Grazie a Buone Notizie, settimanale del Corriere della Sera per averci dato spazio e grazie a Paola D'amico per la gentilezza e la professionalità.
Vent’anni di solidarietà in Guatemala sono veramente tanti per una piccola associazione come la nostra dove tutti sono volontari. Perché abbiamo scelto il Guatemala? Per caso. Galeotto è stato l’incontro tra noi, un gruppo di infermieri di Pavia che avevano voglia di pensare la loro professione non solo all’interno di un ospedale ma in contesti un po’ particolari in giro per il mondo, e un anziano prete operaio bresciano che ci diede fiducia e ci incoraggiò a partire dicendoci: «Non pensate di cambiare il Guatemala, perché nessuno lo può fare tranne, forse, chi ci vive. Andate, ricordando sempre di essere ospiti, per guardare, ascoltare, mangiare con loro». Fu un grandissimo insegnamento.

Ains onlus (Associazione Italiana Nursing Sociale, ainsonlus.blogspot.com) è nata nel 1998. Da allora continuiamo ad impegnarci cercando di realizzare, insieme a chi vive in Guatemala, micro-progetti sanitari, sociali ed educativi con pochi soldi a disposizione ma in maniera costante, perché il difficile è dare continuità ad un progetto nel tempo. Sono così trascorsi vent’anni di solidarietà andando due-tre volte all’anno, pagandoci il biglietto aereo, per incontrare i nostri referenti e controllare l’andamento dei progetti,  perché il denaro che ci viene donato non è nostro e bisogna spenderlo bene, non sprecarlo.

Da sei anni, esattamente dal 4 luglio 2012, abbiamo una postazione fissa in una baraccopoli, quella di Santa Gertrudis, a novanta chilometri dalla capitale Città del Guatemala. Dopo anni e anni a finanziare micro-progetti nel Paese abbiamo deciso di fermarci per far crescere un sogno insieme a chi vive in una condizione che non è assolutamente umana. Bisognava fare qualcosa.

Siamo partiti garantendo un pasto al giorno a 26 bambini che, nel tempo, sono diventati 40. Poi abbiamo iniziato a seguire anche 26 anziani, altra fascia fragile del paese, e abbiamo aperto una farmacia popolare, perché le medicine costano troppo. E ancora abbiamo aperto un ambulatorio medico-infermieristico andando nelle case delle persone e garantendo assistenza domiciliare. Abbiamo intrapreso percorsi di dopo-scuola con i bambini per ridurre il tempo di permanenza nella strada e di contatto con tutti i suoi rischi: violenza, prostituzione, droga.

Per fare tutto questo abbiamo assunto chi potesse garantirci continuità lavorando quotidianamente con queste fragilità e abbiamo scelto solo donne. In un paese «machista» come il Guatemala non è poca cosa. Il vantaggio di aiutare le persone a casa loro permette di conoscere le effettive povertà e i bisogni. Una sola cosa abbiamo chiesto all’associazione «Moises Lira Serafin» che è la nostra partner progettuale in loco: evitare l’assistenzialismo che non porta a nulla.

Alla fine dello scorso ottobre siamo stati in Guatemala per incontrare le amiche del «Comedor Infantil-Casa 4 luglio» e per seguire un progetto a cui teniamo molto: portare musica di qualità ed emozioni tramite la chitarra del compositore pavese Massimiliano Alloisio. Abbiamo fatto tappa nella Baraccopoli di Santa Gertrudis, in una comunità in montagna dove un gruppo di donne produce shampoo e saponi, tra gli studenti dell’Università PanAmericana e tra i bimbi del Comedor. La bellezza della musica è un diritto di tutti e noi lo vogliamo ricordare.

* Ruggero Rizzini, volontario Ains onlus in collaborazione con Giulia Dezza, Elisa Moretti, Renza Sacchi, Andrea Bellingeri

Commenti

Post più popolari