La famiglia è il luogo dove esplodono le nuove povertà

Il direttore della Caritas pavese don Dario Crotti
Povertà in ribasso o in crescendo? La Caritas diocesana, per voce del suo responsabile don Dario Crotti, si allinea sulla seconda posizione e lo fa snocciolando numeri inconfutabili.

Don Dario, partiamo dal microcredito, che può essere considerato una stampella per venire incontro alle nuove povertà. Le cifre sono specchio di una situazione di difficoltà per molte famiglie...
Sì, il microcredito punta ad aiutare fasce di persone che non costituiscono il cosiddetto “zoccolo duro della povertà” e che non avevano mai bussato prima alle porte della Caritas; concede infatti prestiti alle famiglie in difficoltà che devono garantire il diritto allo studio ai figli oppure che si trovano a dover fronteggiare emergenze sanitarie o spese straordinarie per la casa. Soltanto a Pavia abbiamo ricevuto 83 richieste di colloqui da giugno dell’anno scorso e 20 dall’inizio del 2010. Direi che sono numeri rilevanti e costituiscono il reflusso grosso della crisi economica ormai perdurante”.
Si tratta di famiglie prevalentemente straniere o italiane?
Per il 60% straniere e per il 40% italiane, a testimonianza di come il crescendo di povertà sia un fattore trasversale. E sottolineo che -per gli stranieri- si tratta di famiglie regolari, già integrate in cui si registra la perdita del lavoro di uno dei due coniugi oppure casi di donne che hanno a carico i figli perchè il marito non c’è più o non è mai arrivato in Italia. Prima riuscivano a cavarsela, ora è diventato impossibile sostenere il carovita”.
Quali sono i problemi che contraddistinguono queste famiglie di nuovi poveri?
Innanzitutto la perdita del lavoro, poi le separazioni e anche la dipendenza dal gioco d’azzardo. Vorrei anche ricordare i casi numerosi di famiglie che cercano di seguire gli stili di vita tanto propagandati dai media e concretamente non realizzabili perchè il passo è molto più lungo della gamba. Se acquisti tutto a rate, ad esempio, verrà inevitabilmente il momento che non riesci più a farcela. Ecco perchè accanto all’aiuto materiale è fondamentale per noi portare avanti la cosiddetta sfida educativa, ossia il discorso della sobrietà e di una vita commisurata alle proprie disponibilità finanziarie”.
E la prevenzione?
E’ ovviamente fondamentale. Bisogna partire già dalla scuola a insegnare il corretto stile di vita e questo vale anche nel processo di integrazione degli stranieri. Altrimenti si rischia di creare persone fragili, che diventano anche vittime dei tanti specchietti per allodole creati ad arte un po’ da tutti, come ad esempio il famoso WinforLife”.
Che cosa viene richiesto essenzialmente a voi operatori della Caritas?
Su tutto il lavoro e la casa. Metterei il lavoro al primo posto assoluto, considerando i tantissimi curriculum che ci arrivano ogni giorno anche da parte di chi ha ottime specializzazioni ma ugualmente è considerato un precario o un esubero per il mondo del lavoro. Anche questa è una forma di povertà: creare insicurezza ai giovani nel progettare il proprio futuro”.
Ha parlato prima del cosiddetto zoccolo duro della povertà pavese. Quello rimane e non si riduce...
Quello purtroppo rimane sempre e rappresenta la forma più grave di emarginazione da parte di chi ha bisogno di tutto, a partire dai generi di prima necessità. Basti pensare che la Mensa del Povero e la Mensa del Fratello accolgono ogni giorno dalle ottanta alle novanta persone e che il dormitorio del Comune di Pavia è sempre affollato".
E la famosa forbice ricchi e poveri?
La mia sensazione è che si stia allargando sempre di più. oggi è davvero tanto il divario tra i pochi che possono concedersi il massimo del lusso e i tanti che non hanno il necessario per vivere e per garantirsi i beni di prima necessità

Daniela Scherrer

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