Risveglio a El Rancho...notizie dal Guatemala

Martedì 15 marzo 2011,16:44
da:"Emanuele.chiodini"
a:ruggerorizzini@yahoo.it,mo.di@libero.it,abellingeri@venus.it,giulia.d65@libero.it

Carissime amiche ed amici,
ieri sera verso le otto sono arrivato a El Rancho.
Stanchissimo.
E' stato un viaggio molto lungo e abbastanza faticoso.
Nulla da segnalare circa il viaggio in se', ma un piccolo ritardo dell'aereo da Milano e un leggero anticipo dell'imbarco per Guatemala, hanno fatto si' che dovessi correre speditamente da un terminal all'altro dell'immenso "Barajas" della capitale iberica.
Preso l'aereo, per la consueta traversata oceanica ... letteralmete per la coda,...eccomi qua.
Il viaggio sull'Oceano e' durato ben 12 ore, forse a causa di qualche fastidiosa corrente avversa alla normale rotta e l'atterraggio nella capitale e' avvenuto verso le 18 con 1 ora e mezza di ritardo sulla tabella normale.
Per la prima volta in cinque anni l'aereo per Guatemala aveva circa 70 posti vuoti.
Anche questo fatto un effetto speciale della crisi economica che sta attraversando il mondo in questi anni.
Come sempre varia umanita' incrociata tra i sedili: tra i tanti, turisti francesi e belgi, tre giovanissime e simpatiche ragazze guatemalteche dell'ufficio turistico della capitale di ritorno da Berlino, e tante donne salvadoregne di ritorno dall'Italia perche' ormai senza lavoro.
Si torna in Salvador alla cieca, piu' impoveriti, senza piu' lavoro, e in Italia, in Europa non si torna piu'.
Per ora- Anche un viaggio in aereo con rotta verso sud serve per capire cosa sta succedendo in questo tempo incerto e difficile.
L'alba a El Rancho mi ha accolto con un concerto di suoni e colori.
Tra il silenzio composto delle prime ore del mattino, ha spiccato la solita sinfonia dei galli, cantanti melodie ripetute da un pollaio all'altro in una rincorsa senza fine e in un' eco di voci dal tono differente.
Gli uccelli notturni hanno fatto la loro parte, e i passeri, - qui delle dimensioni dei nostri merli - hanno replicato in controcanto.
In questo periodo la natura e' sfavillante: domina in rosso magenta dei fiori della Pasqua e il tenero lilla, dalle mille gradazioni, delle bungavillee. Il verde delle palme e della restante vegetazione fa da cornice alla dignitosa poverta' di questo villaggio. Profumo di fuoco di legna nell'aria e nuvole di passaggio a fare da naturale ombrello ad un clima di gradevole e non soffocante caldo tropica.
Tocco con mano il paesaggio finalmente ingentilito semplicemente affacciandomi dalla mia 'suite', un piccolo ma accogliente e pulito 'quarto' sopra la casa di Annamaria, la ragazzina...ormai senorita....che seguo da anni nel suo diligentissimo percorso scolastico.
Le tiende hanno aperto presto: e' la settimana della "feria de San Jose'".
E allora la panaderia con i suoi panitos dulces e poi un caffe' italiano bollito con la materia prima portata direttamente da casa.
Le giostre per i bimbi in legno e ferro, antesignane rispetto alle nostre, disposte nella calle verso la linea ferroviaria stazionano in attesa del gran finale pirotecnico di sabato prossimo: la luzes de la feria, evento spettacolare per la nostra aldea.
Qui andrebbe scomodato Giacomo Leopardi...facilmente intuendo...la sera del di' di festa.
I suoi versi ci starebbero a pennello.
Così El Rancho con i suoi ritmi accoglienti e rispettosi del tempo, mai frenetici quindi, - del resto siamo o non siamo a Sud, siamo o non siamo in America Latina? -, si sta lasciando alle spalle la tragedia della tormenta Agatha dell'anno passato. Troneggiano spezzate e abbandonate a loro stesse, le rovine del ponte Orellana sul Rio Motagua. Un segno visibile della tragedia di una natura a volte violenta e furente che ci ricorda ormai troppo spesso (leggasi anche i fatti recenti del Giappone) che per il pianeta la misura è colma.
Noi, abbiamo fatto di tutto per farla superare largamente.
La misura, il giusto canone.
E il sistema economico di sfruttamento totale in cui siamo immersi pare non abbia il minimo scrupolo di cambiare direzione.
Peggio per noi, certo non per la sovrana e massimamente libera Natura.
Restiamo in attesa della "metanoia" globale remando, noi forse illusi, forse visionari, in direzione ostinata e contraria...come sempre....
Con queste prime righe vi saluto tantissimo: domani comincero' una serie di visite nelle aldee dove abbiamo in corso una serie di progetti, soprattutto quelli legati al microcredito.
Faro' in modo di tenervi aggiornati strada facendo.
Hasta pronto!

emanuele chiodini

Ps: sull'aereo ero seduto al posto 17....quando si dice la cabala...sono nato di 17, abito al numero civico 17...il 17 mi accompagna sempre...come il 26 per Fidel Castro...ma lasciamo stare ogni sia pur minimo paragone....hola!!!!

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