"Gentile Signor Console…..”

Discorso al Console del Guatemala in Italia, Dott. Antonio Marinoni, pronunciato da Emanuele Chiodini la sera del 13 Novembre scorso.

In quell'occasione - nei locali della biblioteca comunale - è stato conferito un contributo di 3.000 euro alla nostra associazione da parte dell'Amministrazione Comunale di San Martino Siccomario, fondi destinati allo sviluppo di alcune comunità indigene guatemalteche seguite da Ains da diverso tempo.

Ecco il testo:
"Gentile Signor Console,a nome dell'associazione Ains onlus che qui stasera rappresento insieme ad altre due nostre amiche, non posso fare altro che ringraziare le autorità del Comune di San Martino Siccomario che si sono prodigate nei mesi scorsi per raccogliere i fondi che questa sera ci vengono consegnati.

Mi riferisco in particolare all'Amministrazione Comunale, alle istituzioni scolastiche locali, ai ragazzi alunni delle scuole, le loro insegnanti, i loro genitori, le famiglie, tutti i cittadini e le realtà associative che si sono impegnate affinché potesse essere raggiunto questo cospicuo obiettivo. Ringraziamo di cuore anche Lei signor Console per averci onorato della Sua presenza in questo momento celebrativo.

Mi corre l'obbligo ricordare, per un dovere di correttezza, che il presidente e responsabile legale delle attività dell'associazione Ains, Ruggero Rizzini, questa sera non è presente proprio per il fatto che in questi giorni si trova in Guatemala insieme ad altri nostri amici dell'associazione Cuore Clown.
Ecco il motivo della mia presenza qui stasera da semplice iscritto a questo gruppo associativo; così facendo rinnovo anche i suoi saluti e il suo personale gradimento verso la bontà di questa iniziativa.

Gentile Signor Console, questa fortuita coincidenza ci permette di illustrarLe brevemente alcuni perchè: perchè, innanzitutto Ruggero Rizzini si trova in Guatemala? Perchè uno dei nostri punti di forza, e lo poniamo in termini di trasparenza e credibilità, è quello di recarsi sul posto almeno due volte l’anno per verificare l'andamento nella realizzazione dei progetti. Ecco il motivo della sua assenza, ampiamente giustificata.

L'associazione Ains onlus compie quest'anno dieci anni di vita. Noi abbiamo specificato, nell'ultimo numero del nostro foglio-notizie, "dieci anni di ottimismo".

Progetti di solidarietà, dicevamo. Il nostro compito e i nostri sforzi vanno proprio in questa direzione.
Noi non siamo nè missionari, nè cooperanti. Siamo semplicemente un gruppo di persone, cittadini italiani, animate da una “dinamica del fare” che si riversa, per un particolare gioco di coincidenze, in un territorio dell'America Centrale denominato Guatemala.
Un piccolo gruppo di persone che cerca però concretezza. Infatti, possiamo sostenere, a ragione, che in questi anni tanti passi sono stati fatti. Le adozioni scolastiche (a distanza) assegnate presso il Liceo San Josè a El Rancho (Guastatoya) hanno raggiunto quota 126 unità e la prospettiva è quella di aumentare; il presidio medico-sanitario dell'omonima clinica in questo lasso di tempo è cresciuto notevolmente. In questo quadro di rinnovata solidarietà la nostra collaborazione con le suore della Congregazione della Carità di Maria Immacolata è cresciuta e si è trasformata in una bella e durevole amicizia. modo abbiamo acquisito e approfondito durante i nostri viaggi la collaborazione con l'organizzazione CFCA.
Proprio questo rapporto ci ha fatto conoscere alcune comunità indigene che necessitavano interventi di assistenza primaria e di aiuto. Seguiamo così anche progetti di emancipazione sociale, culturale, sanitaria e di istruzione primaria presso Las Colmenas, Tatutù, Aguahiel, comunità dislocate ai confini con l'Honduras.

