcosa dalla loro visita?
Molti stranieri visitano gli slum nel tentativo di capire che cosa sia la povertà, e ripartono con quella che credono essere un’idea migliore delle nostre miserabili condizioni. La speranza di visitatori e organizzatori di giri turistici nei bassifondi è che un’esperienza simile spinga i turisti, una volta tornati a casa, a passare all’azione, a prendere iniziative in merito.
Purtroppo è altrettanto plausibile che un giro turistico nei bassifondi non porti proprio a nulla. Dopo tutto, osservare le condizioni di vita di coloro che vivono a Kibera è scioccante, e immagino che molti visitatori pensino che possa già essere sufficiente rendere testimonianza di una simile miseria. I visitatori, del resto, non interagiscono veramente con noi. A parte qualche occasionale commento, non vi è alcun dialogo, non c’è conversazione. Il turismo nei bassifondi è una strada a senso unico: loro scattano fotografie, noi perdiamo un pezzo della nostra dignità.
I ghetti non spariranno soltanto perché alcune decine di americani o di europei trascorrono una mattina a girovagare a piedi. Le soluzioni per i nostri problemi esistono, ma non arriveranno sotto forma di visite guidate.

Hola compañeros!: notizie dal Guatemala (Buenas nuevas parte seconda)

Hola compañeros,
vi scrivo quelle che sono le mie considerazioni su due punti importanti.
Primo punto: Giornate della salute
Ho avuto la possibilitá di parlare con i dottori (ma non ho potuto fare un'intervista video come avrei voluto) e mi hanno evidenziato i problemi maggiori:
- la denutrizione si presenta in un numero considerevole di bambini
- i problemi respiratori sono altrettanto gravi
- gravi infezioni dovute a batteri presenti nell'acqua (sia perché la bevono sia perché camminano a piedi scalzi)
- enormi problemi culturali che portano alla mancata corretta assunzione di medicinali (ci sono ancora persone che non sanno leggere di conseguenza sia la ricetta medica che il tagliando espositivo risulta inutile)
Queste sono alcune delle problematiche, per lo meno le maggiori, perché ce ne sarebbero anche tante altre.
Cosa poter fare di piú?
Partiamo dall'idea che fare piú Giornate della Salute sarebbe la soluzione migliore poiché per alcune di queste persone si trattava del primo incontro con un medico.
Ma sono decisamente costose.
I dottori hanno evidenziato come gli esami del sangue permetterebbero di essere molto piú precisi ed avere una conoscenza migliore delle patologie.
In secondo luogo sarebbe decisamente opportuno organizzare anche corsi di educazione all'igiene e alla salute (anche banalmente come lavarsi le mani).
A latere di queste basilari e fondamentali necessitá sarebbero opportune visite specifiche come esami della vista o dermatologici.
Secondo punto: il centro nutrizionale
Alvaro é fortemente assorbito da questo progetto tant'é che, un giorno, pensa di lasciare C.F.C.A. per dedicarcisi a tempo pieno.
Ne abbiamo parlato intensamente oggi (e piú tardi incontreró anche l'impresa edile che andrá a costruirlo per capirne i costi) e ha confermato la mia idea, ovvero non vuole limitarsi ad una semplice "mensa per i poveri" (concedetemi questa frase), bensi vuole essere qualcosa di molto piú corposo che prevede: una farmacia, un ambulatorio medico, la presenza di un agronomo, un salone per le riunioni ed un piccolo negozietto.
La farmacia ed il negozio dovrebbero rappresentare strumenti di sostentamento del centro.
L'obiettivo primario del centro é la prevenzione nonché la cura di bambini denutriti ed a tal motivo prevede, con il passare del tempo, la creazione al piano superiore di una sorta di ospedale (di piccole dimensioni ovviamente) dove ricoverare i casi gravi.
Per questa ragione Alvaro pensa che:
- sia indispensabile la presenza di un medico che si occupi sia della gestione dell'ambulatorio sia delle giornate della salute nelle diverse aldee.
A tal proposito mi ha detto di dover incontrare un medico cubano al quale proporre questo tipo di attivitá;
- sia fondamentale la disponibilitá di un agronomo/nutrizionista che possa formare le persone residenti nelle diverse aldee indirizzandole verso una coltivazione specifica e sulla base dei prodotti ottenuti elaborare una particolare dieta per combattere la denutrizione.
Questo rappresenta l'obiettivo principale, al quale vuole poi aggiungere anche la distribuzione di pasti (dovrebbero essere almeno due al giorno) per le persone anziane in grado di muoversi ed arrivare al centro.
Mi ha poi detto di voler creare questo centro anche per dare la possibilitá ad Ains di disporre di una sede propria senza dipendere da altri.
Effettuando brevi considerazioni personali mi pare superfluo evienziare come questo sia un progetto molto grande sia per l'impegno economico sia per l'impegno materiale del personale. Economicamente le necessitá vanno ben oltre i 30,000 euro che si dicevano, mi ha parlato di circa 1,5 milioni di quetzales (circa 150 mila euro) ai quali ovviamente vanno poi aggiunti i costi del personale e del mezzo per spostarsi.
Ovviamente mi ha evidenziato come non debba essere tutto a carico di Ains, perché c'é anche la loro associazione locale che si sta adoperando per la raccolta fondi e sembra stia coinvolgendo anche un'associazione spagnola (peró questo é da capire bene).
Uno dei dubbi che gli ho esposto riguarda la dimensione del centro in quanto, avendo visto il terreno sul quale sorgerá, mi sembra alquanto esiguo peró mi ha assicurato che il tutto é stato fatto seguendo le normative obbligatorie.
Per quanto concerne la sede di Ains io valuterei attentamente se sia opportuno ospitare per i pernottamenti i volontari perché si trova un pochino fuori dal rancho ed é assolutamente necessaria la disponibilitá di un mezzo. Se invece lo si vuole utilizzare solo come ufficio nelle visite periodiche lo si puó fare.
Ora peró concludo, non ho potuto dirvi tutto poiché mi ci vorrebbero fiumi di parole, ma al rientro vi spiego bene.
Appena l'impresa fará un preventivo vi faró sapere.

