Grazie a una Cooperativa ho ricominciato a vivere

Lorena, 47 anni, racconta il suo passato difficile e ringrazia la Cooperativa La Piracanta per l’aiuto ricevuto

di daniela Scherrer

Ha il coraggio e la voglia di tornare ad affrontare la vita che solo una madre può avere, quando tira fuori le unghie pensando al futuro dei propri figli.
Lorena Bendinelli, 47 anni, due figli, non abbassa lo sguardo nel parlare del suo passato, che ella stessa definisce “pesante”. Tossicodipendenza. Depressione. Un uomo al fianco che distrugge corpo e mente. Marchi che si imprimono a fuoco sulla pelle e soprattutto nel cuore. Che ti fanno alzare da un letto improvvisato, la mattina, con un solo pensiero: come arrivare alla fine della giornata. Fino al momento che ti rendi conto che hai toccato il fondo e che devi assolutamente cominciare a risalire la china perchè sei una madre.
Così Lorena ha trovato la forza di reagire alle intemperie della vita. Ha cercato di rialzarsi anche se, senza un diploma e con il famoso “marchio a fuoco”, bussare alle porte e sperare che si aprano è molto difficile.
Invece Lorena ha avuto la sua occasione e l’ha colta al volo: per lei si è aperta la porta della Cooperativa Sociale La Piracanta, di cui è presidente Alberto Moggi. Un portone, si può dire, più che una porta. Perchè all’interno della Cooperativa Lorena ha trovato non solo un lavoro part-time, che le consentisse di riconquistare almeno in parte quell’autonomia perduta, ma delle persone che l’hanno presa in carico globalmente e con amore. Una parola sconosciuta per Lorena.
Il suo “tutor”, in particolare, è Giulia Dezza, volontaria alla Cooperativa, con la quale Lorena è riuscita a instaurare un rapporto di amicizia e di grande fiducia. “Io non pensavo potessero esistere persone così –sorride Lorena- Giulia, insieme agli altri, si è occupata di me come persona a tutto tondo. Per la prima volta mi sono sentita capita, ho realizzato che potevo aprirmi e fidarmi di qualcuno. Che potevo tornare a sentirmi viva e considerata”.

Lorena lavora nel negozio della Cooperativa, in corso Garibaldi, che vende oggettistica prodotta da Cooperative che impiegano soggetti provenienti dal mondo del disagio.
E’ stata assunta nel giugno 2007, dopo un periodo di prova di sei mesi con borsa lavoro. Quattro ore per cinque giorni alla settimana. E la Cooperativa, che al momento non può permettersi un’assunzione a tempo pieno, la sta anche aiutando a trovare qualche altra piccola opportunità lavorativa per arrotondare.
Lorena ora è riuscita ad affittare un appartamento. E’ piccolo, ma per lei è un gioiello, anche perchè è qualcosa di suo. Il segno tangibile di una vita che ricomincia, partendo proprio da un tetto sicuro sopra la testa. E dalla consapevolezza che al suo fianco ci sono persone di cui potersi fidare. Che la ascoltano e la aiutano in questo percorso di risalita, duro ancora oggi ma molto meno scosceso di un tempo. Giulia aggiunge: “La Cooperativa ha fortemente voluto una donna per questo lavoro, perchè crediamo che per il sesso femminile sia ancora più difficile ricostruirsi una vita dopo un passato difficile. Al di là delle pulizie o della catena di montaggio non c’è nulla. Soprattutto quando devi districarti anche nella gestione dei figli. E siamo molto contenti di Lorena, che addirittura a volte, quando c’è bisogno, resta in negozio a fare la volontaria. Il nostro obiettivo è quello di renderla responsabile di questo negozio, in maniera tale che a sua volta potrà un giorno diventare lei stessa “tutor” di un’altra persona da reinserire”.
Lorena sorride. La prospettiva le piace particolarmente. “Sì- ammette- perchè è proprio tale prospettiva a dare un senso alla mia vita di oggi. Io ho sbagliato tanto e questa è la mia occasione di riscatto, che desidero sfruttare al massimo per aiutare altra gente a non sbagliare, e soffrire, tanto quanto me. Ora sento dentro di me una grossa carica. E’ bellissimo alzarsi dal letto la mattina sapendo finalmente che cosa fare. E ricominciare a fare progetti per il futuro”.

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