Nel corso del tempo in queste comunità si sono realizzati i progetti per: la costruzione in laterizio di case a sostituzione delle precedenti e insalubri abitazioni di legno e paglia; la realizzazione di forni comunitari per la produzione di pane e generi di prima necessità; la messa a dimora e realizzazione di orti famigliari per addivenire ad una produzione più funzionale dei frutti della terra; l'inserimento di capi d'allevamento ovino grazie anche all'aiuto dei fondi ricevuti questa sera.
Nell'anno 2008 tale intervento appare un atto rivoluzionario. Questo perchè i capi di bestiame prima citati rappresentano una conquista importante: il latte prodotto costituisce la risorsa principale per sfamare i numerosi bambini e la presenza degli stessi animali costituirà nei prossimi mesi un principio di economia rurale. Si potranno produrre formaggi e con la riproduzione degli stessi capi verranno generati altri cuccioli vendibili e commerciabili nei mercati circostanti.
Dobbiamo riconoscere che, per i suoi aspetti di vita pratica, questo è stato uno dei progetti meglio assortiti e riusciti. Un progetto che continua con l'inserimento nelle comunità di altri ovini e di capi, questa volta avicoli, (galline e simili) sempre con la stessa finalizzazione. Infine un altro importante progetto di solidarietà è rivolto al sostegno di una Casa d'Accoglienza in Mazatenango sempre gestita dalle suore della Carità di Maria Immacolata; una casa che ospita bambine e ragazze vittime di abusi, violenze, disagi sociali dettati dallo stato di profonda povertà.
La crescita di questo luogo ci interessa in modo speciale e nel corso del 2009 concentreremo i nostri sforzi per ideare progetti e possibili soluzioni di aiuto verso questa interessante realtà. Proprio qui in questo luogo, Signor Console, ci scontriamo da vicino con la controversa situazione del Guatemala.

Certo, dire Guatemala, con l’immaginazione e aprendosi ad una visione esclusivamente geografica, affiorano alla mente le vestigia Maya, le bellissime foreste tropicali, i campi di mais, un ambiente da "Mille e una notte", i colori dei mercati, le variopinte etnie, una popolazione dalle mille caratteristiche.
Tutte virtù che segnano e vanno ad accreditare ancora oggi la grandezza di una civiltà e di una tradizione storico-culturale che affonda le radici nei millenni scorsi: quella della civiltà Maya e di tutto ciò di cui essa è stata portatrice almeno fino agli anni della conquista spagnola del XVI secolo.
Tutto ciò rappresenta un patrimonio indelebile per l’Umanità intera. Ma Guatemala oggi è dire anche, e scontrarsi, con una realtà profondamente povera: lo testimoniano i luoghi da noi visitati.Denutrizione e malnutrizione dei bambini, descolarizzazione dilagante, lavoro minorile diffuso, un quadro didiritti calpestati soprattutto verso il genere femminile, sacche di povertà elevata nelle periferie delle città e lungo le strade, aumento esponenziale della criminalità urbana.
Il tutto in un contesto istituzionale precario e visibilmente in difficoltà dopo gli anni recenti segnati dai lutti - ancora per certi versi inguaribili - causati da una guerra civile durata 36 anni e che ha caratterizzato in negativo la storia del Novecento di questo formidabile paese. Però, e mi avvio a concludere, anche questi dati hanno rafforzato in noi la volontà di proseguire sulla strada tracciata.

Noi abbiamo fatto nostra e ci serviamo di due motti che costituiscono la nostra filosofia, il nostro modo di pensare e agire: "dove c'è un bisogno, c'è un dovere" e "un altro mondo è possibile". Forse il tempo storico in cui stiamo vivendo pone delle serie difficoltà in termini di relazioni sociali, equilibri economici, ordini nuovi da costruire o immaginare per l'assetto politico del futuro del mondo.
Ma se guardiamo al lato positivo delle cose questo può diventare un tempo di sfide eccezionali. Ecco perchè agire a vantaggio del progresso sociale e servirsi del nobile strumento della solidarietà diventa una sfida, bella, da portare avanti.
Anche in mezzo a tante difficoltà, avversità o problemi. Ed è con questo spirito, Signor Console, da questo angolo d'Occidente, dall'Italia, da San Martino Siccomario, - tenendo sempre davanti a noi un'ampiezza di vedute universali come finestra aperta sul mondo intero -, che noi questa sera rinnoviamo il nostro impegno e la nostra testimonianza d'amicizia verso il popolo della Repubblica del Guatemala".

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