Ciauuuuu

Ma la famiglia è davvero così “cattiva” come la descrivono?

di daniela Scherrer, Il Ticino


Quante volte, in questi ultimi tempi, abbiamo letto e sentito in tivù prospetti riassuntivi riguardo le tragedie familiari.
Uccide più la famiglia che mafia, camorra e 'ndrangheta messe insieme” è stato ripetuto a tambur battente.


Probabilmente i dati raccontano questo.

Ma alla fine – sarà anche un pensiero romantico – è bello pensare alla famiglia come a una istituzione sinonimo di amore, di affetto, di unità e certamente agli antipodi rispetto ad altri tipi di “famiglie” molto meno nobili.
Quel che è sicuramente vero è che oggi la mancanza di relazione sta portando danno grave a tutte le categorie di persone: figli parcheggiati, giovani in crisi esistenziale, adulti stressati e perennemente di corsa, anziani soli e abbandonati. In questo contesto societario a farne le spese è la famiglia, che spesso assomma tutte le suddette componenti, e che viene poco sostenuta.
E quando alle difficoltà quotidiane si vengono ad aggiungere altre problematicità allora il quadretto familiare scoppia perché di spazio p
er reggere agli urti della vita non se ne trova più.
Che fare allora? Occorre innanzitutto una maggiore attenzione da parte di tutti, a cominciare da noi, al vicino, alle sue difficoltà, alle sue solitudini. Quasi sempre quando, dopo una tragedia consumata in famiglia, ascoltiamo le interviste ai vicini di casa si sente dire “Sembravano una coppia felice”, oppure “Era una famiglia normale”. Salvo poi scoprire che dietro quella normalità apparente e superficiale si celavano tante richieste di aiuto silenziose e mai ascoltate. Quali sentimenti possono albergare nel cuore di una madre con due figli artistici se non la paura terribile del loro futuro in questa società dell’immagine e la solitudine nell’affrontare senza sostegni autentici la fatica di cercare di vivere una vita normale? Oppure che colpa si può dare a una madre di quattro figli che uccide l’ultima perché ha sentito delle voci che la invitavano a farlo quando da anni è in cura al Servizio di Igiene Mentale?Due esempi di violenza criminale sicuramente non comparabili tra di loro, ma che hanno un filo conduttore identico: la solitudine in cui versano le famiglie. E se quelle normali, a fatica, riescono a stringersi nell’amore reciproco e superare gli ostacoli, quelle problematiche non ce la possono fare da sole. E allora andiamo avanti a contare le vittime: gli angeli innocenti e gli autori dei crimini, spesso vittime a loro volta del silenzio colpevole della società.